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Recensione

Santocielo, Recensione: Ficarra e Picone tra sacro e profano

Il duo comico siciliano di Ficarra e Picone torna al cinema con Santocielo, un nuovo irriverente film che gioca con fantasia e religione.

Autore
Violeta
Fidanza
Santocielo, Recensione: Ficarra e Picone tra sacro e profano

Giovedì 14 dicembre è arrivato nelle sale italiane Santocielo, il nuovo film diretto da Francesco Amato che vede come protagonisti il famoso duo comico formato da Salvo Ficarra e Valentino Picone, il due tornano così al cinema a distanza di più di un anno uscita dell'ultima pellicola alla quale hanno preso parte: La Stranezza di Roberto Andò.

La trama di Santocielo: l'avvento di un nuovo Messia

Nel 2019 Ficarra e Picone sbarcarono nei cinema con: Il primo Natale, un film scritto e diretto da loro che aveva l'intento di riportare e far rivivere, attraverso gag comiche e l'utilizzo di elementi surreali, lo spirito del Natale e l'originaria tradizione del presepe.

Ora, il duo comico siciliano fa ritorno al cinema, mantenendo il caratteristico ed humor pungente ma candido che li ha sempre contraddistinti, sia al cinema che in televisione, con Santocielo, un film nel quale riprendono l'elemento religioso all'interno di una commedia divertente, po' folle e sicuramente più audace della precedente ma che affronta anche argomenti di attualità spinosi e di grande rilievo.

santocielo 1

La trama di Santocielo segue le vicende di Aristide (Valentino Picone), un angelo che nel Paradiso nato alla fantasia di Ficarra e Picone e degli altri cosceneggiatori (Francesco Amato, Davide Lantieri e Fabrizio Testi) riprendendo naturalmente anche gran parte degli elementi tipici dell'immaginario collettivo, lavora a quello che è un ufficio smistamento preghiere ma sogna di ottenere un trasferimento e poter cantare nel coro dell'Altissimo. Durante un'assemblea dei cherubini con Dio (Giovanni Storti) si discute del destino dell'umanità, se eliminarla attraverso un nuovo diluvio universale, o dare all'uomo una chance finale mandando sulla terra un nuovo Messia. La seconda opzione prevale, e qualcuno dovrà andare sulla Terra per ingravidare la donna prescelta con il figlio di Dio. Aristide si offre volontario, sperando che questa sia la sua opportunità per ottenere la tanto desiderata promozione al coro angelico.

Una volta arrivato a destinazione, l'obiettivo di Aristide è posare la mano sul ventre della prescelta e portare a compimento così velocemente la sua missione. Tuttavia, a causa di una serie di equivoci, finisce per toccare la pancia di Nicola (Slavo Ficarra), il vicepreside bigotto di una scuola Cattolica, depresso a causa della fine del suo matrimonio. Sarà dunque Nicola a ritrovarsi incinto del Messia, dopo questo pasticcio per poter tornare in Paradiso, Aristide dovrà trovare il modo di rimediare e riparare le conseguenze del suo errore anche se non sarà affatto facile.

Utilizzare le tematiche religiose per indagare sulla società

Dall'Eden alla Sicilia, la religione rappresenta un terreno comune con gli spettatori per Ficarra e Picone, un codice comunicativo che reinterpretano con rispetto e garbo ma che non sempre funziona sul grande schermo. Ficarra e Picone con Santocielo puntano ad un livello più alto, più ambizioso con una commedia che ricerca meno la risata istantanea, ma costruisce una storia articolata sulla provocazione e il paradosso. Affrontano con la storia di Aristide e Salvo una moltitudine di temi attuali (forse anche troppi), muovendosi in un terreno in bilico perenne tra provocazione e blasfemia, mescolando la denuncia sociale senza imposizione, ma con lo stile classico del loro stile umoristico, come se fossero incappati in essa per caso.

L’obbiettivo reale della pellicola è evidentemente quello di smascherare dei pregiudizi radicati ma finisce per farlo in un modo che risulta essere assurdo e poco credibile, non per via dell’elemento fantastico ma a causa della sua gestione che nella seconda metà del film risulta caotica e scontata nonostante le nobili intenzioni.

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Un altro elemento che stona nella narrazione è la presenza e la scrittura del personaggio di suor Teresa interpretata da Maria Chiara Giannetta. La storia d'amore parallela tra Aristide e la suora è gestita con una banalità che non sfrutta appieno quello che poteva essere il suo potenziale. Suor Teresa, apparentemente attratta dall'angelo caduto, sembra deviare dal percorso che ha scelto per la sua vita, temendo di perdere la fede, senza rendersi conto che l'attrazione stessa è intrinsecamente legata a quella fede, girando quindi intono allo stesso punto senza arricchire la storia raccontata nella pellicola né dal punto di vista del messaggio né da quello della critica sociale.

Un passo indietro rispetto alle opere precedenti

Santocielo, dunque nonostante il plot interessante ed estremamente audace, come già ribadito, non riesce a pieno nelle sue intenzioni che seppur evidenti peccano nella credibilità della messa in scena scadendo in banalità che se risparmiate avrebbero portato l'opera ad un altro livello.

Ficarra e Picone nella loro carriera cinematografica con sei film l'attivo da loro scritti, diretti e interpretati e una serie tv sono sempre riusciti a sorprendere e coinvolgere lo spettatore anche con trovate folli e politicamente scorrette (come nel caso delle pensioni rubate in Andiamo a quel paese).

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In un periodo in cui la comicità italiana sembra essere in crisi, o quantomeno in divenire, i due si sono velocemente resi conto che adagiarsi su formule fin troppo abusate non basta più e tentano ogni volta di alzare l’asticella, di rendere la commedia sociale ancora un po’ folle. Questo nuovo progetto purtroppo però stranisce e si posiziona un passo indietro rispetto a gran parte del lavoro precedente risultando anche più debole de Il primo Natale che giocava anch'esso sull'elemento fantastico e la religione. Ci auguriamo che il duo ritorni nelle sale o in televisione al più presto con un prossimo progetto sfruttando però meglio le loro trovate che nascono sempre da idee interessanti e irriverenti e che siano condite con un pizzico di sano cinismo in più che in questa pellicola non avrebbe gustato.

Santocielo, Recensione: Ficarra e Picone tra sacro e profano

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Santocielo

Santocielo, la nuova pellicola uscita nelle sale in occasione delle festività natalizie diretta da Francesco Amato e ideata e interpretata dal duo comico Ficarra e Picone, parte da un'idea audace e interessante, al confine tra il sacro e il profano, ma che si perde nella messa in scena, risultando poco credibile e banale. Santocielo racchiude nella sua folle trama moltissimi elementi di critica e denuncia sociale, anche molto amari e delicati, strappando qualche sorriso, ma non riuscendo a pieno a convincere lo spettatore. Probabilmente era meglio sottrarre che aggiungere ulteriormente, come invece è stato fatto, inserendo anche sotto trame di poca rilevanza. Ci troviamo davanti ad una pellicola che avrebbe sicuramente potuto dare molto di più, ma che riesce comunque a strappare delle sane risate e far risuonare il suo messaggio, seppur debolmente. Il potenziale del duo comico siciliano è altissimo e questa è stata un'occasione sprecata.