Longlegs, Recensione: un thriller che riscrive le regole del genere

Longlegs, il nuovo thriller dalle sfumature horror con Nicolas Cage, si candida a diventare un vero cult di genere.

Longlegs

Longlegs è un thriller mozzafiato che catapulta lo spettatore in un viaggio oscuro e angosciante, dove il male assume una forma particolarmente subdola. Con Nicolas Cage nei panni di un terribile e manipolatore serial killer, il film in uscita nelle sale italiane il 31 ottobre 2024 riesce a tenere incollati gli spettatori alla sedia come poche altre pellicole recenti.

Longlegs, di cosa parla?

La trama di Longlegs ruota attorno ad un assassino che non colpisce direttamente, ma agisce dietro le quinte, instillando il caos nelle menti degli uomini comuni. Con diabolica maestria, riesce a portare padri di famiglia a compiere l’impensabile: sterminare i propri cari, manipolandoli solo attraverso parole e sottili trucchi psicologici. Questa è la sua vera arma, l’incredibile capacità di distorcere la realtà e manipolare la fragilità umana, senza mai sporcarsi le mani.

L’agente Harker, FBI e protagonista (Maika Monroe), una neo-recluta dotata di un formidabile senso intuitivo, si ritrova a indagare su questo caso agghiacciante. La detective, nonostante la mancanza di traumi personali apparenti, è costretta a confrontarsi con la propria interiorità, tormentata da una madre malata e depressa, che la chiama spesso per chiederle se ha detto le sue preghiere. Questo elemento aggiunge un ulteriore strato di tensione alla narrazione, con la lotta interiore della protagonista che riflette la natura oscura e disturbante del caso.

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Ansia, ansia ed ancora ansia

Longlegs è costruito con un ritmo lento ma inesorabile, dove la tensione si accumula scena dopo scena. La regia, angosciante e inquietante, utilizza sapientemente una fotografia perfetta, con colori tenui e opachi che rispecchiano l’atmosfera cupa della storia. Questi colori si contrappongono in modo magistrale alle visioni o intuizioni della protagonista, che appaiono vivide e terrificanti, con toni forti e sanguigni, un chiaro tributo al nostro Dario Argento. Le sequenze di visioni sono intrise di suggestioni horror, con il rosso sangue che domina e amplifica l'effetto disturbante, accompagnate da una ottima regia di Oz Perkins, noto per altre pellicole del genere horror come Gretel & Hansel (2020).

Un plot twist ricercato

Il colpo di scena finale è un vero e proprio capolavoro narrativo: inquietante ma perfettamente comprensibile, e non è "telefonato" come spesso accade nei thriller contemporanei. Il dettaglio che svela il twist è introdotto appena prima della conclusione del film, lasciando lo spettatore sorpreso e completamente travolto dagli eventi.

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Un Nicolas Cage da Oscar

Un Nicolas Cage da Oscar regala un’interpretazione che lascia senza fiato. Grazie a un incredibile trucco prostetico, diventa un uomo anziano ma ritoccato dalla chirurgia estetica, il cui viso è dipinto di bianco in un’apparenza spettrale e disturbante. L'aspetto suggerisce un’identità sessuale ambigua, forse omosessuale, mentre la voce acuta, quasi femminile, aggiunge un ulteriore livello di inquietudine al personaggio.

Cage, noto per le sue interpretazioni sovraccariche e le urla memorabili, in questo film grida una sola volta, ma quell'urlo è carico di significato. Ciò che rende la sua performance ancora più straordinaria è la sua presenza limitata: Cage appare solo per 20-25 minuti in un film che dura ben due ore. Nonostante ciò, la sua presenza aleggia in ogni momento, rendendolo una figura centrale e dominante della narrazione.

Longlegs

9.5

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Longlegs

Longlegs è un thriller psicologico che scava nelle profondità della psiche umana. Con una performance glaciale di Nicolas Cage e una trama che esplora temi di controllo, colpa e paura, il film offre un’esperienza cinematografica avvincente e angosciante. Tra la regia lenta e soffocante, una fotografia che oscilla tra tinte cupe e visioni horror e un cast eccezionale, Longlegs si candida a diventare un cult del genere.

Aspetti positivi

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