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Jesse Plemons, lo state sottovalutando: 5 film che vi faranno cambiare idea sull’attore di Bugonia

Lo avete visto mille volte senza dargli la giusta importanza: questi film vi faranno capire perché Jesse Plemons merita molta più attenzione.

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Jesse Plemons in Bugonia.

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C’è qualcosa di magnetico e inafferrabile in Jesse Plemons. Nonostante non sia una star nel senso classico del termine, ne è mai stato il volto da copertina o il protagonista su cui si costruisce una campagna promozionale, negli ultimi anni è diventato uno degli attori più riconoscibili e intensi del cinema americano. Il suo volto, capace di oscillare tra la dolcezza e l’inquietudine, sembra custodire un mistero costante. E Bugonia, il nuovo film di Yorgos Lanthimos, adesso al cinema, non fa che confermarlo.

In Bugonia (2024), Jesse Plemons si muove in quel territorio ambiguo e disturbante che il regista greco conosce alla perfezione: è un uomo comune intrappolato in dinamiche assurde, che reagisce con un equilibrio straniante tra fragilità e violenza, empatia e follia. È un ruolo che sembra scritto per lui, o è semplicemente Plemons che ha la capacità di trasformare qualsiasi personaggio in una creatura tridimensionale?

Jesse Plemons in Bugonia.

Chi lo conosce da tempo non si stupisce: Jesse Plemons non è mai stato un attore “di passaggio”, ma uno di quelli che costruiscono carriere solide, senza mai cercare l’applauso facile. Ripercorriamo insieme la carriera dell'attore.

Da Friday Night Lights a Bugonia, insieme a Anderson e Scorsese

Jesse Plemons ha cominciato la sua carriera da attore quando era ancora un ragazzino. Il suo primo vero ruolo è stato quello di Landry Clarke in Friday Night Lights (2006–2011). La serie, ambientata in una cittadina texana ossessionata dal football, è diventata nel tempo un cult, e Plemons è stato un personaggio fondamentale: un ragazzo goffo, intelligente, un po’ fuori posto, che portava nella scrittura televisiva una verità che ancora non si mostrava molto sullo schermo.

Mentre molti suoi coetanei cercavano di passare al cinema per ruoli più vistosi, lui è rimasto ancorato a storie che potessero esplorare la normalità senza banalizzarla. È questa la sua caratteristica più riconoscibile: Jesse Plemons riesce ad incarnare l’uomo comune, con un’intensità che lo rende indimenticabile.

Jesse Plemons in Civil War.

Arriva il successo Breaking Bad, dove interpreta Todd Alquist e per la prima volta rivela il suo lato oscuro e camaleontico. Jesse Plemons si rivela essere l'attore perfetto per interpretare personaggi calmi e tranquilli solo all'apparenza. Così cattura l'attenzione di due grandi registi: Paul Thomas Anderson e Martin Scorsese.

Paul Thomas Anderson lo chiama per il film The Master (2012), dove lavora accanto a Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman. Quello di Plemons è un piccolo ruolo, ma basta a inserirlo in un circuito di autori che lo riconoscono come attore di profondità.

Nel 2021 arriva The Power of the Dog di Jane Campion, forse la sua prova più complessa fino a quel momento. Plemons interpreta George Burbank, fratello del tormentato personaggio di Benedict Cumberbatch. Mentre il film esplora la mascolinità tossica e repressa dell’America di inizio Novecento, George è l’eccezione: un uomo gentile, misurato, incapace di violenza. Campion ne filma il volto come un contrappunto emotivo al caos, e Plemons costruisce una performance quasi silenziosa, fatta di esitazioni e sguardi trattenuti. Non sorprende che sia valsa la sua prima nomination all’Oscar.

Jesse Plemons

La triade si conclude con Martin Scorsese che lo accoglie in Killers of the Flower Moon (2023): Plemons è Tom White, l’agente dell’FBI che indaga sui delitti della nazione Osage. Anche qui, il suo ruolo è apparentemente secondario, ma si rivela cruciale. In un film dominato da figure larger-than-life come Leonardo DiCaprio e Robert De Niro, Jesse Plemons porta una sobrietà che fa da bussola morale. È come se il film trovasse in lui un punto fermo, un volto in cui lo spettatore può riconoscersi.

Jesse Plemons incontra Yorgos Lanthimos

Arriviamo a oggi, con il nuovo film Bugonia, con cui il regista Lanthimos esplora ancora una volta il suo universo surreale e grottesco, fatto di dinamiche sociali impossibili da ignorare. Jesse Plemons si muove in questo mondo con la stessa naturalezza con cui cammina nella realtà: il suo personaggio è intrappolato in comportamenti e regole incomprensibili.

Yorgos Lanthimos, noto per avere come attrice feticcio Emma Stone, sembra finalmente aver trovato un partner maschile che possa reggere il suo stile unico: Jesse Plemons non è solo un interprete, è un contrappunto ideale, capace di rispondere con silenzi, gesti misurati e sguardi che parlano più di mille battute. Se Stone è la musa femminile del regista, Plemons potrebbe diventare la sua controparte maschile, quella presenza discreta ma centrale in grado di dare equilibrio a mondi narrativi estremi e imprevedibili.

C’è un filo rosso che lega ogni ruolo di Jesse Plemons: la discrezione. Non è mai sopra le righe, ma sa dare profondità a ogni personaggio, che sia gentile, inquietante o fragile. È l’attore che migliora ogni film in cui appare, senza cercare il clamore, senza gesti plateali. Il suo talento sta nel saper parlare con gli occhi, nel trasformare la normalità in qualcosa di straordinario, nel creare tensione e empatia senza mai forzare la mano.