Scarface: quando il gangster movie diventa cult

Scarface è tornato in sala dopo 40 anni con una nuova versione in 4k. Il film era uscito nelle sale italiane il 20 aprile del 1984. Ora LuckyRed lo riporta nei cinema per i nostalgici e tutti coloro che non hanno avuto modo di vederlo in sala.

Un gangster movie amato da tante generazioni, che non smetterà mai di essere visto e citato continuamente e che può essere considerato a tutti gli effetti un film cult.

Scarface e Al Pacino: tra star system e grandi talenti

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Se Scarface è diventato un film così tanto iconico, il merito va sicuramente a Brian De Palma, ottimo regista, ma soprattutto ad Al Pacino. L’attore è riuscito, con la sua caratterizzazione del personaggio protagonista, Tony Montana, a rimanere impresso nella mente degli spettatori.

Gli attori sono una parte fondamentale per le pellicole. Infatti la loro performance incide sul successo o l’insuccesso di un film. In primis perché come ci insegna lo star system, utilizzare attori o attrici amati e idolatrati dal pubblico porta più spettatori in sala e maggiore interesse verso l’opera stessa. Basta pensare anche alla promozione di alcuni degli ultimissimi film usciti o in procinto di uscire in sala. Per esempio Immaculate, uscito qualche settimana fa negli Stati Uniti, è stato promosso come l’horror con Sydney Sweeney. Il nome dell’attrice Statunitense spicca nelle locandine, mentre quello del regista spesso non viene citato.

Pacino era già conosciuto e amato a Hollywood prima che uscisse Scarface. Ma questo ruolo è probabilmente quello che salta in mente alla maggior parte delle persone quando si tratta di citare i personaggi interpretati da quello che è ed è stato uno dei migliori attori della sua generazione.

Dal flop al top

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Come è successo e succede con tanti film, nel momento dell’uscita in sala, Scarface non è piaciuto. Non ha ottenuto grandi consensi dalla critica del tempo, che ne rimproverava l’eccessiva violenza e il linguaggio discriminatorio. Infatti vennero attuate diverse modifiche volte alla censura di alcune parti della pellicola così da renderlo visibile ai minori di 18 anni. Venne anche criticato per quanto riguarda la storia, che non può certamente essere considerata epica o super avvincente. Con il passare degli anni però è stato apprezzato sempre di più. Viene ormai esaltato per ciò che lo rende uno dei migliori gangster movie di sempre:

la psicologia dei personaggi.

Insomma Scarface è un film che non smetterà mai di piacere ed essere visto, ma soprattutto che non verrà dimenticato.

Kinds of Kindness: quando arriva in sala il nuovo film di Lanthimos?

Finalmente è stata annunciata una data ufficiale per Kinds of Kindness, il nuovo film di Yorgos Lanthimos. Il film verrà presentato in anteprima mondiale al prossimo Festival di Cannes, per poi arrivare in sala poco dopo.

Kinds of Kindness: di cosa si tratta?

Kinds of Kindness

La nuova opera del regista greco, padre dell’ormai celebre Poor Things, è stata definita “un film contemporaneo”. Da quanto affermato, dovrebbe essere una favola in tre partiUn uomo senza scelta che cerca di riprendere il controllo della sua vitaUn poliziotto allarmato dal fatto che sua moglie, scomparsa in mare, una volta tornata sembri una persona diversa. E una donna determinata a trovare una persona specifica con un’abilità speciale, destinata a diventare un prodigioso leader spirituale.

Le ultime novità sul nuovo film con Emma Stone

Il teaser ci aveva svelato ben poco. Diverse clip interessanti montate con un ritmo incalzante, una colonna sonora coinvolgente e un cast pazzesco. Si parte dall’attrice due volte premio Oscar Emma Stone, reduce dalla vittoria della seconda statuetta proprio grazie alla precedente opera di Lanthimos. La Stone sembra ormai essere diventata la musa ispiratrice del regista greco. Al suo fianco troviamo Willem Dafoe e Margaret Qualley, anche loro presenti in Povere creature. E ancora, Hunter Schafer, Jesse Plemons, Joe Alwyn e Hong Chau.

