Non è la prima volta che Paul Thomas Anderson adatta un romanzo di Thomas Pynchon: Vizio di forma (2014) è un film tratto dall'omonimo romanzo del noto scrittore statunitense, di cui PTA ha rispettato praticamente alla lettera la storia. È accaduto lo stesso con Una battaglia dopo l'altra e Vineland, opera di Pynchon a cui si è ispirato il regista?

Di cosa parla Vineland?
Il romanzo di Thomas Pynchon da cui è tratto l'ultimo film di PTA narra la storia di un ex hippie, Zoyd, e della figlia, Prairie, le quale cerca di svelare un segreto che lega la madre scomparsa a un tetro agente federale, in un'intricata storia di repressione del passato e controllo governativo. Il romanzo è una critica aspra e grottesca al declino degli ideali post-contestazione, in cui gli anni hippie si scontrano con l'assurdità del potere e della società emergente.
Dove Una battaglia dopo l'altra si discosta da Vineland?
Una battaglia dopo l'altra è liberamente ispirato a Vineland. Le differenze sono tante, probabilmente perché Anderson ha deciso di usare parti della storia come base, per poi farsi trasportare dove la sua grande abilità di cineasta lo portava, trattando dei temi anche attuali che voleva affrontare.
Innanzitutto il libro è ambientato nel 1984, anno della rielezione di Reagan come Presidente degli Stati Uniti, un periodo fondamentale di passaggio dai rivoluzionari anni '60 agli anni '80, caratterizzati dal dominio dei conservatori. L'opera cinematografica sembra invece ambientata ai tempi nostri; Donald Trump non viene mai menzionato nonostante la sua presenza si possa quasi percepire, in particolare dal modo in cui sono rappresentati gli apparati statali.
Se parliamo dei personaggi la differenza principale riguarda la madre, Perfidia nel film e Frenesi nel libro: mentre nel lavoro di Pynchon è una cineasta scomparsa, nell'opera ispirata ha un ruolo fondamentale e attivo durante l'introduzione, per poi fuggire in seguito. Anche Sergio Sensei, maestro di karate ispanico interpretato da Benicio Del Toro nel film, nel libro risulta essere di nazionalità nipponica.
A livello di argomenti il libro, fedele ai suoi anni, tratta molto di rivolte, lotte civili e di una repressione compiuta da un gruppo molto più sfumato e astratto, mentre nel film, oltre ad esserci degli antagonisti ben definiti, si affrontano temi come l'immigrazione, i suprematisti e le tensioni razziali.

Per parlare di struttura narrativa invece PTA semplifica di molto la storia (come quasi sempre accade nelle trasposizioni da opere letterarie a opere cinematografiche): c'è un'introduzione ben definita e poi una storia molto dinamica e rapida, ma lineare. Pynchon invece si dilunga in diverse digressioni, tagliate dal regista nel film (come anche alcuni personaggi secondari). La stessa sorte tocca a vari intrecci, sottotrame e anche certi elementi surreali.
Ciò che emerge da queste due opere sono risultati diversi, figli delle scelte fatte dai due autori: il libro finisce per riflettere su come gli ideali degli anni '60 (visti con nostalgia) siano stati traditi dalle tendenze conservative americane e dalla repressione ormai istituzionale. Il film dal canto suo riflette sui giorni nostri senza essere troppo diretto e palese, e utilizzando la maschera dell'action movie per rimanere una storia più concreta.
Per concludere, la differenze fra le due opere sono parecchie, PTA si è permesso, con il benestare di Pynchon stesso, di cambiare tanti aspetti della storia originalmente concepita. Ciò che è rimasto sono, a parte i personaggi principali e un certo tipo di humour molto efficace e adatto alle situazioni presenti, sono alcuni temi chiave, come il rapporto padre-figlia, l'attivismo in senso generale e l'applicazione concreta del potere. Una base fondamentale che ci consente di definire l'opera del regista americano proprio come liberamente ispirata a Vineland.