La storia di come Belle Gibson riuscì a ingannare il mondo falsificando la sua intera vita per ottenere successo e attenzione dalle persone.
Una fama esplosa all’improvviso e la costante dedizione dei suoi fan a seguire ogni sviluppo della sua cura alternativa contro il cancro hanno portato Belle Gibson a diventare la donna più influente del momento. Siamo agli albori dei social media eppure molte influencer – come la protagonista della miniserie australiana – hanno già capito il potenziale di questo strumento e come sfruttarlo per ottenere i guadagni desiderati.
Ispirato al romanzo La donna che ingannò il mondo dei giornalisti Beau Donelly e Nick Toscano, la nuova serie targata Netflix ideata e scritta da Samantha Strauss (autrice, tra l’altro, di Nove perfetti sconosciuti per HBO) e diretta da Jeffrey Walker indaga la nascita e la caduta di un impero costruito meschinamente su menzogne. Con Kaitlyn Dever e Alycia Debnam-Carey, Apple Cider Vinegar è disponibile dal 6 febbraio 2025 in streaming.
Apple Cider Vinegar: una storia basata su una bugia
Tra passato e presente viene snocciolata la vita dell’influencer del wellness Belle Gibson (Kaitlyn Dever), una giovane ragazza madre a cui viene diagnosticato un cancro al cervello. Non volendosi affidare alla medicina tradizione prescritta dai medici, la protagonista decide di sfidare l’istituto sanitario per intraprendere una cura alternativa basata esclusivamente su uno stile di vita sano caratterizzato da un’alimentazione per lo più vegetariana, benessere e movimento.
Affidandosi ai social media come portavoce per ispirare altrettante persone malate a seguire il suo stesso percorso curativo, Belle arriva nel giro di pochi anni a costruire un impero nonché una comunità di seguaci pronti a sostenerla fortemente.

Parallelamente al suo vissuto si intreccia la storia di Milla Blake (Alycia Debnam-Carey), giovane blogger a cui viene diagnosticato un sarcoma al braccio e la cui unica salvezza dalla morte si traduce nell’amputazione dell’arto. Sconfortata dal terribile destino, la ragazza decide di voltare le spalle al trattamento prescritto dai medici per rivolgersi a un istituto messicano rinomato per l’abilità nello sconfiggere malattie attraverso una semplice dieta.
Due donne simbolo per la lotta contro il cancro, due imprenditrici del benessere legate dalla speranza di un futuro migliore per loro. O almeno, questo è l’augurio di Milla. Per Belle l’unico desiderio è di arricchirsi sulle spalle di giovani sfortunati che credono alla sua storia. Perché lei, il tumore, non l’ha mai avuto.
L'illusione di una vita perfetta
Chi è Belle Gibson? Una madre. Un’imprenditrice. Ma soprattutto un’impostora. Dopo il grande successo di Inventing Anna, la nota piattaforma streaming punta le sue carte sulla stravagante vita di un’influencer avida di attenzioni e potere e delle sue decantate bugie rimaste sopite nell’oscurità per troppi anni. Correggendo il tiro dopo aver ricevuto una causa per diffamazione con la miniserie Baby Reindeer, il colosso avverte fin da subito i suoi spettatori che ciò che andranno a vedere è una storia vera basata su una bugia, sebbene molti dei personaggi ed eventi sono stati creati e/o romanzati. Non quello di Belle Gibson, per lo meno.
Apple Cider Vinegar si fonda su una struttura non lineare che si apre su due archi temporali, ossia passato e presente. È su questo modello che si delinea la vita della protagonista Belle Gibson, una giovane ragazza dal passato problematico segnato da un senso di solitudine e abbandono da parte della sua famiglia (il padre, totalmente assente, mentre la madre apparentemente sembra troppo impegnata per badare a lei). Il suo ricercare costantemente l’attenzione di chiunque si sviluppa fin da giovanissima, anche tra i suoi stessi coetanei, un bisogno di attenzione che la porta inesorabilmente a fingere diverse malattie mai diagnosticate dai dottori.
