Old Boy: Il capolavoro di Park Chan-wook diventerà una serie tv

Old boy, il film del 2003 proclamato da critica e pubblico come il capolavoro del regista sudcoreano Park Chan-wook e considerato uno dei migliori film del 21° secolo, sta per diventare una serie tv in lingua inglese.

Questo adattamento televisivo attualmente in lavorazione, qualora tutto dovesse andare a buon fine, sarà frutto della collaborazione tra lo stesso regista e Lionsgate Television.

“La Lionsgate Television condivide la mia visione creativa di portare Oldboy nel mondo della televisione”, ha affermato Park Chan-wook, “Non vedo l’ora di lavorare con uno studio il cui marchio è sinonimo di narrazione audace, originale e rischiosa”.

Park Chan-wook ha diretto e co-scritto la versione cinematografica originale, a sua volta basata sull’omonimo manga giapponese. Nella versione seriale figura anche tra i produttori assieme a Syd Lim, suo partner di produzione.

Scott Herbst, vicepresidente esecutivo e responsabile dello sviluppo della sceneggiatura per Lionsgate Television, ha dichiarato:

“Park è uno dei narratori più visionari della nostra generazione e siamo entusiasti di collaborare con lui per portare il suo capolavoro cinematografico sullo schermo televisivo. Questo adattamento in serie di Old boy presenterà la sua pura potenza emotiva, le scene di combattimento iconiche e lo stile viscerale che hanno reso il film un classico.”

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Kang Hye-jeong  e Choi Min-sik

La trama di Old boy

Old boy narra la storia di Oh Dae-su, un uomo che viene rapito e tenuto prigioniero cella simile ad una stanza d’albergo per 15 anni, senza conoscere l’identità del suo rapitore né le motivazioni dietro questo suo gesto. Quando viene improvvisamente liberato, ha a disposizione solo cinque giorni per comprendere il motivo della sua prigionia o affrontare delle terribili conseguenze. Nel cast figurano Choi Min-sik, Yoo Ji-tae, Kang Hye-jung e Oh Dal-su.

La serie Lionsgate sarebbe il primo adattamento in lingua inglese di Old boy. Nel 2013 è stato realizzato un remake americano diretto da Spike Lee con Josh Brolin, Elizabeth Olsen, Sharlto Copley, Samuel L. Jackson e Michael Imperioli.

Fortnite: In arrivo la nuova collaborazione con Star Wars

Stando a quanto recentemente rivelato da alcuni leaker, sembrerebbe che Fortnite si sta preparando alla sua nuova espansione a tema Star Wars. Il colossale crossover si prospetta arrivare nei primi giorni del mese di maggio. Dopo la celebre collaborazione con Avatar, la leggenda di Aang, ecco quanto ci attende.

A rivelarlo sono stati proprio alcuni data miner, i quali scandagliando i dati di gioco hanno trovato elementi che non lasciano spazio all’immaginazione. Il prossimo crossover con il noto Battle Royale targato Epic Games sarà proprio Star Wars.

Fortnite: Le novità previste nel mese di maggio

fortnite x star wars

Oltre a svariati oggetti (tra i quali è plausibile immaginare anche l’arrivo di nuove skin), sembrerebbe esserci anche molto di più. Parrebbe infatti che nel mese di maggio ci sarà un vero e proprio evento digitale per i giocatori! E chi mai potrebbe suonare se non la celebre band Figrin D’an and the Modal Nodes di Star Wars.

Conosciuta ed amata dai fan di tutto il mondo come “Cantina Band“, il gruppo in questione è composto da sette membri, tutti di razza “Bith” e originari del pianeta Clak’dor VII. Queste bizzarre creature troverebbero il loro prossimo palco all’interno di Fortnite, per un concerto a dir poco “stellare”.

Per quanto riguarda l’inizio di questo evento non abbiamo dubbi.  Il nuovo crossover tra Fornite e Star Wars si concretizzerà entro la giornata di venerdì 3 maggio 2024. E voi siete pronti ad avventurarvi in questa nuova sbalorditiva collaborazione?

