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Toro Scatenato è un capolavoro, ecco perché

Toro Scatenato è un capolavoro, ecco perché

Toro Scatenato è sicuramente tra i film più importanti di Martin Scorsese, un'opera dalle mille sfaccettature, che nel 1998 è stata inserita al ventiquattresimo posto nella classifica dei migliori cento film americani dell'American Film Institute, ma che dopo ben 10 anni è stata portata al quarto posto. Questo la dice lunga sulla visione a lunga portata di Scorsese.

Toro Scatenato, girato quasi interamente in bianco e nero, è ispirato all'autobiografia del pugile Jake LaMotta, adattata poi per il cinema da Paul Schrader e Mardik Martin. Robert De Niro interpreta il ruolo di Jake e, grazie ad una delle interpretazioni più intense della storia del cinema, riuscì a portarsi a casa l'Oscar al miglior attore.

"Fino a qui tutto bene" (cit.), starete pensando, "un film pazzesco sul pugilato". Ebbene, il segreto di Toro Scatenato non giace soltanto nell'essere un'opera sportiva di altissima fattura, ma nella capacità di Scorsese di rendere il pugilato un mezzo, manipolarlo a suo piacimento, renderlo "soltanto" una pedina di una scacchiera complessa.

Vediamo insieme quindi cos'è, oltre ad una tecnica sopraffina di montaggio e fotografia, che ha reso Toro Scatenato un capolavoro senza tempo né spazio.

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La travagliata storia di Toro Scatenato

Toro Scatenato narra la storia del pugile di pesi medi italoamericano Jake LaMotta che, ormai arrivato ad una età avanzata, racconta e ripercorre i passi della propria carriere da pugile, prima di passare al mondo dello spettacolo come comico.

Il film ha attraversato una produzione complicata su più fronti: Martin Scorsese non solo veniva da un flop come il musical New York, New York, ma era in quel periodo tornato ad avere problemi d'asma e di dipendenza da cocaina; In più, la produzione aveva paura che la critica potesse stroncare il film a causa della sua violenza verbale e non, tanto da dire a Scorsese di smussare alcune sequenze.

Un elemento fondamentale per la riuscita di Toro Scatenato, anche in fase di produzione, è stato lo stesso De Niro, che ha spinto tanto il regista affinché portasse a termine il suo capolavoro. Inoltre, l'idea iniziale è stata portata a Scorsese proprio dall'attore, che voleva a tutti i costi interpretare Jake LaMotta.

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Perché Toro Scatenato è un capolavoro?

Partiamo da alcuni dati di fatto storici: Toro Scatenato è un film del 1980 e, in quel periodo, erano padroni del palcoscenico cinematografico mondiale altre tipologie di film. Parliamo di uno dei periodi d'oro di Spielberg, tra Lo Squalo e Indiana Jones, ma anche di George Lucas con i primi Guerre Stellari, passando da Superman II a Flash Gordon. Ci siamo capiti.

Toro Scatenato, quindi, era la variabile impazzita del momento, uno squarcio di realismo puro e crudo nel bel mezzo di sci-fi e avventura. Di conseguenza, le preoccupazioni riguardo la sua accoglienza da parte di critica e pubblico erano del tutto fondate.

Come dicevamo, Toro Scatenato non è solo uno dei migliori film in assoluto sul pugilato o, più in generale, sullo sport, perché quella di Jake LaMotta è la storia di un fallimento culturale ancor prima che personale e agonistico. Il protagonista, da sempre definito sul ring come un animale da combattimento, si tramuta nel quotidiano nella figura che rappresenta: solo, istintivo e violento, Jake LaMotta è il prodotto perfetto di una società e di una cultura ormai impregnata nel DNA.

toro scatenato

Ma se da un lato LaMotta è il maschilismo di classe, disegnato da Scorsese da un punto di vista anche caricaturale, la figura della donna è tutto ciò che l'uomo soffre: dalle prime sequenze, in cui una donna viene letteralmente calpestata dal pubblico del pugilato, fino al "ho le mani da femminuccia", il femminile è sempre il punto debole di uomini grandi e grossi. Sul ring il protagonista non cade mai per terra, e ci tiene a sottolinearlo, ma durante tutto il film perde sempre le sue sfide dietro l'insicurezza e l'ossessione per la sua bellissima moglie, Vickie.

In questo senso, la battuta riportata poco fa è emblematica: le mani di Jake LaMotta, il suo maggiore strumento di violenza dentro e fuori dal ring, sono anche definite dal protagonista stesso come "da femminuccia". Un paradosso grottesco con cui potremmo riassumere uno dei temi principali del film.

In Toro Scatenato non c'è il sogno americano, non c'è l'amore per il pugilato e, forse, non c'è neanche amore. LaMotta precipita nel baratro nonostante il suo essere campione, perché in Toro Scatenato non ci sono vittorie, ma solo istinti volti a distruggere.