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Monster: The Ed Gein Story, la vera storia di Ed Gein tra realtà e finzione

Da Monster: The Ed Gein Story al reale serial killer: cosa è vero e cosa no nella nuova stagione Netflix della serie Monsters.

Di , scrivo di cinema perché non potrei farne a meno. Tutto è iniziato con Mulholland Drive, durante i miei studi a Roma, e da allora non ho più smesso. Il cinema mi ha dato tanto. Io gli devo tutto.

Poster della serie Netflix, Monster: The Ed Gein Story.

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La nuova miniserie Monster: The Ed Gein Story, prodotta da Ryan Murphy e approdata su Netflix, ha già conquistato la Top 10 dei prodotti più visti della piattaforma. La serie, che nelle precedenti stagioni ha trattato altri serial killer come Jeffrey Dahmer, è nota per riuscire a miscelare con successo realtà e finzione.

Scopriamo insieme, quindi, cosa è reale e cosa invece non lo è nella nuova stagione, Monster: The Ed Gein Story.

Ed Gein confessò di aver ucciso solo due donne: Mary Hogan, proprietaria di un bar, nel 1954, e Bernice Worden, negoziante di ferramenta, nel 1957. Nella sua casa gli investigatori trovarono numerosi resti umani provenienti da nove o dieci corpi riesumati dai cimiteri locali, ma non emersero prove di altri omicidi.

Il falso legame con Ted Bundy

Nell’episodio finale della serie, gli agenti dell’FBI John Douglas e Robert Ressler interrogano Gein per catturare Ted Bundy. Si tratta di una pura invenzione: Gein non ebbe mai alcun ruolo nella cattura di Bundy, che fu arrestato mentre tentava di fuggire da un posto di blocco.

Una scena dalla serie tv Netflix, Monster: The Ed Gein Story.

La voce e la “fidanzata” di Gein

L’attore Charlie Hunnam ha ricreato la voce di Gein basandosi su una rara registrazione di 70 minuti. La serie introduce poi Adeline Watkins, presunta complice e amante del killer. Nella realtà, Watkins e Gein si frequentarono brevemente, per circa sette mesi, senza alcuna relazione criminale. Lei stessa dichiarò di non essere mai entrata nella casa di Gein.

Il presunto legame con Ilse Koch

Il personaggio di Watkins introduce Gein alla figura di Ilse Koch, criminale nazista famosa per aver creato oggetti con pelle umana. Anche questo è un elemento romanzato: non ci sono prove che Gein fosse influenzato da Koch, né che avesse mai avuto “visioni” o contatti immaginari con lei.

Il rapporto con Bernice Worden

La serie suggerisce una relazione sentimentale tra Gein e Bernice Worden. In realtà, Gein non ebbe mai rapporti amorosi o sessuali: secondo gli psichiatri, morì vergine e profondamente represso dalla rigida educazione religiosa della madre.

La morte del fratello Henry

Il primo episodio mostra Gein uccidere il fratello Henry durante una lite. Nella realtà, Henry morì durante un incendio accidentale nel 1944. Le autorità non trovarono prove di omicidio, anche se in seguito nacquero alcuni sospetti.

Una scena dalla serie tv Netflix, Monster: The Ed Gein Story.

Monster: The Ed Gein Story e i due omicidi inventati

Monster: The Ed Gein Story mostra l’uccisione di una babysitter (Evelyn Hartley) e di una infermiera durante un ricovero psichiatrico. Entrambi gli episodi sono completamente inventati: Gein fu considerato un paziente modello e non ebbe collegamenti con la scomparsa di Hartley.

Alcuni dettagli fedeli

Alcuni dettagli della serie sono però fedeli alla realtà: Gein creò ciotole con teschi umani, indossava pelli di donne esumate, conservava organi e parti del corpo, tra cui genitali femminili in una scatola. Tuttavia, non praticò necrofilia né cannibalismo, come confermarono gli investigatori.

Dopo l’arresto

Dopo la scoperta dei crimini nel 1957, la casa di Gein fu distrutta da un incendio. Alcuni oggetti vennero messi all’asta, incluso il suo furgone Ford del 1949, esposto per anni nei luna park locali prima di essere bandito. Gein trascorse il resto della sua vita in ospedali psichiatrici e morì nel 1984 per insufficienza respiratoria dovuta a un tumore.

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