State of Play: il format della Sony per pubblicizzare i nuovi giochi
State of Play la nuova strategia di comunicazione adottata da Sony, sulla falsa riga del Nintendo Direct, per informare specificatamente i suoi videogiocatori PlayStation sulle novità di prossima uscita sembra destinata, salvo i dovuti aggiustamenti, a fallire stando ai giudizi per niente lusinghieri che la maggior parte dei fan hanno lasciato come commento al termine del […]
State of Play la nuova strategia di comunicazione adottata da Sony, sulla falsa riga del Nintendo Direct, per informare specificatamente i suoi videogiocatori PlayStation sulle novità di prossima uscita sembra destinata, salvo i dovuti aggiustamenti, a fallire stando ai giudizi per niente lusinghieri che la maggior parte dei fan hanno lasciato come commento al termine del primo evento su YouTube.
Infatti aver abbandonato i tradizionali appuntamenti, come la PlayStation Experience e i media briefing dell'E3 (trasmesse in streaming per chi non poteva partecipare di persona) a cui eravamo abituati, durante i quali venivano fornite tutte quelle notizie necessarie per conoscere in modo dettagliato ogni titolo nelle sue essenziali caratteristiche, il tutto poi accompagnato dal relativo trailer e talvolta da una scenografia in tema, ha prodotto delusione nei più. Se da una parte oggi si sta puntando ad una informazione del tipo touch and go ovvero veloce, molto scarna e minimale nei contenuti come fosse solo un flash di stampa e basta, per poi passare subito al successivo, dall'altra però il servizio proposto da Sony, vuoi forse per un motivo anche di natura economica, non può essere una sequela di brevi filmati promozionali di giochi, per giunta al momento di “secondo piano”, senza nessun ulteriore elemento che permetta di avere un'idea un po' più precisa di ciò che andremo ad acquistare e quando, soprattutto, lo si potrà trovare nei negozi (poche le date d'uscita finora mostrate).
È evidente che siamo di fronte ad un processo innovativo di fare comunicazione dei propri prodotti, di una riorganizzazione dell'azienda dettata dalle solite leggi di mercato a cui non può sottrarsi e con le quali deve continuamente confrontarsi se vuole mantenere alto il livello delle vendite a costi decisamente contenuti. Il marchio Sony è sinonimo di qualità e serietà e per questo credo che la software house giapponese saprà riaggiustare il tiro per chiudere definitivamente le polemiche e dimostrare la bontà della strada intrapresa.
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