Overwatch 2, La nostra recensione
Activision Blizzard ha finalmente rilasciato Overwatch 2 e lo abbiamo provato per un bel po’ prima del nostro parere definitivo
Se c’è un elemento che la Blizzard Entertainment ha saputo infondere nel primo capitolo, e che sicuramente cercherà di rendere una parte fondamentale in Overwatch 2, è sicuramente quel senso di familiarità e di calorosità che ha saputo accogliere, in sei anni, milioni di videogiocatori da tutto il mondo.
Pubblicato agli inizi di ottobre 2022, il nuovo capitolo si mostra in molti aspetti simile al suo predecessore, ma al tempo stesso il gioco è stato rivoluzionato in una chiave del tutto nuova: free to play e con la componente battle pass.
Sin dalla schermata iniziale si può denotare come la Blizzard Entertainment abbia deciso di mantenere invariato lo stile grafico e minimalista tipico del primo capitolo. Una scelta che si contraddistingue rispetto a molti giochi con le stesse modalità Battle Pass e first-person-shooter dove di solito nell’interfaccia dell’utente sono contenute molte più opzioni sia di personalizzazione che di impostazioni del gioco stesso.
Abbandonando le varie incertezze legate al lancio, con i server che non riuscivano a reggere la coda dei videogiocatori e con la problematica riguardante il numero di telefono da abbinare al profilo battle.net, abbiamo provato il videogioco per alcuni giorni prima di dare un parere definitivo. In seguito, potrete trovare la nostra recensione di Overwatch 2, il quale è disponibile gratis su piattaforma Windows PC, Xbox Series X|S, Nintendo Switch e PlayStation 5.
La formula Free to play e il Battle Pass
Partiamo subito dalle novità introdotte da Blizzard Entertainment in Overwatch 2: la formula free-to-play con l’aggiunta della componente Battle Pass.
Ovviamente anche coloro che in passato non hanno provato il videogioco saranno spinti dalla possibilità di poterne effettuare il download gratuito; una componente che non è da sottovalutare andando ad analizzare la tendenza attuale del mercato videoludico in cui si può notare come molte software house spingano verso un titolo inizialmente gratuito, ma che viene aggiornato costantemente includendo la possibilità di comprare pacchetti aggiuntivi (a volte soltanto estetici, ma anche di equipaggiamenti rari), ovvero sfruttando la formula di successo del game-as-service.
La formula totalmente rivoluzionaria di Overwatch 2, per adesso, convince (ma bisognerà vedere come questa si dimostrerà in futuro). Il Battle Pass, che sarà regalato a tutti i possessori del titolo precedente, non include solo collezionabili estetici (skin, audio, portachiavi e tanto altro), ma anche alcuni personaggi appartenenti al roaster.
Forse questa è la vera nota dolente di questo secondo capitolo della saga: mentre nel primo gioco era possibile ottenere i nuovi personaggi semplicemente aggiornando, ora le aggiunte al roaster potranno diventare in possesso dei videogiocatori solo attraverso l’acquisto del Battle Pass e con il completamento dei livelli necessari. In più, qualora Overwatch 2 sia il primo videogioco della saga in vostro possesso, sarà necessario sbloccare anche il roaster originale, cercando quindi di ottenere nuove formule di gameplay.
Come ogni titolo con questa componente, anche Overwatch 2 presenta missioni giornaliere, settimanali, stagionali e competitive da poter affrontare in modo da ottenere maggiori punti esperienza e guadagnare con facilità le ricompense del Pass.
Si abbandona anche il livello del profilo del videogiocatore, quindi l’unico senso di progressione può essere dato proprio dal Battle Pass o dalla componente competitiva.
5 vs 5 e la nuova formula competitiva
La grande novità di Overwatch 2 è l’aver ridotto il numero dei videogiocatori presenti in un match. Infatti, si è passati dal classico 6 vs 6 ad un 5 vs 5 con un tank, due healer e due dps (personaggi d’attacco).
Una scelta piuttosto audace poiché i videogiocatori veterani del primo capitolo si ritroveranno spiazzati dall’idea di non avere più due tank in squadra. Probabilmente è proprio questo che ha spinto Blizzard Entertainment a cambiare l’assetto delle squadre in campo: nel primo titolo queste potevano essere dotate di due tank, i quali potevano rendere la partita impossibile da vincere qualora questi fossero entrambi dotati di scudo protettivo. In Overwatch 2, modificando il numero dei tank, spetterà all’unico videogiocatore in quel ruolo a saper proteggere o sferrare gli attacchi necessari per poter conquistare la vittoria del match.
Il ruolo del tank diventa, quindi, di fondamentale importanza nell’assetto tattico del match; infatti, in seguito a quattro giorni di gioco assiduo su Overwatch 2, abbiamo capito che avere un videogiocatore esperto in quel ruolo può cambiare notevolmente le sorti di una partita.
All’inizio, soprattutto se si ha giocato al primo titolo di Blizzard Entertainment, la scelta può non sembrare vincente poiché il gameplay perde un po’ della sua goliardia, diventando un po’ più tattico.
In realtà, quest’impressione inizia a scemare col passare delle partite; ci si abitua facilmente a questo nuovo stile di gioco e si comprende come la comunicazione sia diventata di fondamentale importanza per portare a casa la vittoria.
Infatti, in Overwatch 2 è stato implementato il sistema della chat diretta ai propri compagni di squadra grazie all’utilizzo dei tasti direzionali (ping), potendo così comunicare velocemente le proprie intenzioni tattiche o rispondere a richieste d’aiuto.
