The Palace, la commedia firmata dal regista Roman Polanski, è appena uscito al cinema. Il film è stato presentato fuori concorso al festival di Venezia, dove non ha riscosso tanto successo.

The Palace: una commedia grottesca
La trama riprende il motivo della commedia viennese, con ambientazione alberghiera. Nell'ultimo giorno del 1999, in Svizzera, Boris Yeltsin finisce il suo mandato come capo della Federazione Russa, per lasciare spazio a un giovanissimo Vladimir Putin. I protagonisti della storia sono dei personaggi dell'alta società, che si ritrovano insieme presso il Palace Hotel per passare la notte di capodanno. Una notte storica, che segna il passaggio al nuovo millennio, oltre che tanti cambiamenti politici, festeggiata dai personaggi tra eccessi e sfarzo.
Il cinepanettone di Polanski

Polanski confeziona a tutti gli effetti un cinepanettone, che decide di utilizzare per criticare l'alta società. Una critica sopra le righe verso una classe che finge di festeggiare il nuovo anno, mentre nella realtà cerca di evadere dalla normale routine. Questo giudizio verso la società, inserito in un film scorretto ed eccessivo, è un motivo riuscito. L'idea del regista arriva allo spettatore, senza alcun dubbio.
Polanski sa di poter fare ciò che vuole

Roman Polanski è sicuramente uno dei registi che ha segnato maggiormente gli ultimi sessant'anni. Partendo dal più recente Il Pianista, passando per Rosemary's Baby e Chinatown. A 90 anni, dopo tante accuse, arresti e condanne, decide di non fermarsi, e continuare a sfornare film. Sembra quasi che voglia far capire a tutti che è capace di girare qualsiasi tipo di film. E in questo caso mette in scena un albergo pieno di macchiette, che riesce, inspiegabilmente, a gestire per oltre un'ora e mezza di film.
Questo film per quanto eccessivo e frastornante, risulta scorrevole e quasi piacevole da vedere. Ciò che va in scena è la libertà che Polanski ha, non nella vita, ma sul grande schermo.