Il maestro del body horror, David Cronenberg, è tornato nelle sale cinematografiche a distanza di tre anni dalla sua ultima opera (Crimes of the Future) con The Shrouds-Segreti sepolti (qui trovate la trama del film), una pellicola che riprende le atmosfere macabre e affascinanti tipiche di una gran parte della filmografia dell'acclamato regista, ma non solo.
The Shrouds-Segreti sepolti è un film ricco di spunti di riflessione. Nel corso della narrazione vengono toccate e affrontate tantissime tematiche, tra le quali: la morte, l'ossessione e i muatmenti del copro.
Cronenberg si chiede anche fin dove può spingersi la tecnologia e l'innovazione in campo medico-scientifico, mostrandocene una parte, e un ruolo fondamentale è dettato dalla paura di essere controllati da forze più grandi di noi e dall'addentarsi verso il cospirazionismo e dalle teorie complottiste. Ma The Shrouds - Segreti sepolti, oltre a raccontare tutto questo affronta anche l'elaborazione del lutto da un punto di vista personale.
The Shrouds: il dolore di Cronenberg e l'elaborazione del lutto
Il film prende vita da una dolorosa esperienza vissuta del regista: la morte della moglie Carolyn Zeifman, venuta a mancare causa di un cancro. Nel corso di un'intervista rilasciata a Variety, Cronenberg ha dichiarato:
"The Shrouds è stato in parte ispirato dalla morte di mia moglie nel 2017. Stavamo insieme da 43 anni. In realtà tutti i miei film sono personali in un modo o nell'altro, persino un film come "A Dangerous Method" (2011)per esempio, che non sembrerebbe molto ovvio. Non è necessario che il pubblico sappia tutto questo. Non è davvero rilevante per l'esperienza cinematografica, secondo me. E la penso allo stesso modo per "The Shrouds". Vale a dire, il fatto che possa avere un significato personale per me e che ci possano essere alcune linee di dialogo che provengono dalla mia esperienza di vita reale non lo rende quindi un buon film. Il film deve reggersi da solo."
Alla domanda: Realizzare questo film è stato parte del tuo processo di elaborazione del lutto?
Il maestro del cinema ha risposto: "Non penso davvero all'arte come a una terapia. Non credo che funzioni in questo modo. Se sei un artista, tutto ciò che fai, lo fai a partire dalla tua esperienza di vita, non importa cosa sia. Che tu stia rielaborando qualcosa del tuo lontano passato o delle tue circostanze attuali, c'è sempre energia creativa che può essere estratta dalla tua vita. Ma il dolore è per sempre, per quanto mi riguarda. Non se ne va. Puoi prenderne le distanze, ma non ho sperimentato alcuna catarsi durante la realizzazione del film."

La genesi di The Shrouds: doveva essere una serie Netflix
Cronenberg poi ha raccontato che l'idea per il film è nata in un periodo precedente alla pandemia. Si recò a Los Angeles con l'intento di proporre il progetto a Netflix, a quel tempo, l'idea era ben definita nella sua mente, sebbene non aveva ancora preso forma in una sceneggiatura.
Le persone con cui ebbe modo di confrontarsi si mostrarono estremamente ricettive, e Netflix gli diede il via libera per iniziare a lavorare a al "prototipo", ovvero il primo episodio abbozzato della futura serie tv.
Il risultato piacque a tal punto che gli venne subito chiesto di procedere con la stesura del secondo episodio, tuttavia, per una serie di ragioni, il progetto non proseguì oltre quella fase e venne cancellato. Sul motivo della cancellazione della serie da parte della nota piattaforma streaming, David Cronenberg, sempre a Variety ha raccontato:
"Sì, mi hanno dato una ragione classica. Hanno detto: "Non era ciò di cui ci siamo innamorati nella stanza", il che per me è stata una cosa molto hollywoodiana da dire. Speravo che Netflix non fosse Hollywood come Hollywood. Ero sconcertato perché pensavo di essere stato molto specifico con loro, ma immagino che non fossimo d'accordo su dove pensavamo che la serie dovesse andare. Cosa puoi fare?
Ciò di cui si sono innamorati in qualche modo ero io, il che è lusinghiero. Quel giorno mi hanno chiesto nella stanza da dove fosse venuta questa idea, e io ho detto: "Quanto vuoi che sia dark?" Immagino che pensassero che sarebbe stato un film sul dolore molto intimo e personale. Non l'ho mai visto solo come tale, è un elemento enorme, ovviamente. Ma non mi avrebbe interessato se fosse stata l'unica cosa di cui parla."