Leonardo DiCaprio sarà Frank Sinatra nel nuovo film di Scorsese

Un instancabile Martin Scorsese ha già delineato i suoi prossimi progetti. Prima il tanto anticipato film su Gesù, già annunciato dal regista stesso. Ed ora, stando a quanto anticipato da Variety, potrebbe realizzare un biopic su Frank Sinatra.

Ad interpretare il protagonista ci sarà, ancora una volta, Leonardo DiCaprio. Insieme a lui anche Jennifer Lawrence, che interpreterà la seconda moglie di Sinatra, Ava Gardner. La Lawrence aveva già collaborato con Leonardo DiCaprio in Don’t Look Up di Adam McKay. Per l’attrice premio si tratta però della prima partecipazione in un film di Scorsese.

Non è ancora arrivato il via libera definitivo di Tina Sinatra, figlia del leggendario cantante. Nonostante ciò Scorsese ha già messo in piedi il cast ed ha attirato l’interesse di diversi distributori. Al momento Sony Pictures sembra in testa nelle trattative. Ma tra le pretendenti ci sarebbe anche Apple, che ha già finanziato Killers of the Flower Moon, l’ultimo lavoro del regista valso 10 nomination agli Oscar.

Leonardo DiCaprio interpreterà Frank Sinatra, ma chi sarà Gesù per Scorsese?

Oltre all’annuncio del nuovo film su Sinatra, sono arrivati nuovi aggiornamenti anche sul prossimo film di Scorsese. Si tratta dell’adattamento dalla Vita di Gesù, romanzo di Shūsaku Endō’s del 1973.

Scorsese ha già tratto ispirazione da un libro dello stesso autore per Silence, film del 2016 incentrato sulla fede. E il regista vorrebbe lavorare nuovamente con una delle star di quel film.

Andrew Garfield sarebbe infatti tra i principali indiziati, insieme a Miles Teller, per unirsi al cast del film su Gesù. Non è chiaro però se dovrebbe interpretare il protagonista o uno dei discepoli.

La conferma potrebbe arrivare molto presto. Scorsese girerà il film (che dovrebbe durare intorno agli 80 minuti) nei prossimi mesi. Subito dopo, in back to back, inizieranno le riprese del film su Frank Sinatra con Leonardo DiCaprio.

Challengers, Recensione: Guadagnino ha fatto match point

Challengers è la nuova pellicola di Luca Guadagnino che arriverà nelle sale italiane dal 24 aprile. Il film avrebbe dovuto aprire l’80º Festival di Venezia, ma lo sciopero degli attori ha rimandato la sua uscita. Il regista di Call me by your name ci regala un’opera vincente e avvincente, dove il ritmo dato da un montaggio sostenuto si sposa con la musica techno.

Si sa che a tennis i giocatori sono due. Se c’è una terza persona ci sono dei problemi tecnici ed il gioco è impossibile. Zendaya, Josh O’ Connor e Mike Faist sono i protagonisti di questo triangolo sportivo e sentimentale che vi stupirà con la sua narrazione adrenalinica, inquadrature “alla Nouvelle Vaguee la sua messa in scena esageratamente pop.

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Che la partita abbia inizio

Nella sua costruzione narrativa, Challengers alterna vari piani temporali partendo dal presente per poi tornare indietro e raccontare passo dopo passo (o meglio colpo dopo colpo) le intersezione tra le vite dei protagonisti. Patrick (Josh O’ Connor) e Art (Mike Faist) sono migliori amici sul campo e fuori dal campo. Soprannominati “Fuoco e Ghiaccio” prendono parte a vari tornei dove rimangono ammaliati dalla bellezza atletica di Tashi Duncan (Zendaya). Dopo una notte di fuoco tra i tre, il loro legame cambierà.

Ecco che dopo una serie di intrecci, incidenti e peripezie, Tashi diventerà l’allenatrice di Art che, giunto al tramonto della sua carriera, dovrà sfidare il suo amico Fuoco. Un match decisivo a livello sportivo e relazionale che noi spettatori viviamo dagli spalti, ma sempre coinvolti e nel vivo dell’azione.

