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Adolescence, Recensione della miniserie Netflix di cui tutti parlano

Ultimamente molto chiacchierata, la miniserie Netflix Adolescence è formata da 4 episodi girati in piano sequenza. Ma com’è veramente?

Recensione di 

Adolescence

Contenuto della recensione

Un ragazzino di 13 anni viene accusato di omicidio, inizia così la serie tv Adolescence di Netflix, molto chiacchierata nelle ultime settimane, soprattutto in Italia. Si tratta di una miniserie di soli 4 episodi uscita in streaming su Neflix, ideata da Philip Barantini e diretta da Stephen Graham e Jack Thorne, caratterizzata da una particolare tecnica che sta facendo tanto discutere.

È già stata definita come "capolavoro" da alcuni appassionati, ma occorre fare un'analisi e capire quali sono i punti riusciti e quali un po' meno della serie. Anticipiamo che forse, questa volta, agli occhi del pubblico viene valorizzata e spinta maggiormente la parte tecnica e della realizzazione rispetto alla trama e il racconto stesso, ma capiamone di più.

Ci sono alcune miniserie che passano spesso inosservate, altre che dopo il loro picco ricadono nel dimenticatoio, invece alcune che si prendono gran parte della scena e lasciano decisamente il segno, come nel caso di Adolescence.

Magari non tutti sono riusciti a notarlo o venirne a conoscenza, ma ogni episodio della serie è girato in un unico lunghissimo piano sequenza, senza alcun tipo di taglio o inquadrature alternate. Un'unica camera e tanti operatori attenti.

Immagine dal backstage in uno dei piano sequenza di Adolescence.

Questo rappresenta un piccolo ma significativo esperimento cinematografico, che, in soldoni, differenzia e caratterizza la miniserie Netflix. Si può pensare essere un azzardo non da poco, ma con il grande lavoro che sta dietro la scena, la vasta preparazione e soprattutto i vari tentativi eseguiti, si può definire un'impresa oltre che ben riuscita.

L'importanza della sceneggiatura in Adolescence

Per un prodotto di questo tipo, girato e realizzato in questa maniera, come accennato nelle righe sopra, serve chiaramente una lunga preparazione e coordinazione per ogni presenza sul set. Una coordinazione che richiede anche un certo tipo di responsabilità e pre-produzione.

Per ottenere un risultato efficace, occorre chiaramente in primis, una sceneggiatura ben salda e moderata, uno sviluppo della stessa preventivamente accurato e preciso, sapendo che sarà girata tutta in 4 piani sequenza e che gli argomenti trattati non sono così semplici e scontati. In Adolescence è possibile vedere una sceneggiatura leggermente altalenante in alcuni punti, che, soprattutto negli episodi centrali, mostra dei piccoli segni di cedimento rispetto al suo intenso episodio pilota in cui l'attenzione dello spettatore resta sempre molto alta.

Una scena dalla serie tv, Adolescence.

Potrebbe apparire un po' bucherellata e a tratti prolissa o noiosa, ma forse è proprio questo il tipo di movimento su cui vuole svilupparsi la miniserie Netflix, riuscire a raccontare diversamente dal solito un caso giudiziario. Incentrandolo oltretutto, nel corso delle puntate, anche su quello che gira attorno ad esso, come ad esempio la famiglia stessa del giovane omicida, distogliendo leggermente l'accollo del focus centrale.

Ma la sceneggiatura non è l'unico fattore importante in questa serie, poiché mai come in questi casi è importantissima la coordinazione di tutta la troupe. I movimenti tra attori e cameraman, sono una parte a cui probabilmente hanno dovuto prestare maggiore attenzione.

L'impegno degli attori da non sottovalutare

In un piano sequenza non si può sbagliare, altrimenti si ricomincia tutto da capo. La riuscita di questa operazione dipende molto anche dagli interpreti stessi. In questo caso, Adolescence ha richiesto una grandissima preparazione da parte degli attori che, vista la durata delle registrazioni di circa un un'ora, dovevano utilizzare molta concentrazione e sembrare il più realistici possibile senza mostrare anomalie.

Una scena dalla serie tv, Adolescence.

Su questo importante segmento di realizzazione non ci sono state problematiche e gli interpreti sono stati mediamente tutti capaci di buone performance attoriali. Spicca però il talentuoso e giovanissimo Owen Cooper, che interpreta il protagonista Jamie Miller, il primo a cui rivolgere riflessione. Non ha mai mostrato crepe nonostante una certa tensione legata alla serietà del personaggio. Anche nel molto chiacchierato terzo episodio, che ragiona ampiamente sulla colpevolezza e gli aspetti psicologici del caso, è stato nella parte senza segni di cedimento.

Una scena dalla serie tv, Adolescence.

Sicuramente degni di menzione e riconosciuti elogi sono Stephen Graham (Eddie Miller) che è stato di intensa bravura, Ashley Walters (rapper britannico che ha dato volto al Poliziotto Luke Bascombe), Erin Doherty (la psicologa) e Christine Tremarco con Amélie Pease (rispettivamente la madre e la sorella della famiglia Miller).

La regia di Adolescence, l'elemento motrice per lo spettatore

Ovvio che, come in tutti i prodotti cinematografici, la regia è il capostipite e la controparte di maggior rilevanza e importanza. Questa volta su tutte, c'era bisogno di focalizzare e coinvolgere il più possibile coloro che sono a guardare.

Un'immagine backstage di "Adolescence"

La serie, diretta da Stephen Graham e Jack Thorne, è quasi come un gameplay, perché grazie alla tecnica usata, si può vivere come fosse girata in prima persona, lì ad osservare direttamente quello che succede, generando un ottimo coinvolgimento soprattutto nel pilota.

I movimenti di macchina, che seguono letteralmente la scena sono dettagliati e particolarmente centrati.

Adolescence lascia un velo di mistero

Conclusi i 4 episodi, Adolescence non dà particolari segni o rimandi ad una possibile seconda stagione o sequel, l'impegnativo lavoro è già stato ampiamente realizzato. Al momento, infatti, non ci sono conferme o dichiarazioni ufficiali.

Una scena dalla serie tv, Adolescence.

Nonostante questo, Adolescence già nei titoli di coda del primo episodio, per poi intensificarsi stradafacendo, mantiene uno strano velo misterioso. Un sentore che va a riflettersi su quanto potrebbe essere veritiera o eccessivamente costruita una vicenda del genere nella realtà dei fatti e su come, effettivamente, rimangono alcune piccole lacune senza vere e proprie spiegazioni qua e là. Una cosa voluta? Non è dato saperlo, ma l'esperimento, anche per il riscontro social che ha avuto, è più che riuscito.

Adolescence

Recensione diStefano Faverio, grande passione per il Cinema. Mi piace vederlo, analizzarlo e condividerlo! Dopo "La Fabbrica di Cioccolato" di Tim Burton e la Marvel, tra Film e Serie Tv, beh, il resto è storia...

Adolescence è una miniserie Netflix che, grazie a 4 episodi girati interamente in piano sequenza, si può definire un esperimento riuscito. Le vicende narrate sono interessanti e non è mai un male riflettere, ancora una volta, su determinati argomenti. Sbalorditiva per realizzazione, ma forse un po' calante a livello di sceneggiatura dopo l'episodio pilota. In ogni caso possiamo definirlo un piccolo gioiellino della piattaforma.

Informazioni sulla serie TV

Titolo: Adolescence

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