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Recensione

Stephen Curry: Underrated, Recensione – L’ascesa della leggenda

La recensione di Stephen Curry: Underrated, il documentario di Apple TV+.

Autore
Francesco
Schinea
Stephen Curry: Underrated, Recensione – L’ascesa della leggenda

Stephen Curry: Underrated è il documentario che racconta la nascita di una leggenda, uno dei cestisti più rivoluzionari nella storia della pallacanestro.

Il film su Stephen Curry, dal 21 luglio su Apple TV+, è diretto da Peter Nicks, che ne è anche produttore insieme a Ryan Coogler. Un progetto frutto della collaborazione fra Apple Original Films e A24, con l'obiettivo di ripercorrere la carriera del giocatore dei Golden State Warriors, dal college fino alla vittoria del quarto titolo NBA.

Underrated

Non ci poteva essere titolo migliore per descrivere la carriera di Curry. "Underrated", perché sottovalutato lo è sempre stato, sin dai tempi del liceo e ancor di più al suo arrivo in NBA.

"Non contate su di lui per guidare la vostra squadra". Così recitava il Draft report di Curry, di un giocatore "troppo piccolo per la NBA". Il film si apre proprio con queste parole, intervallate dalle immagini del 14 dicembre 2021, una delle tante serate in cui il giocatore dei Golden State Warriors ha scritto la storia, diventando il miglior realizzatore di tiri da tre punti di sempre.

I dubbi sul suo fisico non sono mai mancati, ma Steph ha saputo trasformare le critiche e le perplessità di molti in carburante. Ha trovato, attraverso il duro allenamento, il modo per esprimere un talento naturale ineguagliabile.

Stephen Curry: Underrated si concentra sugli inizi di carriera del nativo di Akron, in particolare sugli anni al Davidson College. Una delle poche università del paese ad intravedere nel ragazzo le sue vere potenzialità, mentre tutte le altre si lasciavano condizionare dalle incertezze riguardanti la sua tenuta fisica.

Il periodo a Davidson è determinante per la crescita di Curry, grazie alla guida dell'allora allenatore Bob McKillop. I due insieme riescono a riportare ai vertici della pallacanestro collegiale una squadra che non vinceva una partita del torneo NCAA da oltre 40 anni.

Davidson riesce a ribaltare tutti i pronostici, proprio come il suo miglior giocatore. Ecco dunque che Stephen Curry: Underrated è a tutti gli effetti una storia di underdog, il termine usato oltreoceano per indicare gli sfavoriti che salgono alla ribalta: Davidson, che riaccende l'entusiasmo dei suoi tifosi e Curry che dimostra a tutto il mondo il proprio valore.

Il passato si intreccia con l'impresa più recente della carriera di Curry: la vittoria del quarto titolo NBA. Quello più inaspettato, perché nel 2022 tutti davano per morta la "dinastia Warriors" che aveva collezionato tre campionati e non aveva più in rosa Kevin Durant. L'ennesima volta da "underrated" (dopo qualche anno, nel mentre, da superfavorito).

Stephen Curry: Underrated

Sovvertire i pronostici

Stephen Curry: Underrated riesce a catturare alla perfezione l'essenza di Curry e del suo percorso. Ciò che più colpisce del film è proprio il concetto degli underdog in grado di sovvertire i pronostici, che danno vita ad una sorta di racconto di formazione. Dal punto di vista del messaggio che vuole trasmettere, Underrated funziona e delinea l'immagine di Curry nel miglior modo possibile.

La scelta di concentrarsi sugli "sfavoriti" limita però il documentario. Gran parte del film, di 1 ora e 50 minuti, è dedicata al periodo del college, quello in cui il tema degli underdog trova la sua massima espressione. In tal modo però omette gli anni più significativi della carriera di Curry, quelli in cui si è consacrato definitivamente a leggenda dello sport.

Scoprire le origini di un giocatore generazionale non è cosa da poco, eppure tra immagini di repertorio ed interviste esclusive il film non mostra molto che già non si sapesse sulla carriera di Curry, pur focalizzandosi sugli anni a Davidson, quelli meno conosciuti al grande pubblico. Una decisione discutibile ma ragionevole, perché forse non è ancora il momento giusto per ripercorrerne tutta la carriera NBA.

In tal senso Underrated è un ottimo modo, per i meno avvezzi alla pallacanestro, per avvicinarsi ad un giocatore la cui ascesa ha tanto da insegnare. D'altro canto, per i più appassionati, si tratta di un documentario altrettanto ben curato ed utile ad approfondire il n°30 degli Warriors, ma che non scava troppo in profondità.

Spesso sorvola su aspetti su cui sarebbe stato interessante soffermarsi, quali la capacità del giocatore di far fronte alle difficoltà, ai tanti infortuni che vengono riassunti in una breve clip.

Non sempre il film riesce ad essere coinvolgente, la durata si percepisce e si sarebbe potuto fare a meno di alcuni footage. A questi si alternano però anche tanti momenti avvincenti, sia in campo che fuori. Oltre agli adrenalinici highlights delle sue giocate sul parquet, emoziona in particolare il tentativo di Steph di completare il proprio percorso di studi dopo essere diventato una superstar NBA, conseguendo la laurea in psicologia.

Gran parte del successo di un documentario è il risultato del processo di editing. Da questo punto di vista Underrated funziona, grazie ad un montaggio che fa tutto il possibile per mescolare passato e presente. Qualitativamente A24 non delude, ci troviamo di fronte ad un buon documentario sportivo. Non gode però di quel fascino che ha reso celebre, ad esempio, The Last Dance, che ha fissato in alto l'asticella per il genere. Merito anche dell'effetto nostalgia, che per ovvi motivi manca a Stephen Curry: Underrated.

Stephen Curry: Underrated, Recensione – L’ascesa della leggenda

6.5

Stephen Curry: Underrated

Underrated è il documentario che racconta la scalata di Stephen Curry, da underdog a quattro volte campione NBA. Le immagini del college si intrecciano con quelle dei suoi successi più recenti, dando vita ad una storia di formazione stimolante ed emozionante. Un documentario riuscito ma che non approfondisce molti aspetti psicologici della carriera di Curry, concentrandosi principalmente sul periodo universitario.