Mission: Impossible - The Final Reckoning è, forse, l'ultima grande ed epica fatica di Ethan Hunt. Presentato in anteprima al 78° Festival di Cannes, è approdato nelle sale cinematografiche italiane oggi, 22 maggio. Siamo giunti all'ottavo capitolo di una delle saghe di spionaggio più celebri del mondo del cinema: a partire dal film del 1996 diretto da Brian De Palma, Tom Cruise ha rivoluzionato i canoni degli spy movies, facendoci sognare con le sue acrobazie stunt e abituandoci ad ambiziose sequenze d'azione.
In Mission: Impossible - The Final Reckoning, Tom Cruise continua ad alzare lo standard, rispettando quelle che sono le aspettative dei fan, con due scene, una sott'acqua e una tra le nuvole, leggendarie e memorabili. Ma se quest'ottava pellicola è davvero l'ultima del franchise, possiamo parlare di una degna conclusione? Scopriamolo insieme!

Dove eravamo rimasti con Mission: Impossible?
Mission: Impossible - The Final Reckoning inizia là dove si era interrotto Dead Reckoning. Questa è sicuramente una conclusione pensata in due tempi, un film di quasi sei ore che ruota attorno al problema dell'Entità, questa minacciosa intelligenza artificiale in grado di distruggere il mondo. Trovate le due chiavi in grado di sbloccare l'Entità, Ethan deve proteggerle da Gabriel, un nemico. Oltre a tener lontane le chiavi da mani indiscrete, Ethan deve riuscire a disinnescare l'Entità per salvare, ancora una volta (chissà se definitivamente) il mondo.
169 minuti che sicuramente vi terranno incollati allo schermo. Dopo un prima parte più lenta che punta anche sul famoso "effetto nostalgia", ci caliamo pian piano nell'azione vera e propria. Dal Sevastopol, un sottomarino russo, alle lotte aeree, di sicuro Tom Cruise, 63 anni, sa ancora come sorprenderci. Accanto a lui Hayley Atwell (Grace), Ving Rhames (Luther), Simon Pegg (Benji), Esai Morales (Gabriel), Pom Klementieff (Paris), Angela Bassett (Erika).

Tom Cruise ci fa sognare
Mission: Impossible - The Final Reckoning ha pro e contro. Christopher McQuarrie sa come dirigere un action movie: ormai è sicuro di sé, giunto per la quarta volta dietro la macchina da presa in questo franchise, e il sodalizio con Tom Cruise è evidente. Il divo hollywoodiano, dal canto suo, sa come sorprendere i fan e lo fa divertendosi. Sfida se stesso, sfida i cieli e gli oceani, è una macchina da combattimento. Tom Cruise non solo salva il mondo ma anche gli action movies e il cinema. Recentemente ha dichiarato di voler fare questo mestiere fino a 100 anni e il suo amore e la sua dedizione per il lavoro sono lampanti.
Purtroppo le quasi tre ore di film diluiscono ancora di più una sceneggiatura fragile che mette molta carne al fuoco per poi bruciarsi in risoluzioni banali. Già sappiamo come il tutto si risolverà e se siamo stupiti dalle sequenze d'azione, ci mancano sicuramente dei plot twist narrativi che interrompano una trama poco resistente e magari non degna del gran finale. Ma siamo pur sempre di fronte ad un Mission: Impossible che nonostante tutto (e nonostante gli anni) ci intrattiene e ci fa spalancare gli occhi, con un Tom Cruise che non smette mai di sognare e di farci sognare.