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After the Hunt, Recensione: chi è il vero colpevole nel thriller glaciale di Guadagnino?

After the Hunt è il nuovo provocatorio thriller di Luca Guadagnino con Julia Roberts, Andrew Garfield e Ayo Edebiri, presentato a Venezia 82.

Recensione di 

After the Hunt

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After the Hunt è il nuovo film diretto da Luca Guadagnino e presentato Fuori Concorso al Festival di Venezia. Julia Roberts, quest'anno per la prima volta nella sua carriera al Lido di Venezia, guida un cast stellare composto da Andrew Garfield, la Ayo Edebiri di The Bear, Michael Stuhlbarg (che ha già lavorato con il regista in Call me by your name e Bones and all) e Chloë Sevigny in una piccola parte che omaggia gli Smiths.

Una scena dal film, After the Hunt.

Guadagnino sa destreggiarsi abbracciando stili e generi diversi, se l'anno scorso portava al Festival Queer, una toccante trasposizione dell'opera di Borroughs, forte del successo di Challengers, con After the Hunt fa un cambio di rotta, continuando a osare senza paura di toccare ambiziosamente i temi più delicati.

Il regista ha da anni una serie di progetti in cantiere, ma quest'anno ha deciso di omaggiare la Mostra del Cinema con un thriller agghiacciante, quasi apatico, pungente, che ci lascia solo domande, condannando errori e orrori delle varie generazioni di questa società. After the Hunt sguazza tra filosofia, etica e lotte al sistema, sterminando le nostre certezze, confondendoci con un brutale "non detto", accrescendo il dibattito culturale e sociale.

Una scena dal film, After the Hunt.

After the Hunt: il "thriller" di Luca Guadagnino

I titoli di testa di After the Hunt sono un chiaro riferimento alla filmografia di Woody Allen, da cui viene ripreso il font accompagnato da una musica jazz. Subito dopo questa apertura lo spettatore assiste ad un'animata conversazione culturale a casa di Alma (Julia Roberts), un vero e proprio salotto letterario dove le menti brillanti di Yale discutono di Heidegger e Thomas Mann. Alma Imhoff è una docente di filosofia a Yale che si contende la cattedra con il suo intimo collega Hank Gibson (Andrew Garfield). Circondata da una cerchia di adepti che vorrebbero la sua ammirazione, Alma stringe un rapporto professionale e personale con una studentessa, Maggie Price (Ayo Edebiri).

A circa mezz'ora di una pellicola dalla durata di 140 minuti la trama si complica quando Maggie confida ad Alma una scomoda verità, dicendole che il professor Hank avrebbe approfittato di lei. A questo punto della narrazione lo spettatore non è più passivo, perché il dubbio si insinua nelle nostre menti: non riusciamo più a discernere il vero dal falso, spetta a noi il giudizio di una società allo sfacelo dove niente e nessuno forse è più salvabile.

Una scena dal film, After the Hunt.

E così si apre un dibattito sulla questione degli abusi sessuali di cui Alma e Maggie ne sono portavoce (e vittime). La filosofia si mescola al concetto di moralità. Siamo noi a dover dare un giudizio, Guadagnino ricostruisce una narrazione fredda, che procede lentamente, dove noi ci inseriamo fastidiosamente: commentiamo e giudichiamo, cerchiamo risposte alle domande che ci lascia la pellicola. Non bisogna capire cosa è giusto o sbagliato, ma chi ha ragione e chi ha torto, a chi bisogna credere in un marasma di punti di vista. E probabilmente l'enigmaticità del titolo allude proprio a questa "caccia", metaforica e non, al colpevole.

Julia Roberts e il suo cinismo

After the Hunt è e sarà un film divisivo. Guadagnino non ha di certo paura di scuotere la folla: qui si parla non solo di molestie ma anche di lotta sociale, di giustizia accademica (tra furti e plagi), di generazioni a confronto dove nessuno ne esce vincitore. Siamo tutti vittime e contemporaneamente colpevoli. Questa audacia ricorda sicuramente un film presentato proprio a Venezia qualche anno fa, Tár. Ma, a differenza di Cate Blanchett, Julia Roberts è ancora più cinica.

Vittima anche lei del dispotismo hollywoodiano, la Roberts interpreta una donna fastidiosamente imperturbabile, con uno sguardo glaciale, segnata però da debolezze anche fisiche. Accanto a lei, Andrew Garfield riesce ad assumere tutti i tratti negativi dell' "aggressore". Un particolarissimo Michael Stuhlbarg nei panni dello psicoterapeuta, marito di Alma, restituisce alla pellicola sottili riflessioni.

Una scena dal film, After the Hunt.

Nora Garret, alla sua prima sceneggiatura, ci ovatta con un inizio verboso per poi lasciare spazio ai virtuosismi di un "non detto" forse ridondante. After the Hunt non è un thriller incalzante (anche perché non si arriva mai alla conclusione canonica che lo spettatore vorrebbe), ma un thriller seducente. Le musiche di Trent Reznor e Atticus Ross, si sposano poi con lo stile dell'ultimo Guadagnino. Audace e provocatorio, cinico e glaciale, divisivo ma stimolante, After the Hunt è una pellicola che farà sicuramente parlare di sé.

After the Hunt

Recensione diMartina Bellantuono, con 8 1/2 ho avuto la “vocazione”. Nella vita studio Cinema e vorrei un giorno far parte di questo mondo. Qui, infatti, scrivo di film e serie tv.

After the Hunt è un film audace e provocatorio. Guadagnino osa toccando ambiziosamente temi delicati. È lo spettatore a giudicare e a dare risposte alle domande che la pellicola lascia. Un thriller agghiacciante, quasi apatico, pungente, che stermina le nostre certezze ma che a volte si perde in un ridondante "non detto".

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