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Recensione

Under the Silver Lake – Recensione e Analisi

Guida all’interpretazione dell’enigmatico film di David Robert Mitchell.

Under the Silver Lake – Recensione e Analisi

Accade spesso che alcuni film passino in sordina, sia per cause di natura produttiva che percettiva e fruitiva, o per entrambe. È questo il caso di Under the Silver Lake, film americano del 2018 diretto da David Robert Mitchell e prodotto da A24. Questa recensione entra molto in profondità, ma senza esporre spoiler circa la trama, invitando il lettore a guardare il film prima e dopo la seguente riflessione-interpretazione.

Under the Silver Lake è stato inizialmente presentato in anteprima il 15 maggio 2018 alla 71° edizione del Festival di Cannes, in concorso per la Palma d’Oro. Successivamente, ne era stata prevista la distribuzione in sala a partire dal 22 giugno dello stesso anno, ma a causa di accordi problematici tra produttori e distributori, il film slitta inizialmente al 7 dicembre 2018 e nuovamente alla primavera dell’anno successivo.

Il 19 aprile 2019 la distribuzione del film avviene in maniera circoscritta, limitandone l’uscita in due sole sale cinematografiche americane, per poi essere reso disponibile in home video e attraverso piattaforme di streaming on demand. Non sorprende quindi che, a quasi due anni dall’uscita ufficiale, siano poche le persone che ricordano uno dei lungometraggi più enigmatici della recente storia del cinema. Ma prima un passo indietro.

David Robert Mitchell

Come summenzionato, il regista del film è un autore americano che, al momento della direzione di Under the Silver Lake, presenta sul curriculum solamente altri due lungometraggi: il film d’esordio Myth of the American Sleepover, teen drama romantico del 2010 e It Follows, horror sovrannaturale del 2014. Nei suoi tre film – che ha scritto e diretto –, Mitchell si è dimostrato in grado di evidenziare alcune problematiche che caratterizzano la contemporaneità.

In particolare, David Robert Mitchell coglie sapientemente le sfumature e le problematiche sociali che permeano l’attuale cultura americana, focalizzandosi sul rapporto e le relazioni tra giovani adulti: i cosiddetti “Millennials”. In Under the Silver Lake, mette in scena un dramma enigmatico carico di simbolismi e riferimenti alla pop culture.

Un tuffo nel Silver Lake

Under the Silver Lake racconta la storia di Sam (Andrew Garfield), un trentenne disoccupato e a rischio di sfratto che, in una calda Los Angeles estiva, passa le giornate ad ascoltare vecchie canzoni pop e a spiare i propri vicini di casa. Attraverso gli occhi di Sam emerge che nelle settimane antecedenti l’incipit narrativo, hanno avuto luogo una serie di omicidi le cui vittime non sono esseri umani, bensì cani. Di fatto, il quartiere del protagonista è sommerso di volantini e graffiti che rimandano all’attività del “dog killer”.

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Interessatosi al caso, Sam inizia a leggere una fanzine che racconta le potenziali origini dell’assassino, all’interno della quale è sottolineato il suo legame con il Silver Lake, un lago artificiale nei pressi di Hollywood. Impegnato nelle attività di spionaggio del vicinato, Sam incontra Sarah (Riley Keough), una giovane ragazza del quartiere. I due iniziano a frequentarsi ma la loro relazione è bruscamente interrotta – dopo un solo appuntamento – dalla scomparsa della ragazza, apparentemente trasferitasi.

Nel tentativo di scoprire come abbia fatto la ragazza a traslocare nel giro di una notte, Sam dà inizio a un’indagine che lo porterà a interrogare la natura stessa della socialità, delle dinamiche di fruizione dei contesti sociali, scoprendo un legame stretto tra la sparizione di Sarah e alcuni omicidi di ricche famiglie.