Il poster da già l’idea di queste tre storie. Tre triangoli compongono l’immagine. Proseguendo con l’immagine in primo piano, delle mani che si incrociano, che forse stanno ad indicare il rapporto tra i personaggi. Rapporto che in alcuni casi abbiamo visto nelle foto ufficiali già rilasciate in precedenza. Infine troviamo altre tre immagini: una goccia, un dito e una racchetta spaccata.

L’attesissima pellicola arriverà nelle sale statunitensi il 21 giugno. Sembrerebbe però che la data di uscita nelle sale italiane sia stata fissata per il 6 giugno 2024 dopo l’anteprima mondiale al festival di Cannes (per la quale ancora non si ha una data precisa).

Civil War, Recensione: l’America apocalittica di Alex Garland

Arriva al cinema, dal 18 aprile, il film più costoso nella storia di A24, la casa di produzione indipendente che si è ormai consolidata tra le grandi protagoniste del panorama cinematografico internazionale.

Civil War è il nuovo lavoro di Alex Garland, regista di Ex Machina, Annientamento e Men. E potrebbe essere anche l’ultimo, visto che Garland ha recentemente dichiarato di non voler più tornare dietro la macchina da presa, almeno per il momento, limitandosi a scrivere e produrre.

Una perdita non da poco per Hollywood, perché Civil War è l’apice di una filmografia con più alti che bassi. Un film post-apocalittico e al tempo stesso iper-realistico. Il terrore del popolo americano che si concretizza attraverso le immagini di un Garland più maturo che mai.

Viaggio in un’America in guerra

Civil War è un racconto in medias res. Lo spettatore viene proiettato in un conflitto del quale le cause restano nell’ombra fino alla fine. Stati repubblicani e democratici si alleano. Non c’è certezza su quale schieramento guidi il paese.

Quel che sappiamo è che l’autoritario presidente interpretato da Nick Offerman ha portato ad una divisione nel popolo statunitense. Una spaccatura di cui Garland non intende indagare le cause, quanto le conseguenze sui cittadini e sulla nazione. Il tutto visto attraverso gli occhi della stampa.

Il film è incentrato su un gruppo di giornalisti, tra cui due fotoreporter: l’esperta Lee (Kirsten Dunst) e la giovanissima Jessie (Cailee Spaeny, vista di recente in Priscilla). Insieme a Joel (Wagner Moura) e Sammy (Stephen McKinley Henderson), si rendono protagoniste di un viaggio attraverso gli USA per raggiungere Washington D.C. Con l’obiettivo di intervistare il presidente.

Ed è il giornalismo il vero protagonista del film, piuttosto che eserciti e politici. Civil War si guarda bene dall’essere un film politico, ma al tempo stesso è un monito, per un futuro che potrebbe essere meno lontano di quanto si voglia credere. Soprattutto nell’anno delle presidenziali USA e col ricordo del governo Trump ancora vivido.

Per quanto non ci tocchi da vicino, Civil War sarà un film divisivo sotto diversi punti di vista. In particolare, proprio sulla scelta di Garland di realizzare un film apparentemente apolitico, a dispetto del materiale trattato. Su una cosa però non si può non concordare: Civil War è un’opera cinematografica imponente.

Civil War
Cailee Spaeny e Kirsten Dunst

Civil War: scatti di orrore e disumanizzazione

Sono gli scatti di Lee e Jessie a far scoprire allo spettatore l’orrore del conflitto. Le loro istantanee dal fronte. I soldati che le proteggono durante ogni sparatoria, per consentire a quelle immagini di essere diffuse. Per fare in modo che il mondo conosca il male che si consuma sotto l’obiettivo delle loro fotocamere.

Civil War diventa così una riflessione sul ruolo del giornalismo nella società odierna. La stampa ha ancora una funzione: raccontare la verità e garantire la circolazione di informazioni, a costo della vita.

Ed è attraverso il percorso di crescita di Jessie che vediamo tutte le difficoltà dei fotoreporter. Un viaggio che la porta a mettere da parte anche i rapporti personali e la propria umanità per ottenere lo scatto giusto. Perché non ci possono essere sentimenti laddove c’è guerra, l’unica vera fonte di disumanizzazione.