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Il triangolo: Zendaya, Faist e O’ Connor

In Challengers tutti i reparti tecnici sono all’avanguardia. Il ritmo sostenuto della pellicola è scandito innanzitutto dalla sceneggiatura. Lo script è stato affidato a Justin Kuritzkes, compagno di Celine Song (Past Lives), che si è anche occupato dell’adattamento di Queer. La struttura narrativa è dinamica come un’appassionante partita di tennis.

Zendaya ha uno charme magnetico e riesce, grazie soprattutto alla sua presenza fisica, ad arricchire l’estetica elegante della pellicola. Ma le performance più interessanti sono affidate ai ruoli maschili. Art, freddo come il ghiaccio, opera un ruolo di riduzione, un personaggio stanco reso significativo dal suo interprete. Josh O’ Connor è visivamente molto vicino ai volti che Guadagnino predilige. Aveva già brillato ne La Chimera; in Challengers è pura esplosione. Sicuro di sé, incandescente, irrequieto e passionale come il fuoco.

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Challengers tra tennis e techno

Ma il ritmo è dato anche e soprattutto dal montaggio repentino e dal suo sodalizio con la musica techno. La colonna sonora è frutto del lavoro di Trent Reznor e Atticus Ross, Oscar per The Social Network e Soul. Con Guadagnino avevano già collaborato per Bones and all. Qui la musica fa da padrona: il volume è smisuratamente alto e si interrompe all’improvviso per poi riprendere a scatti.

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Guadagnino vince tutti i set

L’aspetto forse più interessante di Challengers però è probabilmente la messa in scena. In un film molto più “americano” rispetto alle precedenti pellicole, Guadagnino lascia comunque la sua firma. Ci sono delle inquadrature improbabili come quella da sotto il campo, soggettive della pallina da tennis, angolazioni dall’alto o dal basso e palline e racchette che sembrano schizzarci in faccia. Tutto ciò è talmente eccessivo da sembrare kitsch, eppure paradossalmente è proprio ciò che rende la pellicola autoriale.

Così si delinea questa lunga partita di tennis che si estende al di fuori del campo, dove la posta in gioco non è solo la vittoria sportiva. Al centro un triangolo privo di scene erotiche esplicite (non aspettatevi un The Dreamers). L’erotismo è più velato e si esprime nei particolari dei volti o nell’alchimia tra i personaggi. Una partita di tennis che vi toglierà il fiato.

Venture: il nuovo eroe di Overwatch 2!

Sul sito ufficiale gli sviluppatori la introducono così: “Grazie al potere della sua Scavatrice Smart, Venture può lanciare energia sismica instabile che infligge danni a raffica, esplodendo al contatto. Con l’abilità Immersione può rifugiarsi sottoterra diventando invincibile e, accumulando carica, può poi tendere agguati precisi rispuntando in superficie. Inoltre, può utilizzare lo Scatto Trivella per avanzare e respingere i nemici. Quando è il momento di annientare chiunque osi mettersi sulla sua strada, può scatenare l’Ultra Scossa Tellurica per rilasciare una potente onda d’urto. Che tu voglia scavare gallerie sotterranee segrete o dominare in corpo a corpo, con Venture avrai a disposizione meccaniche versatili che getteranno gli avversari di Overwatch 2  in confusione“.
In arrivo insieme alla nuova patch della Stagione 10, abbiamo tre grosse novità in arrivo in casa Blizzard, oltre alle solite modifiche per alcuni personaggi, soprattutto per Reinheardt e Wrecking Ball.

La prima novità è l’arrivo di un nuovo eroe: Venture!
Categorizzata come eroe d’attacco, Venture scava la propria via all’interno del roster dei personaggi di Overwatch 2.
Ma attenzione perchè sembra che possa anche rifugiarsi sotto terra grazie alla sua trivella e colpire in ogni momento.

