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La ragazza del mare: la vera storia di Trudy Ederle, la prima donna a nuotare la Manica

Ripercorriamo insieme la straordinaria storia vera dietro il film Disney La ragazza del mare, con Daisy Ridley nei panni di Trudy Ederle.

Di , scrivo di cinema perché non potrei farne a meno. Tutto è iniziato con Mulholland Drive, durante i miei studi a Roma, e da allora non ho più smesso. Il cinema mi ha dato tanto. Io gli devo tutto.

Una scena dal film, La ragazza del mare.

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La ragazza del mare, il film del 2024 targato Disney diretto da Joachim Rønning e interpretato da Daisy Ridley, porta sul grande schermo la vita straordinaria di Gertrude “Trudy” Ederle, la prima donna a nuotare attraverso la Manica. Ripercorriamo insieme la straordinaria storia vera dietro il film.

Nata e cresciuta a New York, Ederle sopravvisse a una grave forma di morbillo che le lasciò danni permanenti all’udito. La passione per il nuoto nacque presto, grazie al padre e poi all’allenatrice Charlotte Epstein, fondatrice della Women’s Swimming Association. Quest’associazione era nata dopo la tragedia del 1904 sul battello General Slocum, in cui morirono oltre 1.000 persone, per insegnare alle donne a nuotare.

Ederle presto dominò le competizioni amatoriali e ai Giochi Olimpici di Parigi del 1924 conquistò una medaglia d’oro in staffetta e due bronzi individuali.

La sfida della Manica

Determinata a spingersi oltre, Trudy tentò per la prima volta di attraversare la Manica nel 1925, ma l’impresa fallì e sospettò perfino di essere stata sabotata dal suo allenatore. Non si arrese: cambiò coach e si affidò a Bill Burgess, il secondo uomo ad aver compiuto l’impresa, che le insegnò a sfruttare le correnti marine.

Una scena dal film, La ragazza del mare.

Il 6 agosto 1926, dopo 14 ore e 31 minuti di nuoto, Ederle arrivò sulla costa inglese: non solo diventò la prima donna a completare la traversata, ma migliorò di due ore il record maschile dell’epoca.

Un’icona dello sport femminile

La sua impresa abbatté il pregiudizio secondo cui le donne non erano fisicamente in grado di affrontare sfide sportive di tale resistenza. Pochi anni dopo, alle Olimpiadi del 1928, furono introdotti nuovi eventi femminili proprio grazie al suo successo.

A New York fu accolta da un trionfale ticker-tape parade, ma negli anni successivi preferì una vita lontana dai riflettori. A causa di un incidente alla schiena e del progressivo peggioramento dell’udito, si dedicò soprattutto all’insegnamento del nuoto, in particolare a bambini sordi.

La ragazza del mare e l’eredità di Trudy Ederle

Ederle visse fino a 98 anni e morì nel 2003. Non si sposò mai, ma rimase un punto di riferimento per le generazioni future. Come dichiarò in una delle sue ultime interviste: Dicevano che non poteva essere fatto. Ogni volta che qualcuno lo diceva, io volevo dimostrare il contrario. Ci voleva una ragazza americana per riuscirci.”

Con il film Disney La ragazza del mare, la sua storia torna a ispirare il mondo, ricordando che la determinazione può infrangere qualsiasi barriera.

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