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Una battaglia dopo l’altra: spiegazione del finale e significato del film del momento

Una battaglia dopo l’altra è un film che parla di responsabilità familiari e sociali, e di resilienza. Una storia che inoltre non ha un finale così lieto.

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Una scena dal film, Una battaglia dietro l'altra.

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Una battaglia dopo l'altra, nuovo film di Paul Thomas Anderson, è da poco uscito nelle sale italiane e sta riscuotendo molto successo. Ma qual è il significato del film e cosa ci dice il finale sulla sorte dei personaggi?

Ciò che emerge in primis in Una battaglia dopo l'altra è il rapporto tra genitori e figli: Charlene/Willa cresce senza una madre, e ciò che le viene raccontato sulla donna finisce per essere messo in discussione e smentito. Allo stesso tempo vive con un padre che, vuoi per l'assenza della madre vuoi per la loro vita sempre in allerta, finisce per essere così insistente e confuso da risultare paranoico.

In tutto ciò non va dimenticata la difficoltà che Perfidia trova nella prima parte del film, quando deve accettare di essere diventata una madre e di conseguenza di dover mettere un freno alle proprie attività rivoluzionarie.

L'antieroe di Una battaglia dopo l'altra

Pat/Bob è un antieroe. Lui ci prova, nonostante la goffaggine, la cattiva forma e l'impazienza, sia nel gruppo rivoluzionario sia durante la fuga dà il suo meglio, credendo fermamente nei suoi ideali, ma finisce sempre per fallire miseramente. Questo è rappresentato benissimo nella scena in cui, fuggendo dai militari, salta da un tetto all'altro per un gran pezzo di strada e, giunto quasi alla fine, precipita miseramente.

La sua figura è sicuramente influenzata dal Drugo de Il Grande Lebwoski, ma anche da un personaggio che Leonardo DiCaprio conosce bene, avendolo interpretato: Rick Dalton di C'era una volta a Hollywood.

DiCaprio e Del Toro in una scena del film, Una battaglia dopo l'altra.

L'autorità

Il concetto di autorità in Una battaglia dopo l'altra è deliberatamente concentrato su un'unica persona, il colonnello Lockjaw. PTA ci mostra una figura rappresentativa dell'apparato statale che punta a esercitare il controllo attraverso la paura, la militarizzazione e la disciplina, costringendo i protagonisti a fuggire.

Allo stesso tempo, però, è evidente a cosa porta la degenerazione di questi elementi: il colonnello è fuori dal mondo, appare come uno psicopatico e, nonostante sia un convito suprematista, è particolarmente attratto dalle donne afroamericane, finendo dunque per risultare contraddittorio. E alla fine la sua convinzione e il suo rigore lo portano a morire a causa di un futile inganno operato dai suoi stessi superiori.

La resistenza

Questo elemento è decisamente centrale all'interno del film: emerge nell'introduzione, emerge da diversi personaggi... emerge persino dal titolo. Gli attivisti infatti fanno parte di un gruppo rivoluzionario che punta a sovvertire la società dirigente e dunque sono facilmente definibili come "resistenza", parola adatta anche a descrivere la seconda parte del film, con la fuga di Bob e della figlia.

Eppure questo concetto sul piano politico, quello più attuale, non viene mai approfondito o motivato, rimane sempre legato alla prima parte del film, dove lo spettatore assaggia ma non gusta le sfumature del tema.

Chase Infiniti in una scena del film, Una battaglia dopo l'altra.

Cosa ci rimane del finale di Un battaglia dopo l'altra?

Il finale di Un battaglia dopo l'altra, in seguito al ricongiungimento di Pat e Charlene, è sicuramente imperniato sulla lettera che Perfidia ha lasciato alla figlia, dove cerca sì di fare mea culpa, ma motivando anche le sue scelte. E in tutto questo dà una spinta emotiva da non sottovalutare alla figlia, la quale, come vediamo nelle scene successive, decide di partecipare attivamente ai movimenti che stavano a cuore a sua madre.

Il punto più importante è però il fatto che Pat sia l'unico fra i personaggi principali a ignorare che il generale Lockjaw, ucciso miseramente e con l'inganno dai capi del gruppo suprematista, sia il vero padre di Charlene: la ragazza infatti decide di non dirglielo, scegliendo di convivere con un peso gigantesco, mentre Perfidia non ne fa allusione nella lettera. E dunque, ancora una volta, il protagonista del film appare come uno sfortunato e confuso antieroe.

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