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L’angolo Indie: To the Moon

di Redazione Hynerd.it

Pubblicato il 2018-06-20

Benvenuti in questa nuova rubrica dedicata agli Indie, ovvero ai giochi indipendenti, quei giochi non tripla A ma che comunque sono riusciti a cambiare il panorama videoludico grazie alle loro innovazioni. Io ho sempre amato questo genere, perchè lo trovo più libero, meno attaccato ai canoni costretti che ci sono nelle grandi case produttrici che, …

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Benvenuti in questa nuova rubrica dedicata agli Indie, ovvero ai giochi indipendenti, quei giochi non tripla A ma che comunque sono riusciti a cambiare il panorama videoludico grazie alle loro innovazioni. Io ho sempre amato questo genere, perchè lo trovo più libero, meno attaccato ai canoni costretti che ci sono nelle grandi case produttrici che, in realtà, negli ultimi anni stanno dando anche molto spazio a questa tipologia di giochi, sopratutto Microsoft che anche quest’anno all’E3 una buona parte della sua conferenza è stata dedicata a ciò.

Premettendo che sarò l’unico responsabile di questa rubrica, spero mi permetterete molti pareri personali e anche titoli che magari non sono proprio stati acclamati ma che comunque io personalmente, ho apprezzato molto, e insieme andremo a vedere tutti i punti sia personali che non, dei giochi di cui parleremo.

Come primo titolo di questa rubrica io non posso , proprio fisicamente, non iniziare con To The Moon gioco della Freebird games pubblicato il primo Novembre 2011 Sicuramente uno dei titoli Indie più conosciuti e apprezzati che siano mai stati realizzati.

Qui ragazzi miei, potrei parlare per ore e ore di questa opera, é sicuramente uno dei titoli che, a livello di storia, mi abbia colpito di più in assoluto.  Kan Gao e la Freebird Games ha realizzato qualcosa di mai visto e che a livello emotivo ti colpisce come neanche un treno in corsa roba che , in confronto, Life is Strange non è assolutamente niente.

Il gioco parla di questi due dottori ovvero Eva Rosalene e Neil Watts che fanno parte di questa particolare agenzia che permette, alle persone che stanno per morire di realizzare un loro sogno nel proprio subconscio, ovviamente il tutto rimane solo nella testa del paziente e non intacca in alcun modo la realtà , serve solo per renderlo felice fino alla sua dipartita. In questo caso, come da titolo, il sogno del paziente è andare sulla Luna , compito assolutamente non facile, che sbalordisce i due dottori. Johnny (il paziente) vive in una bellissima casa con la sua badante e i figli di lei. Ormai non più cosciente i dottori sono costretti ha entrare nei suoi ricordi per capire dove viene questa richiesta e perchè Johnny desideri così tanto andare sulla luna. Nel subconscio di lui incontreranno River, la moglie di Johnny e percorreranno, la loro vita insieme.

Il gioco inizia in questo modo e già da questo piccolo incipit capiamo che la trama è qualcosa di assolutamente originale , non volendo fare nessun tipo di spoiler non aggiungerò altro ma il gioco ha una scrittura incredibile, va da momenti ironici a momenti incredibilmente toccanti in maniera geniale, inoltre il rapporto tra Johnny e River è personalmente qualcosa che io non ho mai visto ne un videogioco ne in un libro, di un livello emozionale che non so descrivere, dovrete giocarci per capirlo appieno. Un altro rapporto incredibilmente ben gestito è sicuramente quello tra i due dottori amici/nemici che si stuzzicano parecchio durante il titolo, ma sempre propensi a pensieri profondi. La dottoressa Eva Rosalene è sicuramente la più sveglia dei due nonostante durante il gioco agisca molto di impulso in alcuni momenti, mentre il dottor Neil Watts è sicuramente più semplice meno intuitivo, si lega particolarmente alla storia di Johnny durante il loro viaggio nella sua mente, mentre la dottoressa cerca di rimane più distaccata per raggiungere l’obiettivo prefissato.

La sceneggiatura è decisamente ben scritta ma non solo questo, nonostante sia un gioco in 2-D con il classico stile pixel art riesce a proporre panorami, giochi di luce e illustrazioni inserite nel gioco a livelli altissimi cose che possono tranquillamente vedersela con gli enormi paesaggi che vediamo nei giochi moderni dove secondo molti la grafica perfetta è simbolo di qualità quando in realtà non lo è per niente.

Ma il discorso su quanto la grafica enorme e ”perfetta” possa valere poco in un videogioco non è un discorso da fare qui, torniamo al nostro To the Moon. Nonostante io consideri il gioco di Kan Gao perfetto e non ho nessuna paura a dirlo, il gioco oggettivamente ha dei difetti, ovvero non esiste un gameplay vero e proprio in questo gioco è più una storia interattiva che però la forza della storia, delle soundtrack ( tutte originali anche esse e dalla potenza emotiva devastante) e delle ambientazioni potenti vi lasceranno comunque senza fiato credetemi.

Io sono una persona di solito molto critica, nonostante rispetto tantissimo il lavoro di tutti anche se mediocre ma To The Moon è forse l’unico gioco che è riuscito a distruggere tutte le potenziali critiche che si potevano fare al titolo grazie alla sua potenza visiva e narrativa.

E sicuramente non sono l’unico a pensarlo, visto che il gioco è stato definito in più recensione come ”poesia videoludica” e non posso non concordare con tale affermazione. Per me To The Moon riesce a scuotere le fondamenta stesse del pensiero generale di ”amore” in ognuno di noi e ci fa capire un nuovo modo per poter amare una persona questo sia nel positivo che nel negativo, i sacrifici sono all’ordine del giorno ma ne vale assolutamente la pena.

Una importantissima nota di merito va alle su citate Soundtrack che se la storia non è bastata a mettervi le lacrime agli occhi, sicuramente il connubio tra musica e narrazione può commuovere anche il più duro e il più freddo tra noi, infatti vi invito a cercare ” For River ” su Youtube, se siete amanti della musica classica e del piano forte non potrete non amare questa canzone composta apposta per il gioco insieme a tante altre.

So che sembra strano parlare di soundtrack fatte per un gioco come una cosa speciale, ma qui stiamo parlando di Indie. Stiamo parlando di un gioco indipendente di ormai 7 anni fa quasi ma che fa emozionare anche adesso. To The Moon è quello che per me riesce a far avvicinare la figura del videogioco all’arte vera e propria senza se e ne ma e che riesca tranquillamente a confrontarsi con i titoli migliori delle grandi aziende se non addirittura superarle. 

Spero che questa primo articolo nell’angolo Indie vi sia piaciuta, fateci sapere che ne pensate, voi lo avete giocato? ve ne siete innamorati come me, oppure preferite la pura e semplice azione in un videogioco?

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