È attraverso l’abile strategia di adottare continui stacchi tra il suo passato e il suo presente che lo spettatore riesce a entrare nella mente di Belle e a capire il senso di molte sue azioni, senza tuttavia riuscire a provare un senso di comprensione o empatia nel suo personaggio. Di fatto Belle può essere associato come l’antagonista della storia, un personaggio negativo nato con il forte desiderio di essere amato e accettato.
Il merito della riuscita di questa caratterizzazione va senz’altro riconosciuta alla sua interpreta Kaitlyn Dever (nota per Ticket to Paradise e nella serie Unbelievable), perfettamente capace nel racchiudere con il suo sguardo le intemperie di un personaggio tanto controverso quanto reale. È lei a sorreggere l’intero spettacolo attraverso battute sagaci condite con un pizzico di follia, dimostrando un portento notevole e una performance indimenticabile.

La miniserie, tuttavia, segue altri punti di vista: se a dominare la scena è Belle Gibson, i personaggi secondari che ruotano attorno a lei acquistano un certo spessore. Un esempio è dato dalla sua rivale Milla Blake - basata presumibilmente sulla figura di Jessica Ainscough - ragazza a cui è stato diagnosticato un cancro ma che insegue una rotta simile a quella di Belle, ossia promuovere attraverso i suoi canali l’utilizzo della medicina alternativa come fonte per sconfiggere le malattie.
Ciò che contraddistingue le due è sicuramente la bontà d’animo e la disperazione di Milla nell’avere poca fede nei dottori e nella assistenza sanitaria in generale, portandola inconsciamente a fare affidamento su un trattamento mai supportato da ricerche scientifiche. Oltre a lei trovano spazio anche la sua migliore amica – e assistente della protagonista – Chanelle, figura chiave in quanto sarà colei che rivelerà ai giornalisti il circo messo in piedi da Gibson e la malata oncologica Lucy, una fan di Belle che seguirà (almeno inizialmente) le sue orme.
La miniserie Apple Cider Vinegar funge come monito della realtà distorta che negli ultimi anni ha cominciato a prendere piede soprattutto sui social media, una disinformazione diventata piano piano la nostra realtà quotidiana. Ciò è evidente nell’utilizzo che ne fa Belle, portandola a costruire un’egemonia assoluta attraverso l’applicazione The Whole Pantry (un ricettario composto da 50 piatti vegani a base vegetale) volto a curare le persone affette da cancro, un successo che l’ha condotta in seguito a collaborare con Apple e a firmare un contratto editoriale con una famosa casa editrice.
Siamo solo agli albori di social come Instagram, eppure attraverso la lente patinata è possibile notare la manipolazione e il raggiro volto a illudere le persone. Una macchinazione ancora in atto per mezzo delle numerose influencer che hanno preso il comando di questi social network per sponsorizzare una vita apparentemente perfetta.
La serie segue anche l’utilizzo della medicina tradizionale e di quella alternativa, anche se il punto focale viene rivolto all’esperienza negativa delle donne dei confronti del servizio sanitario e di come i medici si rapportano a loro (il caso lampante arriva direttamente con Milla quando si ritrova a fronteggiare una equipe di specialisti, per lo più composta da uomini, che manco si rivolgono a lei per parlare ma a suo padre, facendola sentire l’anello debole della situazione).
Certamente la miniserie Netflix ha il pregio di avere una sceneggiatura accattivante dominata da battute acute abbellite con un certo black humor – lo stesso titolo Apple Cider Vinegar si riferisce alla pratica usata dalla protagonista nel bere dell’aceto di mele per espellere dalla bocca il verme solitario dovuto alla scoperta di aver contratto la tigna, magia no? – contrassegnata dall’ uso della rottura della quarta parete di ogni personaggio che introduce l’episodio, una fotografia color pastello per risaltare la bolla illusoria nella quale vive Belle e una colonna sonora pop dei primi anni 2000. Non stupisce come il primo episodio si apra sulle note di Toxic di Britney Spears, un chiaro indizio della tossicità di una persona che è riuscita a ingannare il mondo intero con le sue finte diagnosi.