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Nuova modalità e Altro

Altra grossa novità è l’introduzione di una nuova modalità, Scontro. Una modalità in cui l’obbiettivo è quella di conquistare degli obbiettivi nella mappa posti in una linea retta.
Bisogna però prestare attenzione allo scadere del tempo!

La modalità obbligherà le due squadre ad agire strategicamente per conquistare i 5 punti e difenderli fino alla vittoria.
Insieme a Scontro viene anche rilasciata una nuova mappa: Hanaoka.

Ultimo grosso cambiamento è lo sblocco automatico degli Eroi usciti di recente, prima ottenibili attraverso Pass Battaglia o sfide.
Personaggi come Ramattra, Mauga, Lifeweaver saranno disponibili per chi non li possiede ancora una volta installata la patch.

Se volete avere informazioni più specifiche vi lascio qui le patch notes complete e le note ufficiali dell’aggiornamento.


Marvel Snap: il supersoldato Russo!

Come già annunciato nell’articolo sul pass del mese di Aprile: questo martedì 16 alle ore 20 uscirà la nuova carta su Marvel Snap! Si passa da una parte all’altra del mondo ma restando sempre in tema! Il protettore della madrepatria Russa arriva a dare man forte agli altri Thunderbolts! Il tutto contornato da una bandiera sovietica!

Ma bando alle ciance, analizziamo la carta:

Red Guardian

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Descrizione:

Red Guardian (costo: 3, potenza: 3)= alla scoperta: alla carta nemica con meno potenza qui viene sottratto -2 e il suo testo viene rimosso.

Allora per essere una costo 3 è fortissima a mio parere. Depotenziando la carta già più debole e rimuovendone il testo si può counterare di tutto. Da Iron Man a Wong a Professor X. Estremamente interessante come cosa. Dato che il suo utilizzo può variare in ogni mazzo. Inserendosi perfettamente in un Silver Surfer o in un Junk, due archetipi molto usati e apprezzati. Marvel Snap ci riserva sempre delle soprese interessanti e il team di Second Inner ha sicuramente capito come tenerci incollati allo schermo.

Ma chi è Red Guardian?

Il Guardiano Rosso (Red Guardian) è un personaggio dei fumetti pubblicato dalla Marvel Comics. Di cui diversi personaggi hanno indossato i panni. Durante la seconda guerra mondiale un normale cittadino russo, incurante del pericolo, si precipitò all’interno di un palazzo in fiamme e riuscì a salvare una donna e un bambino. Poiché i suoi abiti erano stati distrutti dal fuoco, l’uomo si coprì con una bandiera sovietica e con quella uscì dall’edificio. Ispirandosi a questa immagine, fu Stalin, come riconoscimento ufficiale per il gesto eroico, a nominare quell’uomo Guardiano Rosso, protettore della patria russa.

Poteri e abilità

I poteri di Red Guardian non sono chiarissimi. Seppur nel loro primo incontro era in grado di tenere testa a Capitan America. Lo stesso Steve Rogers era stupito dai riflessi dell’uomo. Che spiegò di “essere stato allenato per essere la sua controparte”, precisandogli però di “non essere una sua copia”. Quindi possiamo definirlo in tutto e per tutto il supersoldato russo.

Scarface: quando il gangster movie diventa cult

Scarface è tornato in sala dopo 40 anni con una nuova versione in 4k. Il film era uscito nelle sale italiane il 20 aprile del 1984. Ora LuckyRed lo riporta nei cinema per i nostalgici e tutti coloro che non hanno avuto modo di vederlo in sala.

Un gangster movie amato da tante generazioni, che non smetterà mai di essere visto e citato continuamente e che può essere considerato a tutti gli effetti un film cult.

Scarface e Al Pacino: tra star system e grandi talenti

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Se Scarface è diventato un film così tanto iconico, il merito va sicuramente a Brian De Palma, ottimo regista, ma soprattutto ad Al Pacino. L’attore è riuscito, con la sua caratterizzazione del personaggio protagonista, Tony Montana, a rimanere impresso nella mente degli spettatori.