Civil War

Civil War va visto al cinema?

Il grande pregio di Civil War risiede nel fatto che, oltre ai significati ideologici e alle profonde considerazioni che ne scaturiscono; è anche un eccellente colossal d’intrattenimento.

Da un punto di vista più superficiale, Civil War è un road movie bellico (evitiamo di forzare il paragone con Apocalypse Now, citato da molti oltreoceano) e post-apocalittico. Un paragone che ben si addice è invece quello con The Last of Us. Se avete amato la serie con Pedro Pascal, troverete parte di quei toni e atmosfere in Civil War. Con una sostanziale differenza: nessuno zombie, solo la cruda realtà.

Garland, come detto, è maturo come non mai nel mettere in scena sequenze complesse. Il risultato è visivamente ottimo. Non mancano sparatorie ed esplosioni, ma ogni sequenza è in grado di tenere, letteralmente, incollati allo schermo. A partire dallo spettacolare finale. E ancor prima dall’ansiogena sequenza con protagonista un fantastico Jesse Plemons, in quella che è la scena più memorabile del film per scrittura e capacità di suscitare tensione.

L’America di Alex Garland vi resterà impressa, in primo luogo, per l’impatto visivo ed il sonoro dirompente (l’aspetto tecnico migliore della pellicola). Sta a voi scegliere se scavare più a fondo. Scegliere se amare o odiare un’opera complessa e ambiziosa, che farà tanto rumore oltreoceano.

Ripley, Recensione: una serie d’autore ipnotica da non perdere

Ripley è una nuova miniserie Netflix, composta da 8 episodi che vanno dai 45 ai 75 minuti. La serie è tratta dal romanzo di Patricia Highsmith del 1955. Un precedente adattamento cinematografico risaliva già al 1999, quando arrivò in sala il film, ormai cult, Il talento di Mr. Ripley con Matt Damon, Jude Law e Gwyneth Paltrow.

La serie è scritta e diretta da Steven Zaillian (Oscar per Schindler’s list e candidatura per Gangs of New York, The Irishman). In mezzo a tutte le serie Netflix mainstream, realizzate principalmente per ottenere ascolti (Élite, La casa di carta…), Ripley è la serie che ci meritiamo. Magnetica e ipnotica, con un bianco e nero folgorante e delle interpretazioni impeccabili. Ripley è una magnifica serie d’autore.

Ripley

Ripley, la trama

Tom Ripley (Andrew Scott) è un abile truffatore che vive a New York negli Anni ‘60 cercando di guadagnarsi da vivere. Un giorno viene contattato dal Signor Greenleaf che, credendo che Tom e suo figlio siano amici, gli commissiona un lavoro. Così Ripley parte per l’Italia per convincere Dickey (Johnny Flynn) a ritornare in America e prendere in mano le redini dell’azienda.

Giunto ad Atrani, incontra Dickey e la sua ragazza Marge Sheerwood (Dakota Fanning). La situazione diventa sinistra quando Tom decide di sfruttare le sue abilità da truffatore e tra bugie e omicidi, farà fatica a risollevarsi.

Ripley

Accenti e dialetti

Una particolarità della serie è l’uso del linguaggio. I dialetti italiani si mischiano agli accenti inglesi. Così gli attori americani sperimentano la nostra lingua e gli italiani si cimentano nell’inglese.

Maurizio Lombardi, l’ispettore, spiega: «Zaillian si è raccomandato che mantenessi un accento decisamente italiano mentre recitavo. La cosa bella è che se guardi la versione in lingua originale, riconoscerai gli accenti di tanti colleghi, provenienti da diverse parti del mondo e d’Italia, ognuno parla inglese con il suo specifico accento. È una serie con una grande ricchezza anche regionale».

Ripley

La serie d’autore che ci meritiamo

Ripley è una miniserie che riesce a catturare lo spettatore nonostante la lentezza apparente. Certo, non è da divorare in una sola giornata, facendo binge watching. A livello stilistico ed estetico è impeccabile. Le inquadrature e le musiche sembrano volerci consegnare una cartolina dell’Italia d’altri tempi, mai stereotipata e mai banale.

