Sakamoto Days, che ricordiamo essere sempre disponibile su Netflix oltre che su altri siti incentrati sugli anime come Crunchyroll, continua la sua peculiare abitudine di dare il giusto spazio ai personaggi all’interno di una storia guidata dalla trama.
Per un po’ di tempo, Shin ha corso accanto a Sakamoto, cercando di respingere gli assassini che gli davano la caccia, mettendo a rischio la propria vita. Ora che i cattivi sono venuti a cercarlo, Shin si trova a fare i conti con il doppio peso della responsabilità personale e del suo passato. L’azione frenetica non riesce a nascondere il lato emotivo della storia, mentre la dinamica coppia di Sakamoto e Shin combatte per infiltrarsi nel covo nemico. Sorpresa e suspense li attendono, così come il pubblico.
Non è la prima volta che Sakamoto Days adatta gli archi narrativi del manga in più episodi. Tuttavia, come nello scorso episodio e per il resto di quest'arco, l’anime offre una narrazione episodica coinvolgente e non auto-conclusiva. Viene mostrato un attacco al laboratorio su due fronti: da un lato Sakamoto, dall’altro l’Ordine.

Sangue, violenza e tensione dominano la scena, catturando l’attenzione del pubblico con il conflitto tra eroi e nemici. Potrebbe essere l’episodio con più azione dalla premiere della serie. Ma non è solo un’esplosione di combattimenti spettacolari: l’episodio approfondisce anche il passato di Shin, donando una componente emotiva alla storia.
Gli intrecci narrativi di Sakamoto Days
L'episodio si apre con l'interazione dentro al supermercato tra Heisuke e Hana, triste perché né Shin né Lu sono presenti nel negozio per ascoltarla parlare del Giorno dei Genitori. È un inizio cupo che sottolinea la serietà della situazione. Lu è ancora prigioniera di una misteriosa organizzazione che ha preso il controllo del Laboratorio Okutabi, e da qualche parte all’interno ci sono Sakamoto e Shin, determinati a salvare la loro compagna. Anche se la trama sembra lineare, i nemici la complicano notevolmente.
L’episodio non parte subito con l’azione, infatti dopo aver lasciato il pubblico sulle spine nell’episodio precedente senza approfondire il passato di Shin l’episodio 8 rimedia prima di scatenare i combattimenti. Lu trova il capo scienziato Asakura nella sua stessa cella, e da lì parte un flashback. Dalla scoperta sulla nascita dei poteri di Shin fino ad arrivare alla sua emarginazione, la malinconia si fa sentire. Tuttavia, non si tratta di una tragica storia di abusi, ma del racconto di un uomo tormentato dal senso di colpa per aver rovinato la vita di qualcuno che considerava come un figlio.
Oltre al flashback sulle origini del nostro telepate questo episodio avvolge il pubblico in una rete di narrazioni interconnesse: Alcune come l’incontro tra Lu e Asakura, portano a momenti toccanti, mentre altre preparano il terreno per la battaglia. Sakamoto e Shin continuano il loro scontro con Mad Horiguchi, che riesce a ribaltare la situazione nonostante la superiorità numerica e la forza dei protagonisti. L’astuzia di Horiguchi aggiunge una componente strategica al combattimento e mantiene alta la frustrazione del pubblico, che desidera vedere i protagonisti trionfare.
Parallelamente, i membri dell’Ordine, Shishiba e Osaragi, fanno una silenziosa incursione nel laboratorio, lasciando dietro di sé una scia di cadaveri. Ma nessuno riesce a tenergli testa come Horiguchi. La loro presenza non genera l’adrenalina che ci si aspetterebbe da uno scontro tra due potenti fazioni, mentre il brutale duello tra Shin e Seba, con un ingresso a sorpresa nel finale, offre uno spettacolo ben più avvincente.
Non mancano momenti comici: dalle scenate di Lu agli ingenui errori di Sakamoto causati dagli inganni di Horiguchi, è sempre il team del negozio di convenienza a fornire i momenti di leggerezza. Tuttavia, questi episodi umoristici sono rari e vengono presto oscurati da momenti di violenza e serietà.

