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Naughty Dog condivide la foto di una cosplayer cinese di Ellie, ed è subito bufera.

di Redazione Hynerd.it

Pubblicato il 2018-05-25

Il cosplay, si sa, non conosce ormai frontiere grazie alla globalizzazione dei mezzi della comunicazione e quindi non è insolito che anche in paesi dove a volte vi vige un forte controllo, ragazzi e ragazze si lascino trasportare dal desiderio di rappresentare i propri personaggi preferiti di videogiochi, manga ed anime. La premessa è d’obbligo …

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Il cosplay, si sa, non conosce ormai frontiere grazie alla globalizzazione dei mezzi della comunicazione e quindi non è insolito che anche in paesi dove a volte vi vige un forte controllo, ragazzi e ragazze si lascino trasportare dal desiderio di rappresentare i propri personaggi preferiti di videogiochi, manga ed anime.

La premessa è d’obbligo perché una ragazza cinese, di nome Bleu, ha realizzato, non senza qualche difficoltà, una foto in cui “indossa i panni” di Ellie, protagonista di The Last of Us, ricevendo i complimenti di Naughty Dog, software house responsabile del gioco che l’ha poi pubblicata sulla sua pagina Facebook. Fin qui niente di strano! Il problema è sorto quando sono apparsi i primi commenti: alcuni favorevoli, ma la maggior parte offensivi sfociando addirittura nel razzismo. Il motivo sembrerà assurdo, ma è da ricercarsi nel fatto che i responsabili di questo comportamento non avrebbero gradito che un personaggio tipicamente occidentale diventasse oggetto di un cosplay da parte di un orientale snaturandone in quel modo l’anima e lo spirito.

Il mondo dei videogiochi non è certamente questo, perché ha alla base dei principi che sottolineano, in particolare, la libertà di espressione in ogni sua forma e il rispetto di chi le incarna. Dopotutto, si tratta solo di videogame il cui scopo è fondamentalmente quello di divertire e non creare ulteriori barriere. Dispiace, quindi, che di tanto in tanto vengano alla luce questi tristi episodi che francamente sono incomprensibili e decisamente condannabili.

Ci sta la facoltà di criticare quando il cosplay non raggiunge un certo grado di verosimiglianza, ma occorre sempre moderazione senza mai portare all’accesso, oltre le righe, il proprio giudizio negativo. Partecipando a diversi eventi fieristici internazionali ho potuto constatare come questa problematica proprio non sussista in quanto ognuno, in piena autonomia e senza nessuna velleità di vincere un premio, raffigura il personaggio amato senza badare alla sua etnia.

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