Per il resto, il gameplay è piuttosto simile a quello del suo predecessore. Vi sono le due classiche modalità di gioco che consistono nel catturare gli obiettivi A e B di una partita oppure il dover spingere un payload fino al suo punto di arrivo finale. Vi è poi una modalità ibrida che consiste nel conquistare un obiettivo per poi scortarlo fino al traguardo. In Overwatch 2 è stata aggiunta una quarta modalità: la sfida del robot. Le due squadre si affrontano (sia in modalità rapida che competitiva) nel conquistare un robot gigante che dovrà spingere un blocco fino alla postazione finale della squadra avversaria.
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Stravolta, invece, è la progressione della modalità competitiva. Nel primo titolo, in seguito ad una vittoria o sconfitta, il livello del proprio profilo veniva aggiornato continuamente, ma questo sistema poteva causare una sorta di stress nel videogiocatore che in seguito a una serie di sconfitte vedeva il proprio livello scendere. In Overwatch 2, invece, il proprio livello della classificata verrà modificato in seguito a 7 vittorie totalizzate o 20 sconfitte e pareggi.
Esistono ancora le classi (partendo dal Bronzo a Granmaster) a cui si aggiungono le divisioni, partendo dalla 5 (più bassa) alla 1 (più alta).
I personaggi di Overwatch 2: tra vecchi e nuovi
Il roaster di Overwatch è pressoché identico rispetto al titolo precedente con tre personaggi che hanno subìto una modifica notevole nel proprio gameplay: Orisa, Doomfist e Bastion.
Orisa ha perso il proprio scudo per diventare un tank più di attacco con l’abilità finale che rallenta gli avversari creando un campo intorno a sé per poi sferrare un colpo letale con la propria lancia.
Doomfist non ha subìto modifiche nelle proprie abilità, ma invece di essere un personaggio d’attacco è diventato un tank.
Bastion è diventato una torretta letale che riesce a muoversi e la sua abilità finale è stata modificata rendendolo capace di sferrare un attacco dall'alto con dei missili.
Queste modifiche potevano essere già provate durante la beta che si è svolta prima su Windows PC e poi su console nel corso del 2022. Inoltre, anche il personaggio nuovo d’attacco Sojourn poteva essere utilizzato con le sue abilità e caratteristiche che la rendono una risposta femminile a Soldato-76.
Novità del lancio di ottobre sono, invece, la Regina Dei Junker e Kiriko.
Il primo personaggio è un tank ben bilanciato dotato di fucile a pompa e coltello. In più possiede anche un’abilità con cui può sferrare una lama sui nemici che la circondano e quella finale vede la Regina Dei Junker lanciarsi contro gli avversari creando un campo che crea danni nel tempo.
Kiriko è il nuovo healer. Personaggio giapponese che si rapporterà con le voci fuori campo soprattutto con gli Shimada (Genji e Hanzo), la nuova curatrice si presenta perfettamente bilanciata ripresentando una formula già vista in altri personaggi appartenenti alla stessa categoria: da un lato dotata di un potere curativo che riesce a sostenere i propri compagni di squadra, dall’altra dotata di kunai per ferire gli avversari.
Se non siete riusciti a giocare al primo capitolo della saga videoludica prodotta da Blizzard Entertainment, verrete accolti immediatamente da un senso di calorosità e di appartenenza ad un mondo popolato da “eroi” soprattutto grazie suoi ai personaggi ormai diventati iconici; che siano healer, tank o dps, tutti i protagonisti di Overwatch 2 presentano delle caratteristiche che li contraddistinguono, non soltanto da un punto di vista estetico e di gameplay, ma anche dal loro lato caratteriale ben sviluppato.
Infatti, soprattutto in questo secondo capitolo ci sono molti dialoghi tra i vari protagonisti rendendo partecipe il videogiocatore di alcuni scenari che non vengono raccontati negli altri media di Blizzard (come, per esempio, i corti d’animazione e i fumetti), così che si possa sentire partecipe di allegri momenti che si vengono a creare o di altri più profondi in cui i personaggi di Overwatch 2 danno parola ai loro pensieri più appassionati e sinceri.
In conclusione
Overwatch 2 rappresenta un degno erede (anche se non è propriamente giusto definirlo sequel) del primo capitolo sviluppato da Blizzard Entertainment. Le scelte audaci che la casa di sviluppo ha voluto apporre a questo titolo potrebbero far desistere il pubblico più veterano, ma una volta superate le incertezze iniziali il videogioco si manifesta con quel famoso senso di familiarità e calorosità.
I due nuovi personaggi non stonano, anzi si integrano alla perfezione in un roaster già abbastanza ricco. Qualora non abbiate provato Overwatch 2, vi consiglio vivamente di approfittare anche della nuova formula free-to-play, perché il mondo ha ancora bisogno di eroi.
8
HyRankOverwatch 2
Overwatch 2 si è presentato sul mercato videoludico con una formula del tutto innovativa: free-to-play e con un Battle Pass da sbloccare e completare. Inoltre, il numero dei videogiocatori in match si è ridotto da 6vs6 a 5vs5. Blizzard ha saputo puntare benissimo sugli elementi che hanno reso il primo capitolo un cult per i giochi first-person-shooter: i personaggi iconici, uno stile grafico ricercato ed un gameplay accattivante. Non può essere definito un vero e proprio sequel, poiché lo scheletro del gioco risulta ancora essere quello fino a poco tempo fa giocabile nel primo capitolo.
Aspetti positivi
Il senso di familiarità che riesce a coinvolgere i videogiocatori
Nuove tattiche da dover scoprire nella formula 5vs5
Una nuova modalità competitiva che favorisce anche i videogiocatori meno esperti
Aspetti negativi
Non è un vero e proprio sequel, ma forse un corposo aggiornamento.
Il roaster originale dovrebbe essere sbloccabile sin dall'inizio
Una nuova formula di gameplay che potrebbe "spaventare" i fan veterani