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Le 10 migliori serie sulla politica

di Nicola Artusi

Pubblicato il 2020-12-01

Sono finite le elezioni americane e ti manca il clima elettorale? Speri in nuovi sondaggi e colpi di scena? Preghi ogni sera per una crisi di Governo solo per annusare l’odore di nuove coalizioni? Per tenerti occupato, intanto, puoi recuperare le 10 migliori serie a tema sulla politica di tutti i tempi.10. Borgen9. Scandal8. West …

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Sono finite le elezioni americane e ti manca il clima elettorale? Speri in nuovi sondaggi e colpi di scena? Preghi ogni sera per una crisi di Governo solo per annusare l’odore di nuove coalizioni? Per tenerti occupato, intanto, puoi recuperare le 10 migliori serie a tema sulla politica di tutti i tempi.

10. Borgen

Si merita una posizione in classifica la serie danese su Birgitte Nyborg, capo politico dei moderati, che si ritrova ad essere Primo Ministro di un Governo neutro di coalizione a guida moderata basato sul compromesso. E’ l’equivalente danese di una fiction RAI; eppure entra di diritto nella classifica perché, dopo qualche episodio, ingrana bene, diventa dinamico e si fa interessante. Poi ritorna moderatamente prevedibile. Allarme beige!

9. Scandal

Intrighi, arrivismo, fascino, nella corsa alla Casa Bianca. Uno dei tre colossi di punta di Shonda Rhimes compare meritatamente nella nostra classifica, con le prime due stagioni da vedere, e rivedere e rivedere ancora. Purtroppo non supera la nona posizione: colpa di Jake Ballard, del B613, e di Commando, che fanno perdere all’altrimenti favolosa Olivia Pope (Kerry Washington) due posizioni ciascuno.

8. West Wing

Un classicone prodotto tra il 1999 e il 2005: focus sull’entourage di POCUS, scotch e accordi al bar, retorica filostatunitense, patinato come solo un prodotto degli anni ’90 sapeva essere, ma, purtroppo, un immancabile punto di riferimento nella comprensione dell’impossibile mondo politico americano. Apprezzata dalla critica, dall’audience e in parte anche dai rappresentanti della classe politica, la serie parla di personaggi politici affetti da continui conflitti morali che impongono lunghe e beneducate discussioni sui principi costituzionali nella versione presidenziale di Giudice Amy; un tipo di politica a cui (purtroppo) non siamo più abituati.

7. The Thick of it

Tutto quello che West Wing non è: un mockumentary, britannico, divertente, irriverente, volgare. I protagonisti sono Hugh Abbott, neo-insediato ministro del Dipartimento degli Affari Sociali, e Malcolm Tucker, suo spin doctor e capo del suo entourage. Nelle sue quattro stagioni, The Thick of it anticipa VEEP per temi e stile e si contrappone nettamente alle serie tv political del periodo in cui è prodotta. Da non perdere.

6. Okkupert

Occupied, titolo originale Okkupert, è un interessante esperimento Netflix di produzione norvegese: la Norvegia, in un presente-futuro parallelo, si dichiara energicamente indipendetente grazie a una nuova tecnologia, proponendosi come nuovo riferimento in Europa. Un’amichevole invasione russa, però, sembra cambiare la visione della classe politica norvegese. Un intrigante thriller politico di due stagioni a sfondo ecologista che si svolge sul filo tra giusto, sbagliato e, purtroppo, del compromesso accettabile.

5. House of cards (1990)

La miniserie inglese della BBC, prodotta nel 1990 e tratta dall’omonimo romanzo di Michael Dobbs. Il protagonista è Francis Urquhart, Chief Whip della Camera dei Comuni. Arrivista, senza scrupoli, manipolatore almeno quanto la moglie, Francis muove le fila del Parlamento britannico interagendo con lo spettatore con le frequenti rotture di quarta parete da cui questa serie è caratterizzata. La serie è affascinante, costruisce i personaggi con dedizione e prendendosi i suoi tempi. Forse per lo spettatore moderno può essere un po’ lenta, ma conquista rapidamente. Da vedere.