La fotografia suggestiva di Robert Elswit (Il Petroliere) riesce ad imprimere le emozioni nella nostra mente. E questa fotografia, accompagnata da un uso sapiente della macchina da presa, conferisce l’atmosfera noir alla serie thriller.

Andrew Scott (Sherlock, Fleabag) aveva recentemente sfoggiato la propria bravura in Estranei di Andrew Scott. Con Ripley si consacra. Un truffatore sopraffino, ammaliante e magnetico, proprio come tutta la serie. Non perdetevi questo gioiello Netflix!

Fortnite X Avatar – La leggenda di Aang

Continuano le collaborazioni a tema Anime sul battle royale più giocato negli ultimi anni.
Dopo anime del calibro di One Piece e Dragon Ball, Epic Games introduce un altro nome grosso: Avatar
Dopo l’annuncio fatto all’uscita della skin di Korra nella Stagione 2 – Capitolo 5 la collaborazione tra i due brand continua.
@HYPEX , famoso leaker di Fortnite, ha scoperto diverse novità riguardanti un altro evento crossover Fortnite X Avatar.

Sul suo profilo ufficiale X è disponibile un’anteprima degli oggetti in arrivo per questa collaborazione Fortnite X Avatar.

Fortnite X

Da venerdì 12 aprile sarà possibile accedere a “Avatar: The Last Airbender” nel gioco, attraverso l’acquisto di un pacchetto al prezzo di 1000 V-Buck.
Negli ultimi tempi però, i giocatori hanno espresso numerose critiche riguardo ai contenuti aggiuntivi nel gioco e dei pacchetti premium.
La lamentela più comune è quella legata al costo elevato, e molte volte eccessivo, di questi elementi.

Difatti se i dati ottenuti dai leak fossero corretti, questo prezzo sarebbe più accessibile a molti più player.
Saranno previsti contenuti gratuiti a tema Avatar – La Leggenda di Aang, includendo il protagonista e i suoi poteri.

I poteri diventeranno un contenuto ottenibile solo durante i match, trovandoli nella mappa o uccidendo un player che li possiede.

Annunciato il Valencia Indie Awards

Nella giornata di oggi è stato annunciato il Valencia Indie Summit, evento internazionale pensato per riunire giocatori nazionali e internazionali nella città di Valencia. Questo evento è alla sua settima edizione e promette di riunire centinaia di professionisti e appassionati tutti assieme all’interno di un’area espositiva.

L’evento si svolgerà dal 16 al 18 maggio 2024 dividendosi in due sezioni. Le prime due giornate saranno dedicate ai professionisti, sviluppatori e industrie. La terza giornata invece sara interamente dedicata agli appassionati. Durante tutti e tre i giorni saranno presenti talkshow, mostre, aree networking e investitori. L’evento terminerà il 18 maggio con i Valencia Indie Awards.

Per iscrivere il proprio videogioco basterà andare su questo link, scendere fino alla sezione Valencia Indie Awards ’24 e premere Registration for the contest.

Regolamento dei Valencia Indie Awards

Prima di iscrivervi al contest leggete però attentamente il seguente regolamento:

  1. La scadenza per la registrazione del videogioco è il 15 aprile 2024.
  2. Il videogioco può essere in qualsiasi fase di sviluppo (alpha, beta, demo, versione finale) ma deve avere almeno una file eseguibile per Windows, Mac, collegamento ad AppStore o Google Play (preferibilmente versioni per computer).
  3. Il titolo deve essere stato sviluppato nel corso del 2023-24 e dopo il 15 febbraio 2023, indipendentemente dal fatto che sia già stato pubblicato o meno.
  4. Saranno esclusi i vincitori delle precedenti edizioni del Valencia Indie Summit.
  5. Non vi è alcun limite di budget nello sviluppo/impresa, né nel numero di membri/lavoratori.
  6. Sarà necessario un solo rappresentante per squadra.
  7. Il tema dei progetti presentati sarà libero ma non potrà contenere contenuti considerati diffamatori, sessisti, razzisti, xenofobi, discriminatori, pornografici, illegali o che violino in alcun modo i diritti altrui.
  8. Né l’organizzazione né alcuno dei suoi collaboratori sarà legalmente responsabile del contenuto presentato al concorso e pertanto declina ogni responsabilità legale per il contenuto del materiale.
  9. I concorrenti al concorso accettano il trattamento e la conservazione dei propri dati ai fini del controllo della partecipazione e della promozione dell’evento.
  10. Tutti i partecipanti al presente concorso accettano che l’organizzazione abbia il diritto di utilizzare le immagini ed i video del progetto presentato ed i loro nomi, l’uso sarà fatto esclusivamente per scopi pubblicitari e di promozione dell’evento e di ciascun progetto per almeno cinque anni.
  11. I partecipanti dovranno consegnare un pacchetto di screenshot del titolo del progetto e un altro collegamento alle compilation, in due file .zip separati.
  12. L’organizzazione si riserva il diritto di modificare anticipatamente il regolamento, il mancato rispetto dello stesso potrà comportare la squalifica dei partecipanti.
  13. I giochi eletti verranno presentati a LasNaves in una mostra permanente nei giorni 16-18 maggio, la premiazione avrà luogo il giorno 18.
  14. La partecipazione implica l’accettazione di tutte le regole e condizioni del concorso.

Tutti i premi degli Indie Awards

  • Miglior Indie
  • Miglior Indie PC
  • Miglior Indie Console
  • Miglior Indie Mobile
  • Miglior gioco ancora in sviluppo
  • Miglior arte
  • Miglior musica e sound
  • Miglior narrativa
  • Miglior design
  • Miglior gioco made in Valencia
  • Special Audience

Xbox Game Pass: Spyro in arrivo?

Dopo meno di un mese dall’uscita su Game Pass di Diablo IV, sembrerebbe già arrivato il momento di un secondo titolo Activision. Negli ultimi giorni il Microsoft Store ha visto apparire la scheda di Spyro Reignited Trilogy, e sappiamo che questo passaggio risulta essenziale per i titoli PC Game Pass.

Spyro Microsoft Store

Per chi non conoscesse questo capitolo di Spyro parliamo del rifacimento dei primi tre titoli, rispettivamente del 1998, 1999 e 2000, da parte di Toys for Bob. Questo videogioco del 2018 riscontrò un discreto successo sia tra pubblico che critica puntando forte sulla nostalgia dei fan di vecchia data.

L’aggiunta di fine marzo di Diablo IV su Xbox Game Pass ha portato moltissimi giocatori Console e PC a provare il titolo, facendolo salire nelle classifiche dei più titoli più giocati. L’unico “difetto” che ha avuto Diablo IV è stato l’obbligo dei giocatori PC di passare per Battle.net, rimuovendo così anche gli obiettivi Xbox. Per Spyro sembra però essere cambiata la storia, la presenza infatti degli obiettivi Xbox fa presumere che si possa giocare al titolo senza dover utilizzare client diversi.

Spyro Reignited Trilogy quando esce su Xbox Game Pass?

Non abbiamo ancora notizie ufficiali riguardo l’arrivo su Game Pass del titolo di Activision, una delle date più papabili sarebbe però il 9 giugno, ovvero durante l’Xbox Games Showcase, magari assieme ad altri giochi dell’azienda. Ovviamente questa è solo una nostra congettura, magari arriverà la notizia durante il mese di aprile o non arrivare proprio rendendo l’aggiunta sullo store solo un caso. Noi siamo però fiduciosi che arriveranno molto presto numerosissimi titoli di Activision Blizzard su Xbox Game Pass.

Albion Online: Annunciata la Beta

Albion Online annuncia l’uscita di una Open Beta in Europa e Medio Oriente per le piattaforme PC e dispositivi mobili.

Il 10 Aprile a Berlino, gli sviluppatori di Albion hanno annunciato il loro nuovo server europeo, il terzo server di gioco dopo quello Americano e quello Asiatico.
I giocatori hanno la possibilità di iscriversi e provare il gioco prima della sua uscita ufficiale il 29 Aprile 2024, che sarà disponibile su PC, Linux. IOS e Android.