In profondità

Sin dalla sua uscita, il pubblico ha accolto Under the Silver Lake in modo discrepante. Se da un lato il lungometraggio di Mitchell è stato osannato a capolavoro, altri lo hanno etichettato come misogino e sessista, criticandolo per il suo impiego del male gaze – ovvero la prospettiva di un maschio eterosessuale caratterizzata da una tendenza a oggettivare o sessualizzare il sesso femminile.

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Il personaggio di Sam altro non è che la rappresentazione della Generazione Y e del concetto di mascolinità in crisi. In altre parole, il protagonista del film è il tipico Millennial – così com’è percepito all’interno della cultura americana contemporanea: possiede un travolgente senso di lealtà, è narcisista, determinato e troppo ambizioso. Come osservato precedentemente, Sam passa il suo tempo guardando vecchi film, bevendo, sballandosi e spiando i suoi vicini. 

Occasionalmente fa sesso con un'amica (Riki Lindhome), ma non esiste una relazione significativa tra i due. Sam la usa semplicemente per il sesso o per compagnia, quando ne ha bisogno. È più interessato al suo personale ideale di donna, particolare chiaro sin dalle prime inquadrature in cui il protagonista racconta di come era solito masturbarsi con la copertina di Playboy (raffigurante una donna bionda fotografata sott’acqua).

Per Sam, le donne servono davvero a uno scopo, essere oggetti di piacere.

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Sarah è la promessa di un reale significato nella vita di Sam, rappresenta tutto ciò che desidera dall’altro sesso, seppur chiaramente fuori dalla sua portata. La messinscena lo esplicita: Sarah è presentata agli occhi dello spettatore come una giovane donna ingenua e vulnerabile, vestita di bianco, una principessa da salvare – altro sintomo della percezione femminile dei Millennial.

Sam è la rappresentazione di come gli uomini possono potenzialmente diventare tossici e come la loro visione del mondo possa deformarsi se il loro obiettivo non è compiuto. Non a caso, Sam cerca di trovare un nuovo scopo nella sua vita – cercando di risolvere il mistero legato alla scomparsa di Sarah – con cui sviluppa un'ossessione malsana.

Il "vero" Silver Lake

All’interno (e anche fuori) delle mura della critica cinematografica, in molti hanno condannato Under the Silver Lake per la sua narrazione complessa e per la mancanza di una chiara e obiettiva conclusione. Contrariamente, è possibile ipotizzare che l’intero film sia in realtà una forma di depistaggio e che non racconti l’indagine di un omicidio o la presenza di una cospirazione silenziosa ad Hollywood. Il vero “lago” di Under the Silver Lake non sarebbe altro che un concreto riferimento al world-wide web, a internet, alla “società di Rete”. 

Se guardato sotto quest’ottica, Under the Silver Lake esplora gli effetti che internet può avere sulla vita dei Millennials – di coloro che, non a caso, sono definiti come la “generazione della rete”. David Robert Mitchell sta quindi ponendo allo spettatore una riflessione sociale, osservando e raccontando come – paradossalmente – le persone siano oggi più disconnesse a causa di internet e, di conseguenza, come siano diventate paranoiche e narcisiste.

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Il personaggio di Sam è caratterizzato da un’ossessione verso la “finta” vita del consumatore medio americano – guida una macchina che non può permettersi, frequenta feste piene di persone appartenenti a una categoria sociale lontana dalla sua – al punto da distogliere la sua attenzione da un vero scopo. Di fatto, l’obiettivo di Sam non è trovare Sarah, ma trovare una relazione significativa.

Ciò lo si evince nel momento in cui Sam si imbatte in un cartellone pubblicitario che raffigura la sua ex compagna – una fotomodella – il cui testo sottostante il volto della ragazza recita I can see clearly now – “ora posso vedere chiaramente”. Un chiaro riferimento al fatto che lo scopo della vita sia quello di avere una relazione significativa – il messaggio è chiarificato nella scena di incontro tra Sam e la sua ex, ora felicemente accompagnata.

