Il caso della sparatoria di Jacksonville: attimi di terrore durante il torneo di Madden NFL 19
Lo sconcerto è stato grande, da lasciarti attonito, senza parole. La violenza, quella vera, che ti inorridisce, che non ti sai spiegare, ha fatto il suo esordio in un mondo che ha la sua ragione d’essere proprio nel puro divertimento. È vero, ci può essere competizione, tensione, voglia di affermare se stessi, dove il primo, il […]
Lo sconcerto è stato grande, da lasciarti attonito, senza parole. La violenza, quella vera, che ti inorridisce, che non ti sai spiegare, ha fatto il suo esordio in un mondo che ha la sua ragione d'essere proprio nel puro divertimento. È vero, ci può essere competizione, tensione, voglia di affermare se stessi, dove il primo, il migliore ha un posto privilegiato, un riconoscimento delle sue capacità nella comunità dei player con l'acquisizione di un titolo oltre che di un premio, ma mai si era arrivati a tanto.
Ma che cos'è successo? Durante il torneo di Madden NFL 19 che si è tenuto a Jacksonville (Florida) il 26 Agosto, uno dei giocatori, un ragazzo di 24 anni, già conosciuto nell'ambito degli eSport per essere stato, tra l'altro, vincitore nel precedente anno, a seguito di una sconfitta ha scaricato la propria rabbia e delusione aprendo il fuoco con la sua pistola sui partecipanti, ferendone alcuni e uccidendone due per poi, infine, sparandosi. L'accaduto che ha avuto migliaia di testimoni/spettatori poiché l'evento veniva trasmesso in streaming, cioè in diretta, ne ha amplificato l'impatto e la portata.
Electronic Arts, proprietaria del titolo, è corsa subito ai ripari rilasciando un comunicato stampa in cui esprimeva il suo cordoglio e la sua vicinanza alle famiglie delle vittime, condannando il folle gesto e plaudendo le forze dell'ordine per essere intervenute prontamente e per aver, così, limitato i danni. Inoltre la software house ha deciso di cancellare tutti gli appuntamenti legati al gioco, tra cui le qualificazioni di Madden Classic.
C'è da chiedersi, in primis, quale sia il senso che un adolescente abbia avuto con sé una pistola e, secondariamente, come sia possibile che l'arma sia potuta entrare con così tanta facilità da superare i controlli che oggi giorno, negli U.S.A., dovrebbero essere molto severi, visti i precedenti casi: mi riferisco, per esempio, alle numerose sparatorie nelle scuole. Ciò richiederebbe portare il livello di sicurezza ancora più in alto, utilizzando metal detector, cani molecolari e un'attenta perquisizione.
L'ambiente videoludico, soprattutto, nel multiplayer-only è divenuto, con il susseguirsi degli anni, via via più frenetico e a volte compulsivo, spingendo chi vi partecipa a ritmi sempre più intensi senza curarsi troppo dei propri limiti fisici e mentali dovuti allo stress. A ciò, si aggiunga la presenza di comunità sempre più tossiche in cui prevale una rivalità talvolta esasperata, dove il rispetto per l'altro non è tra le priorità. Non lasciamo, allora, che la situazione sfugga di mano!
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