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Le 7 migliori miniserie true crime da vedere (ispirate a storie vere)

Facciamo un tuffo nel periodo più recente per (ri)scoprire le migliori miniserie true crime tratte da reali fatti di cronaca nera.

Di , fin da piccola i film della Walt Disney mi hanno spinto a credere in me stessa e a perseverare nei miei sogni.

Poster della miniserie true crime, Monster - La storia di Ed Gein (2025).

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Sempre più spesso le numerose piattaforme diventano il luogo ideale per il proliferare di serie televisive atte ad attingere dalla realtà cruda dei fatti per avvicinare un nuovo tipo di pubblico: è la passione del true crime, casi di cronaca nera che finiscono per diventare una forma di intrattenimento sotto forma di vari contenuti, dai giornali ai podcast fino a toccare la settima arte.

Solo nel corso degli ultimi anni i casi più noti come quelli di Jeffrey Dahmer o Billy Milligan sono riusciti a conquistare una vasta fetta di pubblico, racconti che puntano non solo a evidenziare gli aspetti più macabri e marci del mondo ma anche – e soprattutto – a estrapolare gli aspetti psicologici di questi bizzarri personaggi divenuti popolari. Con l’uscita della miniserie italiana Il mostro dedicata al criminale denominato mostro di Firenze, ripercorriamo le uscite (e le vicende) più memorabili.

Una delle serie tv più accattivanti è senz’altro quella fornita dalla mente geniale di Ryan Murphy, co-autore insieme a Ian Brennan. Questa serie antologica mette in luce il passato e i terribili delitti con cui si è macchiato Jeffrey Dahmer, ragazzo dall’infanzia problematica il cui culmine raggiunge i massimi livelli dopo il divorzio dei suoi genitori. Nonostante i contenuti crudi e forti, le vicende brillano grazie a una stupefacente interpretazione da parte di Evan Peters che lo portano a conquistare diversi riconoscimenti, tra i quali un Golden Globe e un Satellite Award.

Poster della miniserie true crime, Monster - La storia di Jeffrey Dahmer (2022).

Monster - La storia di Ed Gein (2025)

Rimanendo sempre sul filone di Murphy troviamo uno dei racconti più raccapriccianti e lugubri che, a suo modo, finì per ispirare i classici film dell’orrore come Psycho e Non aprite quella porta. L’attore designato per il ruolo è Charlie Hunnam, qui “imbruttito” e dotato di un accento che si avvicina a quello di Ed Gein, uomo il cui isolamento e la totale psicosi dovuta a un’ossessione verso la madre (defunta) lo portano a uccidere o a profanare tombe per riportare in vita lo spirito della sua cara. Un mostro la cui eredità porterà con sé la nascita di nuovi mostri, televisivi e reali.

Una scena della miniserie true crime, Monster - La storia di Ed Gein (2025).

Adolescence (2025)

Miniserie britannica ideata da Jack Thorne e Stephen Graham approdata su Netflix nei primi mesi dell’anno, un fenomeno che ha visto l’astro nascente Owen Cooper conquistare il suo primo Emmy Award all’età di 16 anni. Un racconto che pone al centro dell’attenzione tematiche come il bullismo, il cyberbullismo ma anche il difficile rapporto tra genitori e figli.

Una bolla che si consuma all’interno di un istituto scolastico quando, all’improvviso, un ragazzino uccide per mezzo di sette coltellate una sua compagna di classe. Angosciante sebbene dominato da una potente performance recitativa e dall’uso di un unico piano sequenza per monitorare, attraverso i vari episodi, il caso sotto diversi punti di vista.

Una scena dalla serie tv, Adolescence.

Baby Reindeer (2024)

Certamente si tratta di una miniserie che ha fatto molto discutere al momento della sua uscita per le varie controversie rivolte dalla vera autrice di stalking. Attingendo dal suo one man show e dall’esperienza della sua vita personale, Richard Gudd scrive e recita nel ruolo dell’aspirante comico Donny Dunn, barista londinese che finisce per essere molestato quotidianamente – e anche virtualmente – da una giovane donna dopo una piccola cortesia offerta da quest’ultimo.

Una persecuzione che finisce per danneggiare fisicamente e mentalmente l’uomo, stremato dall’incapacità della polizia di agire nei suoi confronti per proteggerlo. Un thriller rimasto per diverse settimane nella top ten delle serie più viste su Netflix, conquistando un Emmy per la miglior miniserie.

Poster della serie tv, Baby Reindeer.

Candy - Morte in Texas (2022)

Ci spostiamo sulla piattaforma Disney Plus dove i creatori Nick Antosca e Robin Veith sbrogliano in soli cinque episodi il delitto commesso dalla casalinga Candy Montgomery. Impersonata dall’attrice Jessica Biel, la serie pone l’accento sull’accusa rivolta verso la donna in quanto autrice del delitto della sua vicina di casa Betty Gore dopo aver intrecciato anche una relazione clandestina con il marito di lei. Una serie il cui pregio risiede nelle interpretazioni della Biel e di Melanie Lynskey. A distanza ravvicinata esce sullo stesso caso anche Love & Death con Elizabeth Olsen.

Una scena dalla serie tv, Candy.

The Girl from Plainville (2022)

Elle Fanning si trasforma in una sorta di vedova nera in questa miniserie biografica dai risvolti sfortunatamente negativi. Ambientato nel Massachusetts, la storia ripercorre gli eventi che hanno portato un giovane ragazzo profondamente malato di depressione, Conrad Roy, a cercare conforto nell’unico modo per lui possibile per sfuggire da una realtà che lo stava travolgendo: il suicidio. Ad aggravare la vicenda è la posizione della sua ragazza dell’epoca, Michelle, che lo induce a perseguire la strada della morte senza fare niente per aiutarlo.

Una scena dalla serie tv, The Girl from Plainville.

Il caso O.J. Simpson (2016)

Ryan Murphy non è solo il creatore della nuova serie antologica attualmente disponibile su Netflix dal titolo Monster. In passato, infatti, ha trattato altri casi di cronaca nera come quello citato nel titolo, facente parte della raccolta di episodi di American Crime Story.

Parliamo di una vicenda divenuta in poco tempo mediatica a causa della popolarità di Simpson (ex giocatore di football), uomo che si è macchiato dell’omicidio dell’ex moglie e del suo amico. Una miniserie che approfondisce tematiche ancora attuali come le tensioni razziali, il privilegio dei bianchi, le violenze e il sistema giudiziario statunitense stesso, reo di aver assolto il criminale a causa di un processo particolarmente controverso.

Una scena da Il caso O.J. Simpson.