Festa della Mamma – 5 film sul ruolo di madre
Ciò di cui ho in precedenza parlato qui in occasione della Festa del Papà vale anche per la figura della mamma: che si caratterizzi per la sua assenza o si imponga con una presenza eccessiva, che sia burbera e distaccata o amorevole e di supporto, il suo è un ruolo chiave nella società contemporanea che ancora si fonda sull’istituzione familiare e per lo più tradizionale, seppur stia iniziando ad adattarsi in modo sempre maggiore ai cambiamenti che spingono verso una rivalutazione del ruolo genitoriale.
Essere madre non è facile, soprattutto se si percepisce sulle proprie spalle il peso degli stereotipi di genere che la vogliono come una padrona di casa perfetta e unicamente dedita alla cura e alla crescita dei figli. Nessun sentimento se non di amore, nessuna debolezza e fragilità, niente cedimenti.
Per la festa della mamma, ho scelto cinque film che, se osservati con lo sguardo giusto, possono aiutare a far comprendere l’arduo mestiere di essere un individuo e insieme un genitore. Perché anche essere madre è un lavoro, che si impara a svolgere con tempo e dedizione e dove gli errori sono all’ordine del giorno.
Quelle che ho scelto non sono necessariamente pellicole che si concentrano sul rapporto madre-figli, quanto più opere che presentano allo spettatore uno scorcio di realtà quotidiana tenuta per troppo tempo nascosta dietro il velo della tradizione e dei cliché. Perché il cinema, in quanto arte, ha anche il compito di educare, aprire le menti ed aiutare il cambiamento.
1 - MOMMY - XAVIER DOLAN (2014)
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Per la quinta volta dietro la cinepresa a dirigere i lavori, Xavier Dolan offre in Mommy il ritratto di una madre coraggiosa e forte che, nonostante la personalità eccentrica, ingestibile e ostica del figlio quindicenne affetto da disturbo oppositivo provocatorio, cercherà di costruire con lui un rapporto affettivo e di porsi come una figura di supporto e riferimento.
Non è facile, però, quando la rabbia, il senso di frustrazione e il disappunto sono i tratti caratteriali di una donna dura, una vedova rimasta senza lavoro, incolta e inesperta. Il loro amore si fonda su un rapporto di violenza e invadenza, ossessione e possessione quasi edipica, tra litigi e abbracci, urla e risate.
Una strettezza che si concretizza anche visivamente, con la scelta di un rapporto 1:1 e di una musica sempre presente, e che trarrà un respiro a pieni polmoni solo di sfuggita, senza mai riuscire sul serio a prevalere sulla claustrofobia di un amore che, però, tenta in tutti i modi di resistere.
2 - BY THE SEA - ANGELINA JOLIE (2015)
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La visione tradizionalmente percepita della donna la vuole come generatrice di prole e madre. Di conseguenza, l’impossibilità di avere figli è sempre stata vista in modo negativo, quasi fosse una colpa di una donna che non sarebbe realmente degna di questo nome.
Spesso non volere dei figli è una scelta, degna di rispetto. Altrettanto frequentemente, però, è motivo di sofferenza e dolore per chi ne sente un forte desiderio ma, per motivi indipendenti dalla propria volontà, non può portare a termine una gravidanza.
By the Sea, opera di Angelina Jolie che la vede anche protagonista al fianco di Brad Pitt, è la personificazione di questo dolore, di un tormento e di una disperazione che non lasciano via di scampo e che possono avere conseguenze negative importanti, non soltanto sulla coppia ma anche, e soprattutto, sul benessere, sulla tranquillità e sulla felicità della donna.
3 - MADRE - BONG JOON-HO (2009)
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Il successo internazionale arriva a Bong Joon-Ho nel 2020, grazie alla vittoria di Parasite nelle categorie di miglior film, miglior regia e migliore sceneggiatura originale agli Oscar di quell’anno. Ma il regista ha alle sue spalle numerose altre opere di alto livello. Tra queste spicca Madre, un thriller familiare oscuro e profondo.
Yoon Do-joon è un ragazzo problematico, affetto da un deficit mentale e che, dipendente dalle cure della madre, vive in sua compagnia in una piccola cittadina della Corea del Sud. Le loro vite proseguono accompagnate dagli insulti e dagli scherni di chi, il ragazzo, non lo comprende e lo disprezza.
Yoon Do-joon è sostenuto solo dall’amore della madre, profondamente devota alla cura del figlio e che, con la caparbietà di un temperamento ostinato e robusto, continuerà ad affiancarlo anche quando, dopo il ritrovamento del cadavere di una studentessa, il giovane verrà accusato di aver commesso il crimine.
È un amore senza limiti e senza pretese, pronto a tutto pur di dimostrare al mondo l’innocenza di un figlio alla cui verità si crede ciecamente, quello dipinto magistralmente in Madre.
4 - TRE MANIFESTI A EBBING, MISSOURI - MARTIN MCDONAGH (2017)
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Anche Mildred Hayes di Tre manifesti a Ebbing, Missouri, interpretata da Frances McDormand che ha da poco vinto l’Oscar come miglior attrice protagonista grazie a Nomadland, è una madre che dimostra di non volersi arrendere facilmente.
Mildred ha sulla propria coscienza la morte della figlia Angela, violentata e uccisa pochi mesi prima della sua scelta di affiggere tre cartelloni pubblicitari che reclamano giustizia: di fatto, sembrerebbe che la polizia locale si sia dimostrata incapace di trovare i responsabili del delitto.
La rabbia di una donna, la sofferenza di una madre, la frustrazione di una cittadina sono gli elementi che tratteggiano la disperata lotta di Mildred che non è disposta in alcun modo a rinunciare alla verità e a sopportare il silenzio.
Pronta a tutto pur di proteggere la figlia anche dopo la sua scomparsa, la madre dovrà scontrarsi contro l’ipocrisia di una piccola comunità che preferisce chiudere gli occhi e lasciare che tutto venga portato via dalla corrente del passato. Ma, forse, la lotta di Mildred è più interiore che pubblica.
5 - DANCER IN THE DARK - LARS VON TRIER (2000)
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La cantante Bjork interpreta la madre Selma in Dancer in the dark, un musical dalle note amare e disperate, dove felicità, allegria e lieto fine sono escluse.
Selma è affetta da una rara condizione genetica, per la quale è destinata a perdere completamente l’uso della vista. La malattia è condivisa dal figlio che, però, è ancora in tempo per salvarsi, sostenendo un’operazione molto costosa.
Selma, nonostante il suo campo visivo si fa gradualmente sempre più appannato e confuso, sopporterà ore e ore di straordinari in fabbrica e si troverà un secondo lavoro pur di non condannare il figlio alla medesima condizione.
La madre arriverà a sostenere un peso ben più pesante, a mettere in gioco la sua stessa vita e la sua libertà, a sacrificare sè stessa per il bene del proprio figlio, mostrando un amore incondizionato che sublima al di là dell’io.
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