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Il diritto di contare, la vera storia dietro il film: le donne nascoste che portarono l’uomo nello spazio

Ecco la vera storia de Il Diritto di Contare, il film che racconta le vite delle matematiche afroamericane della NASA che hanno cambiato la storia.

Di , scrivo di cinema perché non potrei farne a meno. Tutto è iniziato con Mulholland Drive, durante i miei studi a Roma, e da allora non ho più smesso. Il cinema mi ha dato tanto. Io gli devo tutto.

Una scena dal film, Il diritto di contare.

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Il diritto di contare, film del 2016 diretto da Theodore Melfi e candidato per ben tre premi Oscar, è basato sull'omonimo romanzo di Margot Lee Shetterly, il quale vanta il merito di aver riportato alla luce una storia vera straordinaria.

Durante la corsa allo spazio, mentre gli occhi del mondo erano puntati su astronauti come John Glenn e ingegneri come Gene Kranz, nelle stanze della NASA c'erano donne invisibili ma fondamentali. Tra queste, un gruppo di matematiche afroamericane conosciute come le West Computers. Ripercorriamo insieme la storia vera dietro il film.

Il diritto di contare: la storia vera dietro il film

Tutto ebbe inizio nel 1935, quando la Langley Memorial Aeronautical Laboratory, allora parte del NACA (precursore della NASA), iniziò ad assumere donne per svolgere complessi calcoli matematici necessari alla progettazione aeronautica. In un’epoca priva di computer elettronici, queste “calcolatrici umane” permisero agli ingegneri di concentrarsi sulla progettazione.

Col tempo, la domanda crebbe e anche le donne afroamericane furono assunte, ma segregate. Isolate nell’area ovest del campus, le West Computers furono chiamate così proprio per questa separazione fisica e sociale.

Una scena dal film, Il diritto di contare.

La svolta per l’assunzione di afroamericani in ambiti governativi arrivò nel 1941, quando l’attivista A. Philip Randolph minacciò una marcia su Washington per denunciare la discriminazione razziale. Questo spinse il presidente Roosevelt a firmare l’Ordine Esecutivo 8802, che vietava la discriminazione razziale nelle assunzioni federali. Fu così che donne come Katherine Johnson, Mary Jackson e Dorothy Vaughan entrarono a Langley, dando inizio a un nuovo capitolo della storia della scienza.

Non solo calcoli

Le West Computers non si limitarono a fare calcoli: contribuirono alla progettazione di aerei da guerra e, più tardi, alle missioni spaziali Mercury e Apollo. Katherine Johnson, in particolare, calcolò le traiettorie delle missioni che portarono gli Stati Uniti nello spazio e poi sulla Luna. Christine Darden si specializzò nel volo supersonico, mentre altre ottennero ruoli sempre più tecnici e specializzati.

Nonostante le barriere razziali e di genere, queste donne continuarono a lavorare duramente. Alcune, come Miriam Mann, si opposero attivamente alla segregazione con piccoli grandi gesti di coraggio, come il rimuovere più volte un cartello con la scritta “Colored Computers” dalla mensa.

La ricerca di Margot Lee Shetterly

Margot Lee Shetterly, l'autrice dell'omonimo romanzo, è cresciuta vicino a Langley, e fu proprio qui che scoprì con stupore che molte delle donne che aveva conosciuto da bambina avevano fatto parte di questo gruppo. Iniziò così una lunga ricerca per ridare voce a chi era stato dimenticato dalla storia ufficiale.

Secondo alcune stime, potrebbero essere state centinaia, se non migliaia, le donne che lavorarono in questi ruoli. Tuttavia, molte di loro lasciarono il lavoro per sposarsi o per motivi familiari, e finirono per sparire dai registri. Oggi, grazie a Hidden Figures (il titolo originale del romanzo e del film, tradotto poi in italiano con Il diritto di contare), le West Computers possono ricevere finalmente il riconoscimento che meritano.

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