Gli attori sono una parte fondamentale per le pellicole. Infatti la loro performance incide sul successo o l’insuccesso di un film. In primis perché come ci insegna lo star system, utilizzare attori o attrici amati e idolatrati dal pubblico porta più spettatori in sala e maggiore interesse verso l’opera stessa. Basta pensare anche alla promozione di alcuni degli ultimissimi film usciti o in procinto di uscire in sala. Per esempio Immaculate, uscito qualche settimana fa negli Stati Uniti, è stato promosso come l’horror con Sydney Sweeney. Il nome dell’attrice Statunitense spicca nelle locandine, mentre quello del regista spesso non viene citato.

Pacino era già conosciuto e amato a Hollywood prima che uscisse Scarface. Ma questo ruolo è probabilmente quello che salta in mente alla maggior parte delle persone quando si tratta di citare i personaggi interpretati da quello che è ed è stato uno dei migliori attori della sua generazione.

Dal flop al top

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Come è successo e succede con tanti film, nel momento dell’uscita in sala, Scarface non è piaciuto. Non ha ottenuto grandi consensi dalla critica del tempo, che ne rimproverava l’eccessiva violenza e il linguaggio discriminatorio. Infatti vennero attuate diverse modifiche volte alla censura di alcune parti della pellicola così da renderlo visibile ai minori di 18 anni. Venne anche criticato per quanto riguarda la storia, che non può certamente essere considerata epica o super avvincente. Con il passare degli anni però è stato apprezzato sempre di più. Viene ormai esaltato per ciò che lo rende uno dei migliori gangster movie di sempre:

la psicologia dei personaggi.

Insomma Scarface è un film che non smetterà mai di piacere ed essere visto, ma soprattutto che non verrà dimenticato.

Kinds of Kindness: quando arriva in sala il nuovo film di Lanthimos?

Finalmente è stata annunciata una data ufficiale per Kinds of Kindness, il nuovo film di Yorgos Lanthimos. Il film verrà presentato in anteprima mondiale al prossimo Festival di Cannes, per poi arrivare in sala poco dopo.

Kinds of Kindness: di cosa si tratta?

Kinds of Kindness

La nuova opera del regista greco, padre dell’ormai celebre Poor Things, è stata definita “un film contemporaneo”. Da quanto affermato, dovrebbe essere una favola in tre partiUn uomo senza scelta che cerca di riprendere il controllo della sua vitaUn poliziotto allarmato dal fatto che sua moglie, scomparsa in mare, una volta tornata sembri una persona diversa. E una donna determinata a trovare una persona specifica con un’abilità speciale, destinata a diventare un prodigioso leader spirituale.

Le ultime novità sul nuovo film con Emma Stone

Il teaser ci aveva svelato ben poco. Diverse clip interessanti montate con un ritmo incalzante, una colonna sonora coinvolgente e un cast pazzesco. Si parte dall’attrice due volte premio Oscar Emma Stone, reduce dalla vittoria della seconda statuetta proprio grazie alla precedente opera di Lanthimos. La Stone sembra ormai essere diventata la musa ispiratrice del regista greco. Al suo fianco troviamo Willem Dafoe e Margaret Qualley, anche loro presenti in Povere creature. E ancora, Hunter Schafer, Jesse Plemons, Joe Alwyn e Hong Chau.

Il poster da già l’idea di queste tre storie. Tre triangoli compongono l’immagine. Proseguendo con l’immagine in primo piano, delle mani che si incrociano, che forse stanno ad indicare il rapporto tra i personaggi. Rapporto che in alcuni casi abbiamo visto nelle foto ufficiali già rilasciate in precedenza. Infine troviamo altre tre immagini: una goccia, un dito e una racchetta spaccata.

L’attesissima pellicola arriverà nelle sale statunitensi il 21 giugno. Sembrerebbe però che la data di uscita nelle sale italiane sia stata fissata per il 6 giugno 2024 dopo l’anteprima mondiale al festival di Cannes (per la quale ancora non si ha una data precisa).

