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Recensione

Napoleon, Recensione: riuscito in “buona parte”

Napoleon è il nuovo colossal firmato da Ridley Scott con protagonista Joaquin Phoenix. La storia di un uomo e di un tiranno.

Autore
Martina
Bellantuono
Napoleon, Recensione: riuscito in “buona parte”

Napoleon è la nuova pellicola firmata da Ridley Scott che approderà nelle sale a partire dal prossimo 23 novembre. All'età di quasi 86 anni, il regista di Alien tenta l'impresa colossale di impressionare sulla celluloide le gesta di un uomo e di un tiranno divenuto leggenda. Già con opere quali Il gladiatore, I duellanti o il recentissimo The Last Duel, Ridley Scott aveva dimostrato il suo interesse per il genere storico. Con Napoleon compie il passo definitivo, realizzando un biopic che fa leva sull'aspetto politico e militare senza tralasciare la sfera intima e coniugale.

Nonostante Napoleon abbia una durata di circa 160 minuti, anche questi risultano troppo pochi per la narrazione di gesta così potenti. È umanamente impossibile ridurre un gigante come Napoleone e ingabbiarlo nello schermo. Quella che Ridley Scott descrive è un'epopea di proporzioni colossali che non può essere ridotta cinematograficamente e che ha bisogno del giusto spazio per evitare di cadere nel ridicolo o nel superficiale. Ridley Scott tenta un'impresa napoleonica e in parte ci riesce (soprattutto a partire dalla seconda metà), senza però abbandonare del tutto quel tono grottesco che ci aveva già ampiamente pietrificati in House of Gucci.

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Napoleon: uomo e tiranno, marito e stratega

Ridley Scott sceglie di narrarci la vita e le gesta del condottiero francese in modo cronologico e lineare. Si parte dal 1789, anno in cui termina la monarchia di Francia e in cui inizia a farsi notare il ventenne Napoleone (Joaquin Phoenix). Con la fine del Terrore e l'esecuzione di Robespierre prende avvio l'ascesa al potere del giovane condottiero che in poco più di un decennio arriverà ad autoincoronarsi Imperatore.

Parallelamente alle sue abilità da stratega, emerge quel suo lato umano e in particolare il suo rapporto d'amore con Giuseppina (Vanessa Kirby) connesso al desiderio di concepire un erede per la Francia. Ne deriva anche un ritratto psicologico: la sete di potere, quella brama insaziabile e quella sua ossessiva ambizione che si congelano nello sguardo cupo di Phoenix e che per questo stridono con il tono satirico e con le falle di sceneggiatura.

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Ridley Scott ambizioso come Napoleone

Ridley Scott vuole impressionare sullo schermo un tiranno così potente, un uomo che è divenuto leggenda, un marito innamorato della sua donna, del suo potere e della Francia. Impresa difficile, alla pari della battaglia di Waterloo. Ridley Scott però, come Napoleone, non si arrende. Riesce nel suo intento?

Una delle grandi pecche del film sta nella volontà di riassumere tutti gli eventi di quei decenni, dalle campagne minori, alle alleanze passando per le battaglie più imponenti. Ma il regista non si sazia solo con la sfera militare e intride la pellicola di sequenze di vita coniugale. Il risultato? Una quantità abnorme che fatica ad essere ridotta a livello spaziale (lo schermo) e temporale (2 ore e 40 minuti). Ecco che le molteplici sequenze si susseguono quasi senza un filo logico, come spezzoni sconnessi, dandoci l'impressione di star vedendo un enorme trailer.

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Un colossal storico e psicologico

Nonostante il faticoso montaggio e la sceneggiatura che a tratti tende verso il ridicolo, Ridley Scott riesce nella sua impresa di ritrarre Napoleone grazie alla messa in scena e alla bravura di Joaquin Phoenix. Come colossal storico Napoleon è impressionante. Le coreografiche battaglie sono sicuramente un punto di forza, accompagnati dai costumi e dalle scenografie. Ma al di là dell'estetica, l'apporto psicologico al ritratto di Napoleone viene fornito dall'interpretazione del protagonista. Joaquin Phoenix che, con il suo sguardo gelido e feroce, restituisce la freddezza e l'ambizione del tiranno e presta le sue espressioni facciali anche per rendere al meglio la follia e la bizzarria che hanno contraddistinto Napoleone. Accanto a lui una furbissima e innamoratissima Giuseppina, Vanessa Kirby.

A partire dalla seconda metà, Napoleon raggiunge quell'epicità di cui necessita un uomo così. Ridley Scott ci regala un affresco del tempo e un ritratto particolare e double-face del multiforme Napoleone, ma lo fa (non dimentichiamolo) attraverso il suo occhio britannico.

Napoleon, Recensione: riuscito in “buona parte”

7.5

Napoleon

Napoleon è il ritratto di uomo ambizioso, di un tiranno folle e di un marito innamorato della sua donna e della sua patria. Visivamente è un colossal impressionante: la fotografia, i costumi, le scenografie e le coreografiche battaglie ci restituiscono un affresco epico. Purtroppo è un'impresa impossibile racchiudere tutti questi eventi e ridurre la grandezza di un uomo-leggenda. Napoleone è troppo grande per lo schermo. Il risultato, almeno nella prima parte, è un insieme sconnesso di spezzoni. Nonostante i problemi di scrittura, l'interpretazione di Joaquin Phoenix riesce a trascinarci violentemente nello squilibrio della Francia del tempo.