Tra le nuove stelle di Hollywood c’è Jeremy Allen White: ha conquistato 9 statuette tra Emmy Awards e Golden Globes per il suo ruolo in The Bear, lo chef Carmy, che torna il 26 giugno su Disney+ con la quarta stagione. Prima di stare dietro i fornelli, Jeremy Allen White aveva già catturato l’attenzione, per lo meno quella del pubblico, in Shameless: era Lip Gallagher, il secondogenito della disastrata famiglia di Chicago.

Spiegare il successo di Jeremy Allen White attraverso la cronologia di ruoli e premi sarebbe troppo semplice. La sua caratteristica principale è la coerenza con cui ha incarnato, negli anni, un tipo specifico di mascolinità contemporanea: fragile, contraddittoria, profondamente umana. Da Lip Gallagher a Carmy Berzatto, White ha costruito dei personaggi che, pur appartenendo a mondi molto diversi, condividono una tensione emotiva interna che si manifesta nei silenzi, nelle esplosioni improvvise, nei crolli emotivi più o meno inaspettati.
Jeremy Allen White era Lip Gallagher
Dopo aver preso parte a film e serie tv, tra cui alcuni episodi di Law & Order, arriva Shameless nel 2011. Remake americano dell’omonima serie britannica e ambientato nei sobborghi di Chicago, Jeremy Allen White è Lip Gallagher: il figlio geniale e autodistruttivo di una famiglia disfunzionale, cresciuto troppo in fretta tra gli scarti di un'America povera, cinica e disperata. Lip è l’archetipo del ragazzo che potrebbe avere tutto, ma continua a sabotarsi: White riesce a interpretarlo con una naturalezza disarmante, restituendone tutta la complessità attraverso uno sguardo carico di tensione e un linguaggio corporeo che alterna rabbia, ironia e vulnerabilità.

Non c’è mai compiacimento, né desiderio di rendere Lip simpatico o accattivante: è un personaggio spigoloso, a volte odioso, ma sempre profondamente vero. L’attore gli dona un’espressività asciutta, fatta di sguardi evitanti, gesti minimi che parlano più delle parole. Ma la forza di questa interpretazione sta anche nella sua continuità, nella capacità di mantenere coerenza narrativa ed emotiva attraverso più di cento episodi - 134 episodi per essere precisi - accompagnando il personaggio in una crescita incostante e realistica, fatta di scivoloni, tentativi, ricadute.
Lo chef Carmy è il nuovo Allen White
Il trampolino di lancio Shameless è stata la chiave d’accesso per The Bear e i numerosi premi ottenuti per l’interpretazione di Carmy. Un anno dopo la fine di Shameless, nel 2022 esce The Bear e inizia la vera ascesa sull’Olimpo di Hollywood per Jeremy Allen White. Con The Bear l’attore di Brooklyn è pronto a dimostrare tutto quello che ha imparato nella palestra precedente, anzi può dare qualcosa in più.
Il suo modo di portare in scena la vulnerabilità maschile senza didascalie, si ritrova amplificata in The Bear. Carmy Berzatto, a differenza di Lip, ha conosciuto il successo professionale: è uno chef premiato che ha lavorato nel migliore ristorante del mondo. Ma quando torna a Chicago per salvare il ristorante di famiglia, scopre che il talento non basta, e che la vera sfida non è la cucina, ma il dolore irrisolto che lo lega al fratello e alla sua squadra disfunzionale, a un passato che non si lascia rimuovere.
Se Lip era un giovane uomo arrabbiato con il mondo, Carmy è un adulto che ha interiorizzato la rabbia e la lascia defluire nei dettagli: una padella spostata, un ordine urlato, un abbraccio trattenuto.

In The Bear, il corpo dell’attore torna a essere un elemento narrativo fondamentale. Carmy è sempre in movimento, in tensione, come un animale braccato, e l’attore trasmette questa frenesia con precisione chirurgica. L’episodio girato in piano sequenza (“Review” 1x07) è già diventato cult: venti minuti senza tagli in cui l’ansia del servizio in cucina diventa metafora della pressione psicologica che schiaccia Carmy. La sua interpretazione gli vale premi importanti, tra cui l’Emmy e il Golden Globe come miglior attore, segnando la consacrazione tra i grandi interpreti della sua generazione.
Non solo serie tv, ma anche cinema
Non solo in cucina, i set di Jeremy Allen White sono diversi ma gli permettono sempre di far risaltare i suoi personaggi: nel 2023 recita nel film The Warrior - The Iron Claw, biopic familiare diretto da Sean Durkin che racconta la tragica storia dei Von Erich, dinastia di wrestler texani segnata da una lunga scia di morti premature. White interpreta Kerry Von Erich, uno dei figli più celebri e tormentati della famiglia.
Per il ruolo, l’attore si sottopone a un’intensa trasformazione fisica, ma ancora una volta è sul piano emotivo che costruisce la sua performance. Al suo fianco ci sono Zac Efron e Harris Dickinson, e White si impone con una recitazione misurata e profonda, capace di dare voce alla tragedia senza scivolare nel patetico.

Prossimamente, il 23 ottobre, lo vedremo nuovamente al cinema in Springsteen - Liberami dal nulla, il biopic su Bruce Springsteen, diretto da Scott Cooper. Questa volta vestirà i panni del Boss in uno dei momenti più introspettivi della sua carriera, durante la scrittura dell’album Nebraska. Non sarà un biopic tradizionale, ma un’indagine profonda sul musicista, e la scelta di Jeremy Allen White appare quanto mai azzeccata: sia per la sensibilità recitativa, sia per la capacità di restituire la fragilità dietro la maschera della forza.

Da Lip Gallagher a Carmy Berzatto in televisione, da Kerry Von Erich a Bruce Springsteen al cinema, Jeremy Allen White ha costruito un percorso coerente e profondo, sempre fedele a una recitazione intimista, anti-spettacolare, fondata sull’ascolto e sulla verità. È uno degli attori più rappresentativi della sua generazione non perché gridi più forte, ma perché sa restare in silenzio. E in quel silenzio sa come raccontare tutto.