È finalmente arrivato nelle sale italiane lo scorso 13 giugno il remake live-action di Dragon Trainer, il film d'animazione targato DreamWorks del 2010 che aveva conquistato il cuore del pubblico, entrando nell’immaginario collettivo di una generazione e dando inizio a una saga e un franchise cinematografico basato sui romanzi di Cressida Cowell.
La regia è stata affidata a Dean DeBlois che ha co-scritto e co-diretto assieme a Chris Sanders il primo fortunato capitolo per poi prendere le redini della regia da solo per i due film successivi, Dragon Trainer 2 (2014) e Dragon Trainer - un mondo nascosto (2019).
Per quanto riguarda il cast, il ruolo di Hiccup è stato affidato a Mason Thames, noto per la sua performance in The Black Phone, accanto a lui troviamo Nico Parker nei panni di Astrid Hofferson, l'impavida vichinga, Gerard Butler nei panni del padre insoddisfatto di Hicupp, Stoick l'Immenso e Nick Frost nel ruolo di Skaracchio Ruttans.
Dragon Trainer: l'essenza del film originale è stata conservata con successo
Questo adattamento diretto da Dean DeBlois era molto atteso, ma destava anche parecchie perplessità tra i fan. Le operazioni di trasformare in live-action film d'animazione così iconici, come spesso abbiamo visto per la Disney, non sempre riescono a centrare il bersaglio.
Anzi, a volte si rivelano una manovra controproducente, con pochi titoli che hanno effettivamente ricevuto una grande accoglienza, numeri del botteghino a parte. Insomma, per tanti versi era un'operazione rischiosa, ma il film da questo punto di vista non ha deluso: è riuscito a riportare in vita le atmosfere e le emozioni che abbiamo amato, pur sollevando un interessante quesito sulla necessità di una riproposizione così fedele, dato che il franchise ha regalato il suo film al pubblico già nel 2019.
Considerato il tutto, sicuramente si tratta di un'operazione volta principalmente al lato economico, per avvicinarsi ancora di più alle nuove generazioni, ma il risultato è buono, pur non aggiungendo nulla al prodotto che già conosciamo.

Fin dai primi fotogrammi, è evidente l'impegno nel ricreare fedelmente l'universo di Berk e dei suoi fieri vichinghi. Il cast, guidato dalle promettenti interpretazioni di Mason Thames nei panni di Hiccup e Nico Parker in quelli di Astrid, riesce a catturare l'essenza dei personaggi originali. Mason Thames porta sullo schermo la goffaggine e l'intelligenza di Hiccup con un'autenticità che lo rende immediatamente simpatico, mentre Nico Parker incarna la forza e la determinazione di Astrid, pur con un tocco di vulnerabilità. Sebbene il design di alcuni personaggi secondari sia differente rispetto all'opera d'animazione questo elemento non disturba ma è ben contestualizzato.
Le ambientazioni e la resa visiva immersiva del live action DreamWorks
Il vero punto di forza del film è la sua potenza visiva: le ambientazioni e la fotografia sono davvero ottime e permettono allo spettatore di immergersi a pieno nel mondo che è trasposto ai suoi occhi.
Ma ciò che eleva ulteriormente l'esperienza è la scelta delle location. Girato in gran parte in Irlanda del nord, il film possiede una scelta meticolosa di location reali, infondendo autenticità. L'Irlanda del Nord è stata la protagonista indiscussa delle riprese, trasformando le sue aspre montagne, le valli nebbiose e le coste frastagliate nella leggendaria isola, fondendo perfettamente gli scenari naturali con gli effetti visivi. Tra le sue gemme, le rovine del Castello di Dunseverick e il Tollymore Forest Park.
Per gli interni e l'animazione dei draghi in CGI, la produzione si è avvalsa degli studios di Belfast, inclusi i Titanic Studios e i Belfast Harbor Studio. A completare questo quadro visivo, le Isole Faroe, in particolare l'isolotto di Tindhólmur.

I draghi però, in particolare Sdentato, a volte a livello espressivo risentono della CGI: nonostante per la maggior parte i loro movimenti e sguardi sono vividi e potenti, in alcune scene il design e il modo in cui sono stati realizzati non riesce ad eguagliare l'impatto dell’animazione.
Va ammesso anche che il legame tra Hiccup e Sdentato, cuore pulsante della storia, non risente tanto della meccanicità e poca espressività che a tratti traspare dalla riproduzione in CGI ed è reso con dolcezza e profondità, riuscendo a toccare le corde giuste, evocando la stessa commozione dell'originale.
L'unico vero quesito che ci si pone guardando questa pellicola riguarda proprio quanto sia necessario un live-action così fedele a non troppi anni dall'originale. Pur essendo innegabilmente godibile e capace di rievocare le stesse emozioni del bellissimo film animato, la somiglianza quasi frame to frame con l'originale potrebbe far riflettere su quanto questo remake aggiunga realmente poco alla saga e questo lo rende un'esperienza forse meno sorprendente per chi ha amato l'originale.