James Gunn, noto regista della trilogia Marvel più riuscita, nonché quella dedicata ai Guardiani della Galassia, ed ora co-presidente e CEO dei DC Studios, ha espresso dure critiche nei confronti della Disney e su come questa stia trattando i prodotti dell'MCU.
In un'intervista rilasciata a Rolling Stone, James Gunn ha dichiarato che uno dei motivi del declino del Marvel Cinematic Universe è stata la pressione da parte di Disney per aumentare la produzione di contenuti, soprattutto per la piattaforma Disney+.
Secondo il regista, questa strategia ha portato a un sovraccarico di progetti e a una perdita di qualità generale, contribuendo ad una sorta di "affaticamento" del pubblico verso il franchise. “Non è stato giusto. Non è stato corretto. E li ha uccisi” (letteralmente,"it killed them") ha commentato Gunn, riferendosi alla richiesta di sfornare costantemente nuovi film e serie TV.
James Gunn su The Batman e sull'approccio dei DC Studios al problema
Il regista ha poi spiegato che, proprio per evitare questo, l’approccio dei DC Studios sarà diverso: non esistono imposizioni su quanti progetti debbano uscire ogni anno e la priorità sarà la qualità. Nessun film entrerà in produzione senza una sceneggiatura completata e approvata personalmente da lui. Questo è uno dei motivi per cui The Batman 2, il sequel con Robert Pattinson annunciato nel 2022, è ancora in fase di sviluppo e non ha ancora una sceneggiatura definitiva.
“Batman è il mio problema più grande in DC al momento", ha ammesso James Gunn. “Non sto scrivendo io la sceneggiatura, ma sto lavorando a stretto contatto con lo sceneggiatore per assicurarci che sia all’altezza. È un personaggio centrale, così come Wonder Woman.”
Il CEO dei DC Studios ha sottolineato che il numero di storie e di prodotti usciti su Batman ha reso difficile scrivere una sceneggiatura non banale e già vista: “È il supereroe più famoso e amato al mondo, ma proprio per questo può anche diventare noioso se non si trova un modo originale per raccontarlo.”
Gunn ha concluso poi la parentesi sulla produzione dei contenuti allargandone la problematica a tutta l'industria cinematografica e non solo a Disney, dicendo che “Il vero problema è che si iniziano le riprese senza avere uno script completo”, piuttosto che la concorrenza tra piattaforme streaming.