Civil War, Recensione: l’America apocalittica di Alex Garland

Arriva al cinema, dal 18 aprile, il film più costoso nella storia di A24, la casa di produzione indipendente che si è ormai consolidata tra le grandi protagoniste del panorama cinematografico internazionale.

Civil War è il nuovo lavoro di Alex Garland, regista di Ex Machina, Annientamento e Men. E potrebbe essere anche l’ultimo, visto che Garland ha recentemente dichiarato di non voler più tornare dietro la macchina da presa, almeno per il momento, limitandosi a scrivere e produrre.

Una perdita non da poco per Hollywood, perché Civil War è l’apice di una filmografia con più alti che bassi. Un film post-apocalittico e al tempo stesso iper-realistico. Il terrore del popolo americano che si concretizza attraverso le immagini di un Garland più maturo che mai.

Viaggio in un’America in guerra

Civil War è un racconto in medias res. Lo spettatore viene proiettato in un conflitto del quale le cause restano nell’ombra fino alla fine. Stati repubblicani e democratici si alleano. Non c’è certezza su quale schieramento guidi il paese.

Quel che sappiamo è che l’autoritario presidente interpretato da Nick Offerman ha portato ad una divisione nel popolo statunitense. Una spaccatura di cui Garland non intende indagare le cause, quanto le conseguenze sui cittadini e sulla nazione. Il tutto visto attraverso gli occhi della stampa.

Il film è incentrato su un gruppo di giornalisti, tra cui due fotoreporter: l’esperta Lee (Kirsten Dunst) e la giovanissima Jessie (Cailee Spaeny, vista di recente in Priscilla). Insieme a Joel (Wagner Moura) e Sammy (Stephen McKinley Henderson), si rendono protagoniste di un viaggio attraverso gli USA per raggiungere Washington D.C. Con l’obiettivo di intervistare il presidente.

Ed è il giornalismo il vero protagonista del film, piuttosto che eserciti e politici. Civil War si guarda bene dall’essere un film politico, ma al tempo stesso è un monito, per un futuro che potrebbe essere meno lontano di quanto si voglia credere. Soprattutto nell’anno delle presidenziali USA e col ricordo del governo Trump ancora vivido.

Per quanto non ci tocchi da vicino, Civil War sarà un film divisivo sotto diversi punti di vista. In particolare, proprio sulla scelta di Garland di realizzare un film apparentemente apolitico, a dispetto del materiale trattato. Su una cosa però non si può non concordare: Civil War è un’opera cinematografica imponente.

Civil War
Cailee Spaeny e Kirsten Dunst

Civil War: scatti di orrore e disumanizzazione

Sono gli scatti di Lee e Jessie a far scoprire allo spettatore l’orrore del conflitto. Le loro istantanee dal fronte. I soldati che le proteggono durante ogni sparatoria, per consentire a quelle immagini di essere diffuse. Per fare in modo che il mondo conosca il male che si consuma sotto l’obiettivo delle loro fotocamere.

Civil War diventa così una riflessione sul ruolo del giornalismo nella società odierna. La stampa ha ancora una funzione: raccontare la verità e garantire la circolazione di informazioni, a costo della vita.

Ed è attraverso il percorso di crescita di Jessie che vediamo tutte le difficoltà dei fotoreporter. Un viaggio che la porta a mettere da parte anche i rapporti personali e la propria umanità per ottenere lo scatto giusto. Perché non ci possono essere sentimenti laddove c’è guerra, l’unica vera fonte di disumanizzazione.

Civil War

Civil War va visto al cinema?

Il grande pregio di Civil War risiede nel fatto che, oltre ai significati ideologici e alle profonde considerazioni che ne scaturiscono; è anche un eccellente colossal d’intrattenimento.

Da un punto di vista più superficiale, Civil War è un road movie bellico (evitiamo di forzare il paragone con Apocalypse Now, citato da molti oltreoceano) e post-apocalittico. Un paragone che ben si addice è invece quello con The Last of Us. Se avete amato la serie con Pedro Pascal, troverete parte di quei toni e atmosfere in Civil War. Con una sostanziale differenza: nessuno zombie, solo la cruda realtà.

