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Monkey Island – L’angolo del Retro Gaming

di Simone Pietropaolo

Pubblicato il 2018-08-10

Monkey Island e’ uno dei giochi che ha fatto la fortuna di LucasFilm Games, e che ha reso molto popolare il genere delle avventure punta e clicca, diventando un titolo indimenticabile.

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Negli altri articoli abbiamo parlato di giochi che in un modo o nell’altro hanno segnato un’epoca, una console, o un genere in particolare. Quest’ultimo e’ il caso di Monkey Island, forse l’avventura grafica per eccellenza, un must have per gli amanti del genere e non.

Siamo a cavallo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, quando la allora LucasFilm Games  pubblicava i suoi primi titoli,avventure grafiche incentrate sulla trama e sulla risoluzione di enigmi. Tra i tanti titoli, oltre a Monkey Island, ricordiamo Labyrinth (1986), tratto dall’omonimo film, e’ il primo gioco rilasciato dalla software house, e Maniac Mansion (1987), una bizzarra avventura che introdusse lo SCUMM (Script Creation Utility for Maniac Mansion), un linguaggio di scripting utilizzato poi per realizzare tutte le avventure grafiche uscite in seguito, Monkey Island compreso.

Nel 1990 fa il suo ingresso nel mercato The Secret of Monkey Island, un classico senza tempo, che aiuto’ la LucasFilm Games a farsi la reputazione di una delle migliori software house nel mercato.

Il gioco introduce il carismatico protagonista della serie, Guybrush Threepwood, un giovane dal nome impronunciabile, con il grande sogno di diventare pirata. E’ proprio questo l’incipit della storia, che porta Guybrush ad affrontare tre prove per poter coronare il suo sogno. Lungo il suo percorso incontra altri personaggi che diventeranno iconici, come la governatrice Elaine Marley, di cui si innamorera’, ed il temibile pirata fantasma LeChuck.

The Secret of Monkey Island e’ un titolo for

temente caratterizzato da una grande ironia, basata su diverse battute e situazioni al limite dell’anacronistico e del surreale. Il gameplay e’ molto semplice, e rispetta i canoni del genere punta e clicca. La parte inferiore dello schermo infatti, contiene tutti i comandi che e’ possibile eseguire con il personaggio che il giocatore controlla. Ogni azione e’ descritta semplicemente con il verbo relativo (ad esempio, per prendere un oggetto era sufficiente cliccare su Prendi e poi sull’oggetto di nostro interesse).

Questo e’ un po’ il sistema che divenne uno standard nel genere, in particolare per i titoli successivi rilasciati da LucasFilm Games. Tramite click del mouse, o le frecce da tastiera, era possibile muovere Guybrush all’interno delle diverse ambientazioni, scenari 2D dotati di profondita’ e di un sistema a scorrimento orizzontale.

Nonostante il tempo piratesco, anche le sessioni di combattimento, i duelli a colpi di spada, non erano vere e proprie sequenze d’azione. Difatti l’esito di un duello era decretato a seconda delle risposte e battute che i personaggi si scambiavano durante la lotta. Una battuta sarcastica e tagliente utilizzata al momento giusto poteva disarmare l’avversario e farvi vincere la sfida.

Il carisma dei protagonisti, dei personaggi secondari e delle ambientazioni, contribuirono al successo di The Secret of Monkey Island fino a consacrarlo capostipite di un intero genere. Seguirono diversi sequel, Monkey Island 2: LeChuck’s Revenge, uscito nel 1991, e The Curse of Monkey Island, uscito nel 1996, con una grafica completamente cartoon, musiche ed audio parlato di alta qualita’. La qualita’ delle animazioni e i dettagli dei fondali lo rendono una piccola grande opera d’arte. Il quarto capitolo della saga, Escape from Monkey Island, venne sviluppato con un nuovo sistema di gestione del giocatore ed una grafica poligonale, ma nonostante cio’ non incontro’ il favore di critica e pubblico. Era il 2000, e le avventure grafiche avevano ormai perso popolarita’. Inoltre per le software house sviluppare un’avventura grafica era diventato molto piu’ costoso che in passato, in quanto le nuove schede video disponibili avevano reso il mercato videoludico “avido” di grafica di maggiore qualita’. E mentre nelle case iniziavano a spopolare Playstation e Nintendo 64, definendo nuovi standard per il mondo dei videogame, il pubblico perse interesse nei confronti delle avventure grafiche.

Questo pero non fu di certo la fine del genere punta e clicca, ne’ tantomeno della saga di Guybrush Threepwood. Nel 2009 infatti, usci’ Tales of Monkey Island, pubblicato per Windows e Nintendo Wii (poi anche su Playstation e su iPad), un titolo suddiviso in 5 capitoli, rilasciati con cadenza mensile. Per rilanciare la serie venne anche distribuita una versione restaurata dei primi due capitoli della saga, usciti all’inizio degli anni ‘90, disponibili su Steam.

Chi di voi ha giocato a Monkey Island, e a quale capitolo siete piu’ affezionati?

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