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Atlas, Recensione: Jennifer Lopez contro L’IA

Atlas è il nuovo sci-fi action di Netflix con Jennifer Lopez protagonista. Sarà riuscito a distinguersi dalla marea di prodotti sull’IA?

atlas recensione

Continua la collaborazione tra Jennifer Lopez e Netflix con Atlas, il nuovo film action fantascientifico di cui la diva è protagonista. L'ultima volta l'avevamo vista in The Mother, opera che indubbiamente ha riscosso un buon successo a livello di stream sulla piattaforma, ma senza mai convincere completamente pubblico e critica (qui trovate la nostra recensione).

Atlas è scritto da Leo Sardarian e Aron Eli Coleite e diretto da Brad Peyton, regista di San Andreas e Rampage. Nel cast, assieme a JLo, troviamo star come Simu Liu, Mark Strong e Sterling K. Brown.

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Atlas

Atlas rimane nell'anonimato dei film sull'intelligenza artificiale. Lo spettatore ha difficoltà nell'entrare in empatia con la protagonista e la sceneggiatura pecca di credibilità, che rende agli occhi del pubblico Atlas un prodotto come tanti, tantissimi altri. Jennifer Lopez non si può dire che non ci provi, nonostante un personaggio ridotto all'osso. Non male, invece, gli effetti visivi, presenti in grande quantità e ben gestiti. Più o meno lo stesso concetto vale per le scene action, che ci hanno sufficientemente soddisfatto, anche se si poteva osare di più almeno da questo punto di vista.

Dove vederlo:

Atlas: di cosa parla il nuovo film Netflix?

Jennifer Lopez interpreta Atlas Shepherd, una brillante analista incapace di creare rapporti sociali profondi a causa della sua diffidenza e della sua sfiducia verso il mondo esterno, ormai dipendente dalla sua avanzatissima tecnologia e dall'intelligenza artificiale.

Atlas si unisce a una missione per catturare Harlan, un robot dotato di intelligenza artificiale, rinnegato e allontanato dalla Terra, ma con cui la donna condivide un misterioso passato. Quando la sua missione è a rischio di fallimento, la donna capisce che l'unico modo di salvare il futuro dell'umanità dall'intelligenza artificiale è fidarsi di entrambe la fazioni.

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Sempre la solita solfa

Ora più che mai il mercato è saturo di prodotti sull'intelligenza artificiale. Tutti cercano nel miglior modo possibile di cavalcare l'onda tematica che sta invadendo le case di tutto il mondo. Crescita tecnologica e nubi sul futuro, agiatezza e ansia, gli antipodi si fondono nei pensieri del pubblico sotto la dicitura di IA e, come è anche giusto che sia, il cinema deve trattare l'argomento.

Più sono i prodotti, però, e più bisogna cercare di distinguersi dalla massa, cercando e ricercando un linguaggio che affondi le barriere dello stereotipo ormai radicate nello spettatore. Atlas, purtroppo, non riesce in questo compito, rimanendo nell'anonimato.

Non funziona la continua ricerca del dramma e non funzionano le battute nei momenti drammatici. Lo spettatore ha difficoltà nell'entrare in empatia con la protagonista, seppur questa ci provi disperatamente, il che è un grosso problema dato che l'intero film si basa sul suo personaggio. A completare una sceneggiatura da rivedere ci sono i plot twist, troppo prevedibili e scialbi. Tutto conduce ad una scarsa credibilità, che rende agli occhi del pubblico Atlas un prodotto come tanti, tantissimi altri.

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JLo ci prova, ma non basta

Jennifer Lopez, la protagonista assoluta di Atlas, non si può dire che non ci provi. Peccato, però, che la sua interpretazione non sia supportata da un personaggio solido, ma al contrario tanto, troppo, didascalico nella sua descrizione. Il resto del cast rimane in ombra, sia per un basso minutaggio che per il poco approfondimento concesso.

Non male, invece, gli effetti visivi, presenti in grande quantità e ben gestiti. Considerando la storia raccontata e, appunto, l'ampio spazio dedicato a zone inesplorate di un altro pianeta ed intelligenze artificiali, poteva andare decisamente peggio.

Più o meno lo stesso concetto vale per le scene action, che ci hanno sufficientemente soddisfatto. Anche se, proprio per compensare ad alcune mancanze di sceneggiatura, sarebbe stata una scelta saggia cercare di giocare di più con l'intrattenimento, provare a spingersi un po' oltre con qualcosa di più frizzante, in particolare nelle sequenze d'azione.

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