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Una battaglia dopo l’altra, Recensione: la folle realtà di cui facciamo già parte

Dopo 4 anni di assenza, Paul Thomas Anderson è tornato col suo nuovo e avvincente film, Una battaglia dopo l’altra. Leggi la nostra recensione.

Recensione di 

DiCaprio in una scena di "Una battaglia dopo l'altra".

Contenuto della recensione

Il 25 settembre ha fatto il suo debutto nelle sale italiane Una battaglia dopo l'altra, decimo film di Paul Thomas Anderson che mescola le carte in tavola e ci propone un film molto avvincente ma anche esilarante, con un cast estremamente di livello. Ecco cosa ne pensiamo.

Una battaglia dopo l'altra si sviluppa principalmente su due finestre temporali: la prima, più breve, è una lunga introduzione volta a farci conoscere Pat e Perfidia, due membri di un gruppo rivoluzionario impegnato nella lotta alle istituzioni che bloccano l'immigrazione. Lei in particolare è molto impulsiva, e ciò la porta a situazioni particolarmente complicate con un certo colonnello Lockjaw, antagonista della storia. Tempo dopo Pat e Perfidia hanno una bambina, cosa che però non rende la donna più cauta nelle operazioni illecite, anzi: viene arrestata durante una rapina e tutti gli altri membri del gruppo vengono catturati o fuggono.

La seconda, ambientata anni dopo, ci mostra Pat, latitante, e la figlia Charlene, che vengono scovati mentre vivono nella città di Baktan Cross, e che da qui saranno coinvolti separatamente in una fuga dal generale Lockjaw, che nel mentre avrà a che fare con una società segreta suprematista.

Teyana Taylor in una scena di "Una battaglia dopo l'altra".

Una miscela di generi

L'opera di Paul Thomas Anderson è lunga e stratificata, porta sullo schermo un racconto approfondito, tratto dal romanzo Vineland di Tomas Pynchon, e risulta un esempio lampante di opera che mescola più generi insieme. L'aspetto più consistente che si può percepire per tutta la durata è senz'altro il genere action: sono presenti diverse scene d'azione, molte sparatorie, una rapina e un inseguimento in macchina diretto magistralmente, in cui veniamo trascinati su e giù per un'autostrada irregolare in mezzo al deserto. Inoltre i piani sequenza sono numerosi e proiettano ulteriormente lo spettatore all'interno delle scene, grazie anche al lavoro di Jonny Greeenwood alla colonna sonora.

Altro elemento importantissimo è quello comico: personaggi come Sensei, interpretato da Benicio Del Toro, e lo stesso protagonista, Pat, rendono la pellicola esilarante in certi frangenti, sicuramente veicolati da una sceneggiatura rapidissima e molto tagliente. In diversi momenti, in particolare sul finale, veniamo poi investiti dalla vena drammatica del film, presente in particolare nel rapporto di Charlene/Willa con i due genitori.

Paul Thomas Anderson tra razzismo e reazione

Le opportunità per approfondire certi temi questo film ce le aveva: la storia, alla fine, si fonda su ideologie legate al razzismo e alla risposta rivoluzionaria a questo. Nonostante ciò, sembra che Anderson non abbia voluto troppo concentrarsi sul lato morale: preferisce a discorsi significativi e più approfonditi le scene d'azione e quelle comiche. È un difetto? Non per forza, ma resta comunque l'impressione che qualcosa di più sarebbe potuto emergere visto il potente incipit.

Sean Penn e Teyana Taylor in una scena di "Una battaglia dopo l'altra".

Un cast straordinario

Le performance attoriali in questo film sono superlative. DiCaprio mostra un personaggio che ricorda moltissimo Rick Dalton di C'era una volta a Hollywood, confuso, tormentato, goffo e irrimediabilmente buffo: un antieroe che riesce a farla franca. Anche il personaggio di Benicio Del Toro ha una grande carica demenziale, Sensei Sergio. Mostrano invece il loro meglio nelle scene d'azione Teyana Taylor, che interpreta la dinamica e sensuale Perfidia, e Chase Infiniti, nei panni della figlia di Perfidia e Pat.

Un discorso a parte è da fare per Sean Penn, che porta sullo schermo un personaggio difficilissimo, il più riuscito del film: l'inquietante e psicopatico colonnello Lockjaw. L'attore statunitense, sicuramente da tenere d'occhio ai premi Oscar 2026 nella categoria "Miglior attore non protagonista", riesce a rubare la scena a tutti gli altri, mostrando attraverso parole, tic e movimenti un uomo tormentato, un suprematista bianco con un debole per le donne afroamericane, che nonostante l'impegno per entrare in una società segreta finisce per essere ingannato crudelmente.

DiCaprio e Del Toro in una scena di "Una battaglia dopo l'altra".

Una battaglia dopo l'altra è senz'altro fra i film più importanti dell'anno: lo vedremo proposto a lungo al cinema (si spera) e prossimamente in lizza per ogni tipo di premio. Dietro al suo grande successo e al fatto che sembri così "calzante" per questo periodo storico non vi è solamente la maestria di PTA e dei suoi attori, vi si nasconde anche un certo tempismo legato a una fragile situazione politica attuale che negli Stati Uniti si fa sempre più grave, con estremi sempre più polarizzati e in contrasto, e che il film, in un universo terribilmente simile al nostro anche se di finzione, mostra bene.

Una battaglia dopo l'altra

Recensione diAndrea Vannucchi

Una battaglia dopo l'altra è un film potente, divertente e coinvolgente. La finezza registica e le ottime performance, in particolare quella di Sean Penn, rendono la storia godibile e adatta a un grande pubblico, che non faticherà a trovarlo spiritoso e trascinante, ma allo stesso tempo attuale nei temi. Il ritorno di Paul Thomas Anderson è senza dubbio positivo.

Informazioni sul film

Cast:

Leonardo DiCaprioSean PennBenicio Del ToroTeyana TaylorChase Infiniti

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