Dopo il grande successo di Daredevil: Rinascita, da oggi su Disney+ è disponibile la nuovissima serie tv Marvel Television Ironheart, che chiude ufficialmente la fase 5 del Marvel Cinematic Universe. La produzione esecutiva è affidata a Ryan Coogler, il regista dei due film di Balck Panther e del recente Sinners. Nel cast principale Dominique Thorne e Anthony Ramos.
Composta da 6 episodi che verranno rilasciati in sole due settimane, Ironheart ci porterà a scoprire un personaggio che abbiamo conosciuto in Black Panther Wakanda Forever, ovvero Riri Williams alias Ironheart.
Niente origin-story, ma trame già fondate
Nonostante Ironheart sia fra i prodotti per la quale i fan hanno mostrato meno fiducia e interesse dell'attuale periodo Marvel, qualche particolarità siamo riusciti a riscontrarla.

Ironheart non vuole essere un'origin-story, nonostante si basa sui primi atti eroici di una nuova giovane ed aspirante supereroina moderna, in quanto possiede già una sua area di azione e interesse, come abbiamo precedentemente visto al fianco di Shuri (Black Panther).
Ci viene portata in scena una storia che si basa sulla memoria, sul lutto e la vendetta, dalle chiare vibes giovanili un po' alla Spider-Man. Anche Riri Williams arriva dall'M.I.T e ci porta alla scoperta di una simpatica ma complicata storiella di quartiere, come fu per Peter Parker in Spider-Man Homecoming. Sarà tutta farina del sacco di Tony Stark?
Proprio quest'ultimo viene spesso citato e nominato in funzione di vari accadimenti, elemento inevitabile quando si parla di tecnologie di questo tipo e soprattutto armature come quella di Ironman. Inoltre, sono presenti anche importanti rivelazioni che si rifanno proprio al primo film Marvel con dei collegamenti diretti e un avvenimento inaspettato.
Iron-CGI tra azione e intelligenza artificiale
Ultimamente, in questo tipo di serie o prodotti, stanno aumentando i casi di insufficiente resa visiva in termini di effetti visivi e CGI, ma invece, al contrario di quanto si possa immaginare, secondo noi Ironheart non ha deluso in questo.

Possiamo assistere a scene d'azione ben elaborate con ottimi risultati, che riescono a mantenere viva l'attenzione del pubblico. Le varie armature e il comparto tecnologico rendono l'idea in modo coerente e realistico, come fu per Ironman.
Resta discutibile la rappresentazione di questa nuova AI ausiliaria come J.A.R.V.I.S., creata su misura da Riri per Ironheart: sarà stata un'azzardata scelta di supporto emotivo o qualcosa di forzato fin dall'inizio?
Ironheart vs The Hood
Fin dall'inizio viene instaurato un concetto di trasgressione che si vede rappresentato più volte nella durata totale delle puntate, sia in Ironheart che negli altri personaggi.
Va evidenziato che la Riri Williams dell'MCU è già convinta della sua strada, ha già la stoffa da eroina pronta a proteggere e sacrificare qualcosa per salvare la situazione, probabilmente grazie ai traumi subiti in passato che vediamo tramite vari flashback. In ogni caso, resta comunque innegabile che la sua visione sia, anche giustamente, da età post-adolescenziale, con i suoi problemi e le sue complicanze.

Passando invece a Parker Robbins, cioè The Hood, il villain di questa serie, nonostante degli ottimi propositi che hanno regalato momenti attesi ed importanti per l'intero post-Avengers Endgame, è rimasto abbastanza piatto dall'inizio alla fine. Ci sono stati alcuni tentativi di sviluppo, ma sono risultati molto forzati e fin troppo improvvisi.
I problemi di Ironheart e l'ennesima occasione sprecata
Seppur questa serie vada accolta senza particolari aspettative, ci sono evidenti problemi di svolgimento che fanno storcere il naso agli spettatori più attenti.
Ironheart è molto simile a Ms. Marvel, sia come personaggio che come impronta della serie tv. Proprio come negli episodi con Khamala Khan, anche Ironheart sembra accendere i motori e prendere piede troppo tardi rispetto alla trama che viene portata in scena, rischiando di conseguenza un finale troppo rapido e frettoloso. C'è un taglio troppo netto ed evidente a metà stagione, probabilmente eseguito in funzione del rilascio degli episodi.

Ci sono poche idee e pochi risvolti meritevoli di essere nominati originali o innovativi per un'eroina che si ispira ad Ironman. La serie ne risente spesso, dando la percezione di una batteria scarica che ci prova fino all'ultimo, ma senza durare. Il lato magico ha portato poi alcune complicazioni decisamente evitabili.
Il problema più grande, però, arriva con la sequenza finale: l'occasione per dare un finale notevole a Ironheart c'era, ma è stato completamente infranto. Per arrivare fino a quel punto ci è voluto uno sforzo, un'evoluzione che ha richiesto sacrificio, voglia di mettersi in gioco ed il percorso è stato tracciato in maniera anche intrattenente, a tratti sbalorditivo rispetto a ciò che si pensava del prodotto, ma la sconcertante scelta di trama eseguita sul finale, ha mandato in fumo l'intero svolgimento e le sorti della serie tv Marvel.

Quindi Ironheart è un'altra serie da buttare?
La risposta a questa irrompente domanda, che potrebbero porsi in tanti, a conti fatti è molto semplice:
No, Ironheart non è da buttare, in quanto ha dei buoni spunti ed un buono sviluppo fino ad un certo punto, ma non potrà mai competere o essere al pari di altre serie tv Marvel di successo come Loki, Hawkeye o Daredevil Born Again, ma neanche come la sorprendente Agatha All Along.
Ironheart ha svolto il compitino, a tratti è stata anche capace di emozionare, ma alcuni errori, commessi già con altri prodotti, iniziano a diventare piuttosto imperdonabili.