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Pokemon Rosso e Verde! – L’angolo del Retro Gaming

di Simone Pietropaolo

Pubblicato il 2018-08-24

Pokemon: Il brand nato dalla mente di Satoshi Tajiri, diventato uno dei giochi piu’ popolari al mondo, con un impatto culturale senza precedenti.

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Pokemon e’ uno dei brand piu’ popolari in assoluto nel mondo dei videogiochi. Odiato da pochi, ed amato da moltissimi giocatori, ha intrattenuto e fa ancora divertire milioni di allenatori in tutto il mondo. Quello dei Pokemon e’ un franchise milionario, secondo solo a quello di Super Mario.

I primi giochi Pokemon in assoluto, usciti per Game Boy nel 1996, sono Pocket Monsters Rosso e Pocket Monsters Verde, mentre alla fine dello stesso anno anche Pocket Monsters Blu venne rilasciato come “edizione speciale”. In Italia la saga Pokemon debutto’ su Game Boy nel 1998, con i titoli Pokemon Rosso e Pokemon Blu. Le varie edizioni del gioco contengono fondamentalmente lo stesso gioco, condividono la stessa trama, con la differenza che ognuna delle versioni ha dei Pokemon unici, impossibili da ottenere nelle altre edizioni se non tramite scambio.

Il brand di Pokemon nasce dalla mente di Satoshi Tajiri, che ebbe l’idea di creare un videogioco basato sulla cattura di creature che assomigliassero agli insetti, i Pokemon. Fu la sua passione per gli insetti a stimolare in lui il progetto, spinto dalla progressiva scomparsa degli stessi a causa dell’urbanizzazione del territorio. L’idea si basava quindi sul concetto di cattura e crescita di creature a cui i bambini avrebbero potuto affezionarsi, con la possibilita’ di dare loro un soprannome.

Nel 1989 Tajiri fondo’ la software house Game Freak, in collaborazione con Ken Sugimori, ed inizio’ cosi’ lo sviluppo dei primi giochi Pokemon. Questi titoli fondarono le basi per tutte le generazioni a seguire: la cattura dei pokemon, i sei slot disponibili nella squadra, gli scambi, il Pc di Bill e le stesse Pokeball sono delle costanti che la saga propone ancora oggi, pilastri attorno ai quali Game Freak ha aggiunto diversi elementi, dando sempre piu’ profondita’ alle varie generazioni Pokemon a seguire. Nell’ottica di creare un gioco per bambini, che spingesse i giocatori ad uscire, il Game Boy era la console ideale, soprattutto grazie alla feature del Game Link, un cavo che permetteva di collegare due Game Boy tra di loro, perfetto per l’idea di collezionismo alla base del brand, in quanto dava la possibilità ai giocatori di incontrarsi e scambiare i propri Pokemon per completare il Pokedex. Ricordo ancora alcuni spot andati in onda ai tempi in Tv che facevano proprio leva su questa feature.

Il progetto Pocket Monsters venne quindi presentato a Nintendo, che accetto’ con entusiasmo la proposta, consigliando a Game Freak di creare piu’ versioni dei giochi, con Pokemon unici ottenibili tramite scambio (Insomma, e’ colpa di Nintendo ndr).

Game Freak inizio’ quindi lo sviluppo dei giochi, che richiese quasi sei anni per essere ultimato, e come spesso accade alle piccole aziende con grandi progetti, realizzare questi titoli richiese enormi sacrifici: la software house rischio’ la bancarotta, tanto che cinque dei nove dipendenti che lavoravano al progetto Pokemon diedero le dimissioni, e persino Tajiri si vide costretto a rinunciare temporaneamente al suo stipendio.

Appena distribuiti, Pocket Monsters Rosso e Pocket Monsters Verde ebbero subito un grande successo. Le vendite furono molto aiutate anche dal fatto che ci fossero due versioni del gioco, spingendo i giocatori ad acquistarle entrambe per assicurarsi il completamento del Pokedex.

Quando i giochi vennero importati in America, ed in seguito in Europa, ci furono alcuni problemi per la localizzazione. Pocket Monsters Blu venne utilizzato come matrice per la traduzione, in quanto aveva un codice ottimizzato, privo di molti glitch ed errori presenti in Rosso e Verde, causati dal lungo processo di programmazione. I nomi dei Pokemon vennero tradotti in inglese a seconda delle proprie caratteristiche e del loro aspetto, ed il nome del brand passo’ da Pocket Monsters a Pokemon, anche perche’ Roald Dahl, scrittore britannico, possedeva il copyright di Pocket Monsters. Temendo un’accoglienza tiepida dal mercato americano, Nintendo spese oltre cinquanta milioni di dollari per la promozione dei giochi, e fece coincidere l’uscita delle cartucce con l’inizio della trasmissione dell’Anime in Tv, in modo da catturare l’attenzione di bambini ed adolescenti. Nello stesso periodo nacque anche il Gioco di Carte Collezionabili Pokemon, ancora oggi estremamente popolare.

In questo scenario entusiasmante, l’Europa video i giochi sui propri scaffali solo nell’ottobre del 1999.

Visto il successo che la saga ha tutt’ora, e’ facile intuire che il successo di Pokemon fu enorme, sia tra il pubblico che la critica. Quest’ultima in particolare apprezzo’ molto la dinamica innovativa dei giochi, che non puntavano di certo all’aspetto grafico, ma all’esperienza del giocatore ed all’enorme potenziale dei giochi anche una volta conclusa la trama. The Guardian ha commentato “Con tutto il gran parlare di motori grafici, texture mapping e simili, c’è qualcosa di fresco in questo superlativo sistema di gioco, che vi fa dimenticare la stucchevole grafica 8 bit”.

I prossimi titoli in uscita pubblicati da Game Freak sono Pokemon Let’s Go Eevee! e Pokemon Let’s Go Pikachu!, due giochi ispirati a Pokemon Giallo, il gioco Pokemon che ha concluso la prima generazione, prendendo il meglio da Blu e Rosso e mischiandolo con la trama e le dinamiche viste nella serie tv. Un brand immenso, che oggi conta milioni di fan di tutte le eta’.

Voi avete giocato ai Rosso e Blu? Siete affezionati alla saga? 

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