Se da un lato dispiace che O'Dessa sia finito direttamente in streaming su Disney Plus, dall'altro c'è la consapevolezza che pubblicizzare e portare in sala un film di questo tipo sarebbe stata un'impresa tutt'altro che facile. Le premesse sono quelle di un musical rock post-apocalittico, volendo trovare un genere ad un film che in un solo genere non si potrebbe racchiudere.
Se c'è una cosa che non si può rimproverare a Geremy Jasper, regista alla sua seconda opera dopo il successo di Patti Cake$, è proprio l'ambizione. O'Dessa è una commistione di suggestioni, ambientazioni, temi e toni. Un musical psichedelico, in cui convivono atmosfere anni Ottanta e un futuro distopico. Un progetto con tutte le carte in regola per essere qualcosa di sorprendente e innovativo, nonostante i tanti richiami ad altre pellicole del passato (Blade Runner, Il mago di Oz, Hunger Games), ma che finisce per perdersi in quella stessa indecisione che poteva essere il suo punto di forza.

La musica che salva il mondo (e il film)
Il cuore narrativo del film, la sua struttura portante, è banalmente rappresentato dal classico viaggio dell'eroe e dal potere della musica in un mondo senza speranza. Un mondo in cui la città di Satylite City è uno degli ultimi baluardi di civiltà, mentre un ditattore in stile mago di Oz, Plutonovich, controlla la popolazione attraverso spettacoli d'intrattenimento a base di torture.
Solo i "vagabondi", musicisti che prestano le loro chitarre e le loro voci per diffondere un messaggio di speranza nella popolazione, possono riportare l'equilibrio in una società malata. Tra queste vi è O'Dessa Galloway, una giovane contadina discendente di una famiglia di musicisti, che eredita dal padre solo una chitarra e una profezia, secondo cui la protagonista cambierà per sempre il mondo ormai in rovina.
Non sappiamo se la musica salverà anche il nostro mondo, ma le canzoni sono di certo tra le poche cose in grado di tenere a galla il film. Geremy Jasper è un musicista, ancor prima che un regista. Per l'occasione ha composto 13 canzoni originali, a metà tra country, rock e ballad. Forse non le canterete a squarciagola, ma di certo sono perfette nel contesto della pellicola e interpretate dalla perfezione.
Arriviamo così all'altro punto di forza della pellicola, le prove attoriali. Se da un lato Murray Bartlett e Regina Hall sono estremamente credibili e minacciosi nei panni dei villain, ma non hanno abbastanza spazio; dall'altro c'è una performace a tutto tondo di Sadie Sink. L'attrice di Stranger Things, che ritroveremo in Spider-Man 4, si scopre qui come cantante dalla voce incredibile. Forse la sua interpretazione migliore fino ad oggi, purtroppo non in un film all'altezza della sua prova e ancora intrappolata nelle atmosfere anni Ottanta, dopo i progetti Netflix (Fear Street e Stranger Things).

O'Dessa: quanto potenziale sprecato!
Il grande problema di O'Dessa è che finisce per intrappolarsi da solo nella sua duplice natura. La storia d'amore al centro del racconto e le scelte musicali lo avvicinano alle caratteristiche dei film per ragazzi, ma Jasper ambisce chiaramente a qualcosa di più. Non sembra però riuscire a scegliere fino in fondo, scontentando un po' tutti. E con grande dispiacere ammettiamo che forse sarebbe stato più producente renderlo un film per ragazzi, per quanto questo non fosse chiaramente nei piani del regista.
Tanti temi abbozzati e dimenticati, ad esempio quello ambientale, con il Plazma che sembra non avere un serio scopo, e viene nominato quasi esclusivamente all'inizio e alla fine pellicola. La sceneggiatura fatica a trovare una quadratura, tra dialoghi non eccelsi (meglio quando si comunica sulle note musicali), scelte narrative discutibili e un villain potenzialmente interessante ma sprecato, il Plutonovich di Bartlett che a metà tra dittatore spietato e conduttore televisivo avrebbe avuto tanto da dire.
È questo, insomma, il filo conduttore di O'Dessa. Non un progetto catastrofico, tutt'altro. La delusione è per quello che sarebbe potuto essere e non è stato. Il consiglio è di dargli comunque un'opportunità e non lasciarlo sprofondare nell'algoritmo e nel catalogo di Disney Plus. I motivi per apprezzarlo e farsi intrattenere non mancano.