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Recensione

Comandante, Recensione – Niente da invidiare agli americani

Comandante è il film d’apertura del Festival. Una perla italiana da non perdere.

Autore
Martina
Bellantuono
Comandante, Recensione – Niente da invidiare agli americani

Comandante apre l’80° edizione del Festival di Venezia. Finalmente è un film italiano ad aprire la Mostra del Cinema, più nello specifico si tratta della nuova opera di Edoardo De Angelis con protagonista Pierfrancesco Favino nei panni del marinaio Salvatore Todaro. La sceneggiatura, scritta da De Angelis e da Sandro Veronesi è tratta dalla storia vera del Comandante Todaro che salvò, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, alcuni soldati del Belgio che si sarebbero dopo poco alleati con i nemici inglesi.

Dunque un film storico che però punta sull’umanità della gente, umanità che in guerra spesso viene soppiantata dalla supremazia del terrore. E, invece, il Comandante Todaro, al di là di appartenenze geografiche e fazioni politiche, mette in luce il suo essere “un uomo di mare” che rispetta e accoglie “la legge del mare”.

In precedenza sarebbe dovuto essere Challengers di Guadagnino ad aprire il Festival di Venezia, tuttavia a causa degli scioperi ad Hollywood la presentazione è stata cancellata. Dobbiamo essere fieri del fatto che sia stato scelto proprio Comandante come film d’apertura, nella speranza che anche la cinematografia italiana riesca ad avere sempre più spazio nel panorama internazionale. Soprattutto se si fa portavoce, come nel film di De Angelis, di un profondo e quantomai attuale messaggio di fratellanza.

COMANDANTE

Comandante: tratto da una storia vera

“In mare, siamo tutti alla stessa distanza da Dio, a distanza di un braccio. Quello che ti salva”. Queste sono le parole di un naufrago del Russian Ocean Way, salvato lo scorso marzo da un ucraino. E queste sono le parole con cui si apre il Festival. Comandante parte proprio da qui, dai rari gesti di solidarietà dei giorni nostri, per fare poi un passo indietro e tornare al 1940.

Salvatore Todaro è il comandante del sommergibile Cappellini della Regia Marina che, contro le volontà degli altri marinai ed incurante delle ripercussioni della sua scelta al di fuori di questa missione, decide di salvare i 26 naufraghi del Belgio della nave Kabalo per portarli nel porto neutrale delle Azzorre.

Tra guerra e fratellanza

Comandante è una storia toccante e cruda, ma ci mostra che uno spiraglio di sole è possibile dopo la tempesta e si concretizza nella fratellanza reciproca. Non bisognerebbe focalizzarsi sul contesto politico, il fascismo deve rimanere e rimane una figura di contorno perché l’obiettivo centrale è trasmettere un messaggio di solidarietà. Si tratta dunque di un messaggio atemporale che ha valenza in qualsiasi periodo storico (anche e soprattutto nei giorni nostri).

Questo film mostra come spesso i momenti più duri e le condizioni più precarie, facciano nascere il senso di solidarietà e lo spirito di adattamento. Un sodalizio che va oltre ogni barriera culturale e linguistica. Così come, dall’altra parte, queste situazioni portano le persone oltre i limiti della sopportazione e fino all’esasperazione. 

COMANDANTE

La claustrofobia di Comandante

La pellicola si avvale di un budget di circa 15 milioni, un costo importante se si pensa alla media di una produzione italiana. Quasi un “kolossal” in cui la somma è spesa in maniera equilibrata ed è evidente negli effetti speciali. 

La bravura del regista si palesa anche nella maestria con la quale riesce a trasmetterci quel senso claustrofobico del sommergibile. Gli spazi sembrano diventare man mano più stretti e la gente da contenere aumenta. Riusciamo a percepire vividamente la paura negli occhi dei marinai e la rassegnazione di fronte alla certezza di non poter più tornare a casa. I colori bui sono predominanti e quasi come i marinai anche noi spettatori ci sentiamo sul fondo dell’oceano e bramiamo quelle poche ore di luce e di aria fresca. 

Favino, un vero Comandante

Il lavoro registico è accompagnato dalle magistrali performance degli attori, a partire da Pierfrancesco Favino che ci regala un’interpretazione oltre le aspettative. Il suo volto lascia trasparire i sacrifici degli uomini di mare e le sofferenze annesse. Con il suo portamento Favino riesce inoltre a calarsi perfettamente nei panni del Comandante, abile oratore e valoroso marinaio, che non abbandona mai la sua umanità. Ad accompagnarlo in questa pellicola una serie di attori, da Giuseppe Brunetti a Massimiliano Rossi, che completano il quadro variopinto del sommergibile.

Comandante, Recensione – Niente da invidiare agli americani

8.5

Comandante

Comandante è un film dove la politica è un contorno. Il vero messaggio, quantomai attuale, riguarda il sacrificio e la fratellanza. La regia di Edoardo De Angelis punta sugli ambienti claustrofobici ma, accanto ad un'estetica interessante, ci sono delle interpretazioni curate con zelo. Comandante ci dimostra come il cinema italiano nasconda tanti talenti ancora da scoprire. Una consacrazione per Edoardo De Angelis che finalmente porta l'Italia all'apertura del Festival.