L’Ordine si mostra spietato nella sua missione, e l’episodio gliene dà l’occasione. Sakamoto Days fino a quest'ultimo episodio possedeva una calda atmosfera slice-of-life che lo distingue rispetto ad altri battle shounen. Tuttavia, con la sua improvvisa virata verso una violenza grafica fatta di teste mozzate e schizzi di sangue, la serie infrange questa illusione e porta l’azione a un livello superiore.
I nuovi personaggi creano un'atmosfera gore
Nonostante l’episodio possa sembrare una narrazione caotica creata appositamente per accontentare gli amanti dell’azione, la storia non dimentica il suo cuore emotivo. Il passato di Shin è un elemento fondamentale della narrazione, ma in maniera curiosa, più che per lui stesso, serve per dare coraggio e motivazione Lu. Non solo il suo tentativo di fuga con Asakura è una diretta conseguenza del flashback, inoltre emerge e viene approfondita la connessione emotiva tra il pubblico e un giovane Shin.
Innocente e curioso, Shin ha ottenuto i suoi poteri grazie alla sua voglia di conoscere, ma questa stessa caratteristica lo ha reso un emarginato.
Mentre l’episodio intreccia più linee narrative, vengono introdotti anche numerosi nuovi personaggi come gli assassini di Kashima e quelli dell’Ordine, mentre gli ex-assassini Sakamoto e Shin si lanciano al loro inseguimento.
A parte la squadra di Sakamoto, che ha fatto voto di non uccidere, tutti gli altri assassini sono disumanamente assuefatti alla violenza ed è proprio questo fatto che introduce a pieno l'atmosfera gore che dovrebbe creare una storia sugli assassini. La loro sete di sangue li rende eccentrici, ma, al tempo stesso, sorprendentemente simili. Sebbene Shishiba e Osaragi siano formalmente dalla parte opposta rispetto a Kashima e Seba, la loro calma omicida aggiunge una sfumatura unica all’anime.

Tra le performance vocali, Tomokazu Sugita nei panni di Taro Sakamoto e Nobunaga Shimazaki nel ruolo di Shin Asakura mantengono un saldo controllo dell’episodio. Per quanto violenta possa essere l’azione, Sugita e Shimazaki bilanciano la scena con il loro tono. Shimazaki si distingue in maniera eccelsa nel combattimento contro Seba, alternando momenti eroici a espressioni esasperate che rendono lo scontro più teso. Tuttavia, il doppiatore che probabilmente si è divertito di più rubando il centro dell'attenzione è Setsuji Sato, che nei panni di Mad Horiguchi offre una performance memorabile con la sua risata sinistra e le sue provocazioni incessanti.
Sakamoto Days: una animazione che sostiene l'azione
L'episodio 8 è ricco di molteplici sequenze d’azione che permettono a TMS Entertainment di mettere in mostra il proprio talento sullo schermo. Il combattimento tra Sakamoto, Shin e Horiguchi è pura distruzione, e l’animazione lo enfatizza con ritmi serrati e angolazioni drammatiche. I movimenti rapidissimi di Horiguchi sono ben realizzati, così come gli impatti devastanti dei pugni di Sakamoto.
Sebbene l’episodio non faccia un uso eccessivo di effetti speciali, le sue immagini riescono a generare l’atmosfera corretta in base alla narrazione. Già dalla prima scena, un negozio vuoto e immerso nell’oscurità riporta un senso di malinconia, amplificato dalle lacrime di Hana, mentre le ambientazioni sono strutturate in modo da consentire ai personaggi di eseguire mosse spettacolari in spazi chiusi. Tuttavia, la funzione principale dello stile d'animazione in questo episodio serve è quella di raffigurare la brutalità della battaglia. I fiumi di sangue e le teste mozzate dipingono una realtà cruda e spietata, mostrando il vero volto del mondo degli assassini.