Garland, come detto, è maturo come non mai nel mettere in scena sequenze complesse. Il risultato è visivamente ottimo. Non mancano sparatorie ed esplosioni, ma ogni sequenza è in grado di tenere, letteralmente, incollati allo schermo. A partire dallo spettacolare finale. E ancor prima dall’ansiogena sequenza con protagonista un fantastico Jesse Plemons, in quella che è la scena più memorabile del film per scrittura e capacità di suscitare tensione.

L’America di Alex Garland vi resterà impressa, in primo luogo, per l’impatto visivo ed il sonoro dirompente (l’aspetto tecnico migliore della pellicola). Sta a voi scegliere se scavare più a fondo. Scegliere se amare o odiare un’opera complessa e ambiziosa, che farà tanto rumore oltreoceano.

Ripley, Recensione: una serie d’autore ipnotica da non perdere

Ripley è una nuova miniserie Netflix, composta da 8 episodi che vanno dai 45 ai 75 minuti. La serie è tratta dal romanzo di Patricia Highsmith del 1955. Un precedente adattamento cinematografico risaliva già al 1999, quando arrivò in sala il film, ormai cult, Il talento di Mr. Ripley con Matt Damon, Jude Law e Gwyneth Paltrow.

La serie è scritta e diretta da Steven Zaillian (Oscar per Schindler’s list e candidatura per Gangs of New York, The Irishman). In mezzo a tutte le serie Netflix mainstream, realizzate principalmente per ottenere ascolti (Élite, La casa di carta…), Ripley è la serie che ci meritiamo. Magnetica e ipnotica, con un bianco e nero folgorante e delle interpretazioni impeccabili. Ripley è una magnifica serie d’autore.

Ripley

Ripley, la trama

Tom Ripley (Andrew Scott) è un abile truffatore che vive a New York negli Anni ‘60 cercando di guadagnarsi da vivere. Un giorno viene contattato dal Signor Greenleaf che, credendo che Tom e suo figlio siano amici, gli commissiona un lavoro. Così Ripley parte per l’Italia per convincere Dickey (Johnny Flynn) a ritornare in America e prendere in mano le redini dell’azienda.

Giunto ad Atrani, incontra Dickey e la sua ragazza Marge Sheerwood (Dakota Fanning). La situazione diventa sinistra quando Tom decide di sfruttare le sue abilità da truffatore e tra bugie e omicidi, farà fatica a risollevarsi.

Ripley

Accenti e dialetti

Una particolarità della serie è l’uso del linguaggio. I dialetti italiani si mischiano agli accenti inglesi. Così gli attori americani sperimentano la nostra lingua e gli italiani si cimentano nell’inglese.

Maurizio Lombardi, l’ispettore, spiega: «Zaillian si è raccomandato che mantenessi un accento decisamente italiano mentre recitavo. La cosa bella è che se guardi la versione in lingua originale, riconoscerai gli accenti di tanti colleghi, provenienti da diverse parti del mondo e d’Italia, ognuno parla inglese con il suo specifico accento. È una serie con una grande ricchezza anche regionale».

Ripley

La serie d’autore che ci meritiamo

Ripley è una miniserie che riesce a catturare lo spettatore nonostante la lentezza apparente. Certo, non è da divorare in una sola giornata, facendo binge watching. A livello stilistico ed estetico è impeccabile. Le inquadrature e le musiche sembrano volerci consegnare una cartolina dell’Italia d’altri tempi, mai stereotipata e mai banale.

La fotografia suggestiva di Robert Elswit (Il Petroliere) riesce ad imprimere le emozioni nella nostra mente. E questa fotografia, accompagnata da un uso sapiente della macchina da presa, conferisce l’atmosfera noir alla serie thriller.

Andrew Scott (Sherlock, Fleabag) aveva recentemente sfoggiato la propria bravura in Estranei di Andrew Scott. Con Ripley si consacra. Un truffatore sopraffino, ammaliante e magnetico, proprio come tutta la serie. Non perdetevi questo gioiello Netflix!