Cos'è che guida le nostre vite, se non il tempo? "We Live in Time", viviamo nel tempo. Nel presente, seguendo l'impetuoso ticchettio dell'orologio. Viviamo di ricordi del passato. Viviamo per non essere dimenticati nel futuro. Quando sembra che quel tempo a nostra disposizione stia per scadere, che non possa più essere sprecato invano, è plausibile scegliere di vivere intensamente, al massimo delle proprie possibilità, con delle ambizioni e circondati dall'affetto dei propri cari. Costruire dei ricordi, non tanto per sé quanto per renderli eterni, per restare impressi nella memoria di qualcun altro.
Dal 28 novembre nelle sale italiane, dopo la presentazione alla Festa del Cinema di Roma 2024, We Live in Time - Tutto il tempo che abbiamo è uno struggente affresco di vita, amore e della tirannia del tempo. Un film con tutti i presupposti per sfociare nel melodramma, rischio fortunatamente evitato. We Live in Time vi farà sì uscire dalla sala cinematografica senza altre lacrime da versare, ma senza giocare con la "pornografia del dolore", ovvero spettacolarizzando in modo eccessivo il dramma.
È semplicemente una meravigliosa e reale storia d'amore, di quelle che chiunque potrebbe vivere. Una relazione di alti e bassi, di gioia e dolore. Non aspettatevi solo una commedia romantica o un film drammatico, ma entrambi. D'altronde umorismo e sofferenza non possono che coesistere nella vita reale, quella che John Crowley (Brooklyn) è riuscito a catturare splendidamente attraverso la storia di Almut e Tobias, interpretati dai magnifici Florence Pugh (Piccole Donne, Midsommar) e Andrew Garfield (Tick, Tick... Boom!, The Amazing Spider-Man).

We Live in Time: vivere ogni istante
Il tempo è il grande protagonista di We Live in Time, non solo a livello tematico ma anche nella struttura narrativa. Dopotutto, una storia d'amore non è perfettamente lineare. Ecco che allora si fa avanti e indietro tra tre diverse linee temporali, per raccontare un decennio di vita della coppia formata da Almut (Florence Pugh) e Tobias (Andrew Garfield).
Si parte dal loro incontro fortuito. Un incidente stradale che fa incrociare le strade di una talentuosa chef in procinto di spiccare il volo e di un brillante dipendente di un'azienda di cereali, appena uscito da un divorzio. Due personalità all'opposto: molto riservato lui, più intraprendente e ambiziosa lei. A discapito delle differenze, tra di loro scatta una scintilla a prima vista, che si evolve in un amore reale e profondo.
Le immagini della genesi del loro rapporto si intrecciano con quelle dei momenti più felici e dolorosi della loro vita. Da un lato la nascita della figlia, che giunge al termine di una scena iconica per capacità di fondere umorismo, terrore e realismo. Dall'altro, la diagnosi del tumore di Almut, un evento drammatico che finisce per amplificare la vitalità e l'entusiasmo dei protagonisti, in grado di trovare la luce nell'oscurità dell'idea della morte.
Una serie di informazioni che si acquisiscono già nella parte iniziale della pellicola, poichè sin da subito vediamo Almut e Tobias in una fase avanzata della loro relazione. Nonostante lo spettatore sia già consapevole di come vadano a finire alcune delle sequenze ambientate nel passato, ciò non toglie l'interesse di seguire passo dopo passo l'evoluzione del rapporto tra i due.
In genere la scelta di complicare l'intreccio narrativo di una storia fondamentalmente semplice, come questa, finisce per appesantire e rovinare la pellicola. In questo caso, però, la scelta di giocare con il tempo, di alternare il tempo della memoria con quello del presente che sembra sul punto di terminare, ha un effetto dirompente sullo spettatore, accentuando l'impatto emotivo della pellicola.

We Live in Time: una vera relazione moderna
Uno dei grandi pregi di We Live in Time è il realismo che emerge dai rapporti umani, un po' come John Crowley aveva già fatto in Brooklyn. In primo luogo, vediamo due personaggi con una loro indipendenza. Entrambi hanno superato i trent'anni. A questo punto delle loro vite, sono ben lontani dai sentimenti adolescenziali. Inizialmente cercano di respingere l'attrazione che provano l'un per l'altro, in parte per non ostacolare la loro carriera (vedasi Almut), in parte perchè reduci dal dolore di una relazione finita male (Tobias).
Quando quella forza attrattiva ha la meglio, ecco che il realismo non viene sacrificato, per raccontare in modo credibile una relazione fra due tipi di personaggi che raramente sono protagonisti di film d'amore. Almut è la metà della coppia i cui sforzi professionali vengono sostenuti maggiormente. Un personaggio femminile forte e indipendente, scritto in modo notevole. Tobias è invece un uomo impacciato e sensibile, i cui tratti di mascolinità emergono solo nei momenti che lo richiedono.
Due protagonisti ben caratterizzati e agli antipodi. Li vediamo nella loro quotidianità, in un quartiere di Londra abitato dalla classe media e raramente visto sul grande schermo. Li impariamo a conoscere l'uno attraverso gli occhi dell'altro, rendendo ogni interazione significativa e autentica. La loro relazione diventa un riflesso delle complessità dell'amore, tra due adulti che imparano a far coesistere le proprie aspirazioni. Un viaggio emozionale che invita a riflettere su ciò che significa realmente vivere.

Andrew Garfield e Florence Pugh sono una coppia perfetta
We Live in Time è un film totalmente incentrato sulla coppia di protagonisti. In quanto tale, non avrebbe funziona così bene senza senza due grandi interpreti. Sul talento dei due candidati agli Oscar non ci sono mai stati dubbi, restava da capire come avrebbero condiviso lo schermo. Per la gioia di Crowley e per nostra fortuna, la chimica tra i due c'è ed è fondamentale per la riuscita della pellicola, che avrebbe altrimenti rischiato di perdersi tra salti temporali e alcuni passaggi narrativi affrettati.
Garfield e Pugh ci guidano in un viaggio emotivo, un turbinio di emozioni che non lascia indifferenti. E in gran parte dei casi sono proprio i loro sguardi e il modo di comunicare tra loro, ancor prima delle battute sul copione, ad arrivare al cuore dello spettatore e spezzarlo. L'espressività di Garfield è spiazzante, sia nei momenti più divertenti e rilassati, che soprattutto in quelli drammatici. Riesce a raccontare attraverso i propri occhi l'esperienza di chi la malattia la vive in prima persona e di chi ne supporta ambizioni e rischi stando sempre al suo fianco. È il suo Tobias la chiave per comprendere Almut.
We Live in Time - Tutto il tempo che abbiamo racconta la malattia con lucidità e sensibilità. Non vuole mai impietosire, ma far emergere la forza di chi lotta contro sé stesso e persino contro chi ama, pur di continuare a vivere la propria vita e lasciare un segno indelebile. Ogni vita merita di essere vissuta intensamente. È questo il più grande insegnamento che potrete cogliere, con la vista offuscata dalle lacrime, dalla storia d'amore più reale e sincera vista di recente sul grande schermo.