Guarda il trailer di lancio della Open Beta qui:

Albion Online Europa presenta un’esperienza di gioco ottimizzata per i giocatori europei e della regione MENA, offrendo un ping migliorato, una latenza ridotta e orari degli eventi di gioco adattati. Il server introdurrà un nuovo mondo di gioco, dando a tutti i giocatori la possibilità di iniziare da zero e forgiare il proprio destino in Albion.

Durante la fase beta, i giocatori che ne prenderanno parte avranno l’opportunità di ottenere una skin esclusiva: il Duellante.
Inoltre i possessori dei Pacchetti Fondatore progrediranno tre volte più velocemente in questa sfida e avranno accesso a una skin esclusiva per la cavalcatura.

Caratteristiche del server “Albion Europa”:

  • Una nuova e fresca incarnazione del gioco, dove tutti i giocatori iniziano alla pari potendo conquistare il proprio territorio.
  • Un mondo di gioco completamente autonomo e separato dai server già esistenti negli Stati Uniti e in Asia.
  • Miglioramenti significativi nella velocità di connessione e ping per tutta l’Europa e la regione MENA.

Benefici dei Pacchetti Fondatore:

I giocatori che acquisteranno i Pacchetti Fondatore Lucenti e Oscuri otterranno ulteriori vantaggi rispetto agli altri giocatori:

  • Accesso anticipato al gioco il giorno 24 Aprile
  • Vantaggi nella progressione del gioco, con un’accelerazione del potenziamento del personaggio.
  • Accesso a una skin esclusiva per la cavalcatura.
  • Possibilità di riservare i nomi dei personaggi e delle gilde esistenti

Per acquistare i pacchetti è sufficiente utilizzare il seguente link: https://albiononline.com/europe#founderpacks

Il Trono di Spade: lo spin-off su Jon Snow si farà? Risponde Kit Harington

Dopo il discusso finale de Il Trono di Spade, si era parlato della possibilità, da parte di HBO, di produrre vari spin-off della serie tv derivante dai libri di George R.R. Martin.

Tra le varie speculazioni c’era la realizzazione del prequel, basato sul libro stesso de La danza dei draghi, una serie prequel dedicata alla ribellione di Robert Baratheon e una serie dedicata a Jon Snow.

La prima ha effettivamente visto la sua realizzazione con House of The Dragons, che rivedremo il 16 giugno su HBO con una seconda stagione, ma per le altre abbiamo poche speranze.

Ha detto la sua, infatti, Kit Harington, che durante un’intervista con ScreenRant ha dichiarato quanto segue:

Durante lo sviluppo, guardi ogni angolazione e vedi se ne vale la pena. E attualmente non è così. Al momento la cosa è fuori discussione, perché non siamo riusciti a trovare la storia giusta da raccontare e di cui fossimo abbastanza entusiasti. Quindi abbiamo deciso di tirare i remi in barca per il momento. Potrebbe esserci un momento in futuro in cui torneremo a farlo, ma al momento no. Sta lì fermo.

La storia avrebbe dovuto raccontare le avventure di Jon Snow dopo il suo ritorno alla barriera. Sarebbe quindi stato un sequel de Il Trono di Spade, con il titolo provvisorio “Snow“.

Nonostante questa scoraggiante notizia, i fan de Il Trono di Spade possono tirare un sospiro di sollievo. È stata infatti ufficializzata un’altra serie prequel, sempre tratta dalla penna di Martin.

Si intitola A Knight of the Seven Kingdoms: The Hedge Knight e racconta le avventure di Ser Duncan l’Alto e di un giovane Aegon V di Casa Targaryen. I personaggi sono rispettivamente interpretati da Peter Claffey e Dexter Sol Ansell.

La serie dovrebbe uscire il prossimo anno, visto che le riprese stanno per iniziare.

Sugar, Recensione della serie noir di Apple TV+ con Colin Farrell

Da venerdì 5 aprile è arrivata su Apple TV+, con i suoi primi due episodi, Sugar, serie tv neo noir ideata da Mark Protosevich e diretta da Fernando Meirelles e Adam Arkin. Il protagonista è Colin Farrell, qui nel ruolo di John Sugar, un cordiale, ma allo stesso tempo enigmatico, detective privato, specializzato nel ritrovare persone scomparse.

