Si è appena conclusa un'altra stagione di uno degli show Disney plus (originale di Hulu) più visti di sempre: Only Murders in the Building con Steve Martin, Martin Short e Selena Gomez.
Le guest star di questo ciclo di puntate sono nuovamente grandi nomi come Christoph Waltz, Renée Zellweger e Logan Lerman, poi Tea Leoni, Bobby Cannavalle e Meryl Streep.
Dopo la nostra recensione dei primi 4 episodi, siamo pronti a tirare le somme anche per questa quinta stagione che, questa volta, tra una partita al casinò e dei loschi sotterfugi mafiosi capitanati dal boss Nicky Caccimelio, ha visto la risoluzione dell'omicidio di Lester, lo storico portinaio dell'Arconia. Con lui se ne va una parte simbolo del palazzo ed anche un po' di stile tipico della serie, ecco perché.
Only Murders in the Building 5, il trio è la chiave di tutto
Come avevamo detto precedentemente, la forza di questa serie tv è proprio il lato comedy particolarmente presente, tra una battuta e l'altra e dei riferimenti cinematografici davvero interessanti per i più appassionati e non solo.

Tutto ciò è prevalentemente generato dal fatidico trio del palazzo: Charles, Oliver e Mabel, che sono proprio il punto centrale grazie alla quale si crea il confronto generazionale e la serie resta sempre un ottimo prodotto di intrattenimento. A conti fatti, per quanto possano essere le colonne portanti della serie, non sembrano sentire il peso di questa responsabilità poiché ormai risultano perfettamente affiatati ed integrati con l'essenza del palazzo e di Only Murders in the Building.
Only Murders in the Building 5 è un'arrampicata sui muri dell'Arconia
A volte, per creare una lunga serie TV, servono molte idee originali, a seconda di quanto si vuole raccontare. Tuttavia, col passare del tempo e con l’avanzare degli episodi, può capitare che alcuni elementi diventino ripetitivi o privi di vera creatività.
Nel finale della quarta stagione questo accade davvero: Charles e Oliver salvano Mabel con gesti eroici, ma ora è successo di nuovo. Infatti, soprattutto nella seconda metà della quinta stagione, compaiono diversi elementi piuttosto forzati che compromettono la credibilità e la coerenza degli eventi, dando la sensazione di un “ripescaggio” artificioso pur di far tornare tutto. Sembra, però, che questa volta abbiano finito per graffiare un po’ le pareti.

Non si tratta di un difetto grave, poiché il meccanismo delle serie TV gialle o true crime è spesso questo. Tuttavia, il modo in cui la storia viene scritta e raccontata potrebbe essere reso più coinvolgente e meno prevedibile.
Lo schema di Only Murders in the Building 5
Siamo tutti d'accordo che, come accennato sopra, a volte quando l'affare si protrae, inizia ad avere segni di cedimento ed usura, ma in qualche modo si rimane sempre col fiato sospeso fino all'ultimo e la grande rivelazione finale lascia spesso e volentieri a bocca aperta.
La tecnica di Only Murders in the Building ormai l'abbiamo capita tutti: punta sempre a ribaltare l'attenzione e il dubbio dello spettatore sui più sospettati, per poi alla fine dare alla luce un colpevole che non è mai stato fra i principali indiziati sulla lavagna deli omicidi o non ha mai avuto grosse interazioni con i protagonisti.
Nelle ultime puntate qualcosa di leggermente prevedibile forse c'è anche stato, ma alla fine la risoluzione del caso e l'arresto dell'assassino, lasciano di stucco.
Le tradizioni di Only Murders in the Building non si interrompono
Proprio quando tutto sembra sistemato e i protagonisti insieme agli abitanti del palazzo possono finalmente tirare il fiato, ripiomba una nuova vittima. Questo è già successo per ben 4 volte, ma arrivati alla cinquina c'era il dubbio.

Come ogni stagione di Only Murders in the Building che si rispetti, la tradizione non viene mai interrotta, ma del resto non sarebbe la serie che conosciamo senza un nuovo omicidio negli ultimissimi minuti, che apre le porte alla già confermata sesta stagione.