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Riemersione

Under the Silver Lake è un film che cerca di criticare la cultura popolare – pop culture –, ma non può sfuggire al fatto che anch’esso ne faccia parte. Inoltre, è possibile affermare che l’opera di Mitchell cerchi di porsi come critica al potere che il male gaze esercita sui giovani uomini e che collabora a corrompere la cultura di Hollywood e dello Star System. Di fatto, se prima è stato necessario sottolineare il rapporto ossessivo tra Sam e il sesso femminile e anche necessario evidenziare come il protagonista – e quindi la rappresentazione del maschio Millennial – ne sia spaventato, a tratti terrorizzato.

Di fatto, ci sono ben due sottotrame che evidenziano questa peculiarità e fungono da critica al potere del male gaze: la storia che coinvolge il misterioso dog killer che terrorizza il quartiere e la leggenda metropolitana legata all’Owl Kiss – il “bacio del gufo”. Per quanto riguarda la prima, è possibile notare come i cani appartengano tutti a donne attraenti. Questi rappresentano il sesso femminile agli occhi di Sam e lo si intuisce nei momenti in cui sogna Sarah che mangia il suo stesso cane, e quando la vede nuotare nuda in piscina, per poi iniziare ad abbaiare quando cerca di parlarle. 

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Di conseguenza, la serie di omicidi è da considerare in quanto monito nei confronti di Sam, un avvertimento di cosa può accadere se continua a considerare e osservare le donne con uno sguardo negativo. In altre parole, se Sam continuerà a percepire le donne come cani – punto di vista che emerge dal suo primo incontro con il Re dei Senzatetto (David Yow) –, allora è più che probabile che diventi un vero assassino.

Per quanto riguarda l’Owl Kiss, si fa riferimento al personaggio femminile che indossa una maschera da gufo, donna che incarna una leggenda metropolitana che racconta l’omicidio di giovani uomini. Il rapporto tra Sam e tale personaggio femminile contribuisce a sottolineare la sua paura delle donne e il suo considerarle una minaccia. La figura dell’Owl Kiss guida parte della narrazione di Under the Silver Lake portando Sam a incontrare alcuni personaggi che è possibile considerare come “possibili io futuri” del protagonista.

Sono un valido esempio il già citato Re dei Senzatetto e l’autore della fanzine (Patrick Fischler): il primo è un uomo senza casa, famiglia o lavoro e il secondo un fanatico delle cospirazioni, un solitario che si chiude fuori dal mondo. 

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Under the Silver Lake è un film scritto e diretto sapientemente, in grado di mettere in discussione i paradigmi sociali su cui si struttura la società di oggi e il ruolo del potere esercitato dal punto di vista maschile. David Robert Mitchell costruisce un thriller neo-noir caratterizzato da una narrazione intricata e articolata che mette in crisi lo spettatore. Per una corretta e sapiente percezione dei messaggi nascosti da Mitchell – in superficie e in profondità del Silver Lake –, consigliamo una visione attenta e molteplice.

Purtroppo il film non è disponibile su piattaforme di streaming on demand, e non è mai stato distribuito in Italia. È possibile acquistarlo in home video in lingua inglese.

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Questa recensione ha cercato di spacchettare e trascrivere quanto più possibile gli elementi e i messaggi racchiusi in Under the Silver Lake, ma il lago, seppur artificiale, è decisamente più profondo di quanto appare

Under the Silver Lake – Recensione e Analisi

9

Under the Silver Lake

Under the Silver Lake è un film scritto e diretto sapientemente, in grado di mettere in discussione i paradigmi sociali su cui si struttura la società di oggi e il ruolo del potere esercitato dal punto di vista maschile. David Robert Mitchell costruisce un thriller neo-noir caratterizzato da una narrazione articolata che mette in crisi lo spettatore.

Dove vederlo: