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Recensione

The Morning Show 3×01 e 3×02, Recensione: difendere la privacy

Il The Morning Show torna con i primi due episodi della terza stagione.

Autore
Mattia
Loiacono
The Morning Show 3×01 e 3×02, Recensione: difendere la privacy

Il The Morning Show è tornato. Dopo una prima stagione straordinaria, che l'ha fatta diventare una delle serie di punta di Apple TV+, ed una seconda stagione invece deludente, gli intrighi della UBA tornano a farci compagnia.

Questa nuova stagione è composta da 10 episodiDopo i primi 2 (disponibili dal 13 settembre), saranno caricati due nuovi episodi ogni mercoledì, fino al'8 novembre.

A seguito della seconda stagione, con non pochi problemi di produzione dovuti al Covid, la serie è stata rinnovata per questa terza stagione e per una quarta, già annunciata. Scopriamo insieme se questi primi due episodi di The Morning Show 3 sono stati all'altezza del suo nome e di quella prima grande stagione che l'ha fatta amare da pubblico e critica.

Un cyber attacco al centro di tutto

Alex e Bradley sono ormai due pilastri della UBA, con la prima che in più fasi è riuscita a salvare la rete e la seconda che è il futuro, oltre che il presente, di una tv in continua evoluzione. Oltre le due presentatrici rivediamo anche Laura Peterson, collega e fiamma di Bradley, Chip, il fedele assistente di Alex, e Cory, il presidente della divisione news della rete.

Un affare andato a male (per ora) con un miliardario alla Elon Musk si ritorce contro la UBA, che adesso è sotto un attacco informatico. Tutte le informazioni personali dei dipendenti possono essere condivise quando meno se l'aspettano e adesso, più che mai, serve farsi gruppo ed essere leali l'uno l'altro per uscirne a testa alta.

The Morning Show 3 recensione

Un inizio convincente?

A livello tecnico il The Morning Show non ha mai destato dubbi, su questo siamo tutti d'accordo. Regia e fotografia mantengono infatti anche in questa terza stagione i pregi delle precedenti: pulizia e schiettezza in linea con l'ambiente circostante ed in contrasto con i rapporti umani interni alla rete.

Ciò che invece non ha sempre convinto è stata la sceneggiatura, che se nella prima stagione ha qualche momento fallace, ma convince per applicazione e grande coraggio, nella seconda ha quasi completamente floppato, ritrovandosi a forzare oltre ogni limite il discorso Covid.

Tornando a questa terza stagione e restando sulla scrittura, questi due episodi sono emblematici dei pregi e dei difetti che la serie porta con sé da sempre. Il primo episodio ha una direzione incerta, tanto che sul finale deve inventarsi un cliffhanger palesemente "fasullo" ai fini della narrazione, tanto che nei primi secondi dell'episodio successivo viene smentito immediatamente. Questo ci porta però ad un secondo episodio che invece raddrizza il tiro, svelando il vero nucleo tematico di The Morning Show 3: la privacy.

In attesa di saperne di più, abbiamo una certezza

L'argomento è sicuramente interessante, oltre che attuale, e siamo sicuri che se sfruttato bene può portare i suoi frutti. I membri della UBA saranno costretti a guardarsi finalmente negli occhi ed a non avere più segreti. La rampa di lancio che ci porta fin qui non è solidissima durante i primi due episodi, ma il volo sembra essere accattivante.

Senza dubbio però ciò che ci fa restare aggrappati al The Morning Show è il cast, che dalla prima stagione fino ad adesso non ha mai deluso. Questa terza stagione perde Steve Carell, ma guadagna un Jon Hamm nei panni del simil-Elon Musk.

Alla prossima settimana per parlare del terzo episodio di The Morning Show 3. Sempre qui, su Hynerd.it.

The Morning Show 3×01 e 3×02, Recensione: difendere la privacy

7

The Morning Show 3x01 e 3x02

I primi due episodi di The Morning Show 3 mostrano pregi e difetti che da sempre la serie si porta dietro. Regia e fotografia rimangono di ottima fattura, con pulizia e schiettezza in linea con l'ambiente circostante ed in contrasto con i rapporti umani interni alla rete. Bene anche il cast, che fin qui non ha mai deluso. Da rivedere la sceneggiatura, con un primo episodio troppo incerto e con qualche forzatura di troppo, ma con un secondo che mette a posto le cose e indirizza la serie verso una tematica che, se sfruttata bene, può essere davvero interessante.