4. 1992-1993-1994

La serie di Sky Atlantic con e di Stefano Accorsi è l’unica produzione italiana della nostra classifica. Purtroppo, perché il nostro panorama politico è florido: due Guerre Mondiali, una dittatura, la caduta di una monarchia, la nascita della Costituzione, 18 legislature e oltre 70 Governi. Eppure pochi hanno avuto il coraggio di affrontare la politica italiana in maniera televisiva.

Accorsi ci riesce con una serie intelligente e drammatica, che affronta gli scandali come Tangentopoli, i fatti processuali di Di Pietro e l’inizio del berlusconismo e della “seconda repubblica” come sfondo alle vicende di vita dei protagonisti. Sebbene inizi malissimo (1992 è la stagione peggiore, e, di questa, il primo episodio è inguardabile) e risenta della tradizione attoriale italiana, la triade di Sky si merita la quarta posizione.

3. The Good Wife

So cosa pensate. “Ma è un legal drama! Lei è un avvocato!”. Nulla di più sbagliato. La serie scritta dai coniugi King e prodotta dai fratelli Ridley e Tony Scott (Alien, Blade runner, Il Gladiatore, Top Gun) è indubbiamente una serie giudiziaria che sfrutta il classico meccanismo di un-caso-alla-settimana, ma ben costruito su un’elegante intreccio di scandali politici e personali della protagonista Alicia Florrick, interpretata da Julianna Margulies (E.R.).

Uno dei punti di forza di questo prodotto è la mescolanza di generi: legale, politica, drammatica ma incalzante, la protagonista incarna il riscatto personale di una donna tradita e umiliata. La scrittura intelligente e intrigante le fa guadagnare di diritto la terza posizione.

2. VEEP

Tenetevi forte, in questa giostra si balla. Veep è una serie comica meravigliosa. Armando Iannucci prende tutto quello che c’è di buono e giusto in The Thick of it, ne lima i contorni, migliora i dettagli e la definizione dei personaggi, e produce un mockumentary che fa sbregare dalle risate. Julia Louis-Dreyfus incarna una perfetta vicepresidente incompetente in questa serie HBO pluripremiata che non mi stancherò mai di rivedere

1. House of cards (2013)

E’ sempre HBO anche la prima classificata. House of Cards è l’incarnazione della serie sulla politica moderna. Figlia della serie BBC, cura i particolari allo stremo, le interazioni tra i personaggi sono tese e complesse, in un intreccio di trama che cattura il pubblico nelle sue dinamiche.

Il protagonista è Francis Underwood (Kevin Spacey): manipolatore, senza scrupoli, che interagice con lo spettatore-complice del suo arrivismo. Più si avanza con le stagioni, e più brilla la stella di Claire Underwood, interpretata da una fascinosa Robin Wright, vera protagonista dalla terza stagione in poi. Purtroppo la produzione ha sofferto di una stagnazione delle idee nella quinta stagione e delle vicende giudiziarie di Spacey nella sesta. Rimane il fatto che abbia determinato un nuovo modo di intendere il genere, e, almeno per questo, meriti indiscutibilmente il primo posto.

Bonus: Borgia (2011-2014)

La serie europea franco-tedesca di Canal + e distribuita da Sky Cinema entra di diritto in questa classifica: la ricerca del potere, gli intrighi di palazzo, le manovre elettorali per assicurarsi un posto a capo della più longeva monarchia d’Europa. E’ una serie storica, è vero, ma ha numerosi elementi di political drama che meritano di essere sottlineati. Da non confondere con The Borgias, contemporanea serie canadese, che di politico o di intrigante, invece, non ha praticamente nulla.

In conclusione:

Una classifica che spazia nel panorama delle serie politiche internazionali. Il podio è occupato indubbiamente dagli americani, non solo per qualità, ma soprattutto per tradizione e coraggio. Abbiamo VEEP, House of Cards, The Thick of it, Scandal e The Good Wife, ma anche tante altre. Bonus con Borgia, a tutti gli effetti una serie storico-politica.

Per altri contenuti a tema politico, dai un occhio alla nostra recensione su Borat – seguito di film cinema.

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