Sugar è composta da un totale di otto episodi e le prime due puntate saranno seguite da un nuovo episodio in uscita ogni venerdì sulla piattaforma streaming Apple. Nel cast della serie ci sono anche Kirby Howell-Baptiste, James Cromwell, Amy Ryan, Anna Gunn, Dennis Boutsikaris, Sydney Chandler, Nate Corddry e Alex Hernandez.

La figura di John Sugar

Una delle figure più utilizzate e iconografiche nella narrativa, nella serialità e nel cinema è quella del detective privato, generalmente rappresentato come misterioso, arrabbiato con sé stesso e con un segreto da proteggere. Dalla nascita di questo archetipo ad oggi, sulla carta così come sullo schermo, si sono susseguite tantissime versioni e interpretazioni di questa figura e la serie Apple TV+ con Colin Farrell ne racchiude alcune, le più emblematiche, aggiungendo però anche degli elementi distintivi, nuovi.

La serie è incentrata su John Sugar, un astuto, audace, raffinato, enigmatico e soprattutto appassionato di cinema, investigatore privato, specializzato nel ritrovare persone scomparse. John sta indagando sulla sparizione di Olivia (Sydney Chandler), nipote di un rinomato e potente produttore di Hollywood: Jonathan Siegel (James Cromwell). Mentre cerca indizi sul caso, scopre segreti oscuri sulla famiglia che lo ha assunto, alcuni dei quali recenti e altri sepolti da tempo.

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Colin Farrell in Sugar

Nel seguire casi che gli vengono affidati, Sugar si impegna totalmente. Per lui non si tratta mai solo di affari, ci sono persone di mezzo e non è mai scortese, ma anzi si dimostra di buon cuore. Ricorre alla violenza solo quando non può farne a meno e, naturalmente, ci saranno momenti in cui sarà necessario farne ricorso.

La storia narrata in Sugar si articola su due percorsi, con il protagonista come punto di convergenza e il genere noir vivisezionato e arricchito di elementi contemporanei.

Il passato tormentato del detective, così quanto le sue indagini, ci vengono mostrate progressivamente nel corso del racconto, rivelando continuamente nuovi frammenti di verità allo spettatore, che dovrà mettere insieme questo confusionario puzzle.

L’interpretazione di Farrell è quasi eccellente, il personaggio non cade mai involontariamente nei soliti cliché che lo hanno da sempre accompagnato poiché in fase di scrittura sono stati bravi a dosare ogni suo aspetto perfettamente. Farrell, sfruttando a, meglio il suo fascino e le sue doti attoriali, ha portato Sugar sullo schermo con lo stesso charme ed umano equilibrio.

Un viaggio contemporaneo nel genere noir

Nei suoi primi minuti Sugar può sembrare un esercizio di stile, riuscito, ma fine a se stesso.

Questa sensazione si ha per un po’, ma andando avanti ci si rende conto che anche la sceneggiatura funziona ed è salda, studiata e appassionante, al netto di qualche momento forse eccessivamente confusionario agli occhi dello spettatore.

Ci sono sicuramente delle occasioni in cui l’estetica prende il sopravvento, ma grazie a questo linguaggio visivo Meirelles e Arkin danno vita al mondo di John Sugar, arricchendolo con la scelta di utilizzare un montaggio peculiare, con tagli e movimenti di macchina obliqui.

Colin Farrell e James Cromwell in Sugar

Sugar è un suggestivo neo noir che richiama e gioca con le atmosfere del passato, partendo dalla sigla dal gusto retrò e aggiungendo pian piano elementi contemporanei.

La relazione con l’attualità è chiara, specialmente nella narrativa, che dipinge delle dinamiche dell’industria cinematografica, frequentemente coinvolta in scandali, condotte discutibili e tragedie umane che lasciano il segno.

Ogni episodio è un costante tributo al genere noir, alle sue sfaccettature e spunti. Si intravede anche quella che è la nuova direzione che può e sta prendendo grazie ai registi che scelgono di rappresentarlo oggi, senza dimenticare com’era, con continui richiami ai film che hanno segnato la storia del genere.