La trama di Opus porta una giovane giornalista a confrontarsi con quello che sembra un vero e proprio culto: Ariel (Ayo Edibiri) viene invitata ad assistere alla performance di Alfred Moretti (John Malkovich), una star pop degli anni 90, da moltissimo tempo in silenzio. Dopo una serie di inquietanti eventi, capiamo che la ragazza si trova prigioniera del culto dei Levelisti.
Ariel si salva!
Ariel si sveglia legata ad una sedia ed è pronta ad assistere al suicidio di massa in cui i membri del culto dei Levelisti vogliono bere dello champagne avvelenato. In un incredibile colpo di fortuna, uno dei membri ha pietà di lei, liberandola: la ragazza, precipitatasi dalla polizia, scopre il giorno dopo, che Moretti è sopravvissuto mentre molti altri della setta sono morti ed altri ancora sono spariti. La ragazza, grazie alla sua terribile esperienza, scrive un libro diventando così ricca e famosa.
Il significato del finale di Opus
Ariel, durante una intervista televisiva, si rende conto che l'intervistatrice indossa il ciondolo del culto. Infatti, non a caso, quando la polizia arresta Moretti, i morti che vengono trovati sono i colleghi di Ariel ed altre persone invitate li da Moretti ma esterne al culto, intendendo che i Levelisiti sono ancora vivi.
Scopriamo, infatti, che Moretti aveva sempre pianificato che Ariel fosse liberata, in modo da poi poter scrivere di lui e del suo culto per portarlo all'attenzione dei media e poi del grande pubblico. I membri della setta avevano sempre pianificato di lasciar vivere Ariel perché la vedevano come uno strumento di propaganda per i loro fini.