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Recensione

Anatomia di una caduta, Recensione: i limiti umani

La recensione del film Palma d’oro a Cannes di Justine Triet

Autore
Francesco
Schinea
Anatomia di una caduta, Recensione: i limiti umani

La Palma d'oro 2023 sbarca in Italia. Dopo la vittoria a Cannes, Anatomia di una caduta è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma. Il film scritto e diretto Justine Triet uscirà nelle sale italiane il prossimo 26 ottobre.

E si tratta di un film imperdibile. Dopo averlo visto, non può che far sorridere la scelta della Francia di candidare The Taste of Things di Trần Anh Hùng all'Oscar come miglior film straniero. Perché Anatomy of a fall è tra le cose migliori viste quest'anno per interpretazioni, sceneggiatura e regia. Un'opera strabiliante e sofisticata che vale tutti i suoi 152 minuti di durata.

Omicidio o suicidio?

Anatomia di una caduta è un thriller psicologico, al limite del legal-drama, costruito interamente attorno ad un caso di omicidio/suicidio. La morte di un uomo, Samuel, caduto dal tetto del proprio chalet di montagna tra le le Alpi francesi, porta le forze dell'ordine ad indagare sull'unica persona presente nell'abitazione al momento dell'accaduto: sua moglie Sandra Voyter (Sandra Hüller).

Mentre Sandra è una scrittrice di successo, Samuel è uno scrittore mancato che si dedica principalmente all'insegnamento, mettendo la famiglia ed in particolare suo figlio davanti alla propria carriera. Un evidente ribaltamento del classico rapporto di coppia.

Proprio il figlio dei due, Daniel, è una figura chiave nel corso indagini. Il processo mette in dubbio tutte le certezze del piccolo, ipovedente a causa di un incidente di cui era rimasto vittima anni prima. Daniel si trova a dubitare della madre, e con lui lo spettatore.

Anatomia di una caduta

Anatomia di un matrimonio

Tre macchie di sangue. Queste sono le uniche tracce presenti sulla scena del delitto. Un numero esiguo di indizi attorno al quale l'accusa costruisce il processo a Sandra. Allo stesso modo Justine Triet usa pochissimo, una caduta da un tetto ed una manciata di personaggi, per costruire una delle sceneggiature più interessanti degli ultimi tempi.

La pellicola non racconta semplicemente di una caduta fisica, quella che determina la morte di Samuel. Ma soprattutto una caduta metaforica, quella del matrimonio tra Sandra e Samuel. Il film mostra il lento declino del loro rapporto, andando a ripercorrere a ritroso le tappe che hanno portato alla morte dell'uomo.

Ecco che allora il tribunale diventa il teatro in cui tutti i riflettori sono puntati su Sandra. In cui il procuratore generale (Antoine Reinartz) tenta di dare una risposta alle domande irrisolte giocando con la propria fantasia. In assenza di certezze, il processo si trasforma in un continuo susseguirsi di ipotesi, pareri tecnici e addirittura analisi di romanzi. Almeno fino al momento in cui qualcuno non decide di sbilanciarsi, di credere più ad una possibilità che ad un'altra.

Ancor prima che un caso giudiziario, Anatomia di una caduta resta l'analisi di un matrimonio e di un'intera famiglia. Di come un incidente può cambiare una vita intera. Di come i sensi di colpa ed il senso di inadeguatezza possono pesare su un individuo. Di come possa esserci amore, sincerità e fiducia anche nella rivalità. L'impostazione iniziale da film giallo viene totalmente sovvertita. Anatomia di una caduta è più di un giallo, di un legal-drama o di un thriller. Tutti questi ingredienti vengono miscelati per dare forma ad un complesso viaggio nella psiche umana.

Anatomia di una caduta

A chi credere?

Anatomia di una caduta non è solo un film profondo, ma anche spaventosamente avvincente. C'è un motivo per cui riesce ad entusiasmare più dei classici gialli con decine di sospettati ed un detective pronto a risolvere miracolosamente il caso. Quel motivo è la capacità di insinuare morbosamente il dubbio nello spettatore. E a farlo grazio alla sua apparente semplicità.

Sandra è innocente o colpevole? Non vi sono altre opzioni, eppure tanto basta per mettere in scena una vicenda sensazionale. Quelle che inizialmente appaiono accuse improbabili acquistano sempre maggiore credibilità. Non vi è alcun punto di vista privilegiato. Le riflessioni che insorgono nello spettatore sono le stesse degli altri personaggi.

La forza di Anatomia di una caduta risiede proprio nella sua protagonista. In Sandra Hüller, già vista in un altro film premiato a Cannes come The Zone of Interest. Questa volta però l'attrice tedesca offre una performance perfetta nei panni del personaggio che porta il suo stesso nome. Una nomination ai prossimi Oscar sarebbe più che meritata.

A dir la verità tutto il cast principale lascia il segno nella pellicola. A partire da Swann Arlaud nei panni dell'avvocato di Sandra, fino ad arrivare a suo figlio Daniel (senza dimenticare neppure il suo cane, premiato con la Palm Dog Award).

Justine Triet ha confezionato un gioiello sotto ogni aspetto, dalla forma al contenuto. Un'opera stratificata che merita di essere ammirata sul grande schermo.

Anatomia di una caduta, Recensione: i limiti umani

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Anatomia di una caduta

Anatomia di una caduta entra di diritto nella cerchia dei migliori film dell'anno. Un avvincente legal-drama che parte da un'indagine di omicidio/suicidio per intraprendere un intimo viaggio nella psiche umana e nei rapporti interpersonali. Un'opera sofisticata e stratificata da non perdere.