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The Menu, Recensione del thriller con Anya Taylor-Joy

di Emidio Sciamanna

Pubblicato il 2022-11-19

Ecco la recensione di The Menu, il nuovo film con protagonisti Ralph Fiennes e Anya Taylor-Joy, distribuito nelle sale italiane il 17 novembre.

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Il 17 novembre 2022 è uscito nelle sale italiane The Menu, il nuovo thriller distribuito da Searchlight Pictures con protagonisti Ralph Fiennes e Anya Taylor-Joy. Il regista Mark Mylod (Ali G, 2005) firma una pellicola sicuramente originale, che non trova nella sceneggiatura e nello sviluppo della vicenda il suo punto di forza, quanto piuttosto nella messa in scena e nei toni estremamente ambigui che ne caratterizzano l’atmosfera.

Si tratta di un film volutamente grottesco, un connubio tra commedia nera e thriller, che si prende apertamente gioco dell’alta cucina e degli chef stellati che ottengono oggigiorno un successo strepitoso, tanto nei ristoranti quanto sul web.

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The Menu

Immersi in un’isola sperduta

Il giovane Tyler (Nicholas Hoult) e la sua (in apparenza) compagna Margot (Anya Taylor-Joy) giungono, insieme ad un altro piccolo gruppo di ricchi commensali, su un’inquietante isola remota per gustare la particolare e ricercata cucina del famosissimo Chef Julian Slowik (Ralph Fiennes).

Sin dalle prime battute l’ambientazione di The Menu appare piuttosto chiara: l’aspetto rurale e primaverile della natura cede rapidamente il passo al clima freddo e asettico del ristorante esclusivo, trasformando una piacevole serata in un incubo dai forti connotati orrorifici, coadiuvato dall’atmosfera opprimente e soffocante dell’isola.

Un luogo particolare che trova in Dieci Piccoli Indiani di Agatha Christie una notevole fonte di ispirazione, non solo nel suscitare l’impossibilità di una via di fuga verso la sopravvivenza, ma anche nel rendere i personaggi della vicenda portatori di scomode verità e scheletri nell’armadio. Tutti i protagonisti di The Menu sono in qualche modo coinvolti personalmente e presi di mira dalla furia apatica dello chef, in alcuni casi con risvolti perfino comici.

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The Menu

Il menu diventa opera d’arte

Il fulcro della pellicola è proprio la rappresentazione dell’alta cucina gourmet, preparata all’interno della raffinata isola-ristorante Hawthorne. Gli illustri ospiti, esattamente come i cuochi dediti alla preparazione dei piatti, sono spinti dalla continua ed ossessiva ricerca della perfezione culinaria, la quale sfocia apertamente in una crudele parodia dei programmi televisivi e dei “talent show” di cucina più popolari.

Il menu che viene proposto ai clienti non è un banale percorso di degustazione, ma un vero e proprio viaggio concettuale attraverso i meandri dell’arte culinaria: un mondo fatto di esasperante precisione e maniacale ricerca di gusti innovativi ed estremamente elaborati, da assaporare lentamente e con morbosa attenzione.

La regia asseconda volutamente questa continua ricerca del colpo di scena, dimostrandosi sontuosa e a tratti esagerata, con l’intento di scioccare lo spettatore nello stesso modo in cui lo chef punta a stupire i suoi commensali. Lunghi primi piani si susseguono quindi a rapidi movimenti di macchina, mettendo in evidenza la cinica tecnica con la quale vengono create le asettiche portate del “menu”.

The Menu

Una critica (gastronomica) dal finale insipido

The Menu è un thriller che affascina, che coinvolge, fino a spingere lo spettatore a voler scoprire la risoluzione finale della vicenda e i misteri ad essa collegati. Questo soprattutto nella prima parte. Vi è infatti una forte perdita di mordente nella seconda metà della pellicola, collegata probabilmente allo scioglimento delle trame secondarie dei vari personaggi, man mano che si indaga sul loro passato.

La maggior parte dei protagonisti influisce sulla trama in modo pressoché irrilevante, rendendo la Margot di Anya Taylor-Joy l’unico “character” effettivamente degno di nota, insieme allo chef Slowik di Ralph Fiennes. Quest’ultimo regge sulle sue spalle il peso dell’intero film interpretando magnificamente un ruolo emblematico ed alquanto bizzarro, senza mai risultare eccessivo o fuori luogo, riuscendo ad essere tuttavia decisamente inquietante.

L’elemento grottesco che caratterizza The Menu, può essere inoltre non semplice da digerire per chi non è abituato questo particolare genere. Più volte le scelte e i comportamenti dei personaggi possono risultare stravaganti o addirittura insensati per un occhio poco avvezzo, che potrebbe confondere un nonsense volutamente esasperato con un difetto di sceneggiatura (la quale, a dire il vero, non è nulla di particolarmente complesso).

Si tratta a conti fatti di un’opera interessante ma incompleta, che poteva essere maggiormente incisiva con una scrittura generale più solida e accorta. Per restare in tema: la presentazione del piatto è convincente, ma la commistione di sapori risulta leggermente insipida, una grave mancanza. Se non altro la curiosità di scoprire tutte le portate del Menu ti lascia incollato al tavolo.

7.5

The Menu è un thriller che svolge correttamente la sua funzione, tenendo lo spettatore incollato allo schermo senza mai avere tempi morti. Nella seconda parte, tuttavia, perde gran parte del mordente iniziale e il "nonsense" volutamente grottesco di alcune sequenze, nonché le azioni di gran parte dei personaggi, potrebbero sembrare assurde o immotivate per chi non è abituato al genere.

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