Logo BackgroundDecorative Background Logo.

Recensione

Insidious – La porta rossa, Recensione – Un degno erede di Wan

Insidious – La porta rossa è la degna conclusione, firmata Patrick Wilson, della saga.

Autore
Simona
Ciccarini
Insidious – La porta rossa, Recensione – Un degno erede di Wan

Come poteva Patrick Wilson deludere? Dopotutto, ha fatto parte di due saghe che hanno riportato il cinema horror al loro antico splendore: The Conjuring e Insidious. Per chi non lo sapesse, infatti, l'ultimo capitolo di quest'ultimo, Insidious - La porta rossa, vede Wilson non solo come attore protagonista, ma anche come regista.

La trama è semplice...

...ed è questo il suo punto di forza, il suo non essere a tutti i costi ricercata: i protagonisti assoluti sono padre e figlio, che sono stati nell'Altrove e hanno dimenticato grazie all'ipnosi.

Entrambi però, per motivi diversi, ricordano e l'Altrove li brama. I due attori principali, ovvero Patrick Wilson e Ty Simpkins, sono come sempre bravissimi. In più, si aggiunge la compagna di stanza al College di Dalton (Chris Sinclair Daniel), nonché la parte comica della pellicola e ottima amica di lui, che spezza la tensione in modo intelligente e divertente.

Josh e Dalton affrontano in Insidious - La porta rossa l'oscuro passato della loro famiglia e una serie di nuovi e più spaventosi terrori che si nascondono dietro la porta rossa.

Una regia sorprendente

La regia è pulita, ma anche minuziosa e peculiare: inquadrature particolari (come la sequenza iniziale, dove una croce - non - rovesciata simboleggia il male) e piani sequenza ansiogeni e fuorvianti la fanno da padrone. I colori in ogni scena sono chiari e nitidi e si riesce perfettamente a capire cosa succede al buio, cosa non scontata negli horror.

insidious la porta rossa

Dei Jumpscare fatti bene, finalmente!

Qui si vede la maestria di Wilson, che ha imparato non poco da James Wan, regista dei primi due Insidious e del primo Saw: i jump-scare ci sono e sono calibrati, nonché fuorvianti: tutto nella scena fa intendere che il jumpscare sarà quello lì? L'ansia sale... ma poi nulla. Pochi secondi dopo, terrore! Wilson "frega" gli spettatori, anche quelli che, come la sottoscritta, di horror ne vedono parecchi.

Insidious 5

Il ritorno di personaggi iconici

Con delle scuse argute, Wilson riesce ad inserire praticamente tutti i personaggi della saga: la madre, Elise e i suoi simpatici assistenti, nonché i terrificanti personaggi dell'Altrove, riuscendo a non far perdere lo spettatore - visto che il primo film della saga uscì bel 13 anni fa! - grazie a ben inseriti flashbacks, presi direttamente dal primo film.

Dalton Lambert

La vera protagonista è l'arte

L'arte fa da padrona in questa avvincente pellicola horror. D'altronde, Dalton è al college di arte e disegno ed è, tramite questo talento e alle lezioni che segue a scuola, che riuscirà a ricordare, ma anche a farsi ingannare, dall'Altrove. Il talento di Dalton lo aiuterà e lo distruggerà allo stesso tempo, fino ad arrivare ad un commovente finale.

Insidious – La porta rossa, Recensione – Un degno erede di Wan

8

Insidious - La porta rossa

Con Insidious - La porta rossa, Patrick Wilson si dimostra un degno erede di James Wan e conclude la saga in modo perfetto, dimostrando una ottima padronanza della macchina da presa. Il ritorno di personaggi iconici della saga, la capacità di intrecciare l'arte alla trama in modo diegetico ed una tensione costante mettono la ciliegina alla saga horror iniziata ben 13 anni fa.