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Thor: Love and Thunder, Recensione – A spasso con gli dei

di Mattia Loiacono

Pubblicato il 2022-07-07

Thor: Love and Thunder, il quarto film sul Dio del Tuono, convince senza eccellere, a favore di un intrattenimento firmato Taika Waititi

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Era il 2017 quando Taika Waititi prendeva in mano le redini del personaggio di Thor, posizionandosi alla cabina di regia di Thor: Ragnarok, terzo film sul Dio del Tuono, e rivoluzionando un cinecomic che stava pian piano morendo. Oggi il regista torna nelle sale con Thor: Love and Thunder, non limitandosi alla sola regia, ma prendendono anche le redini della sceneggiatura. I fan che hanno apprezzato Ragnarok sicuramente rimarranno soddisfatti dal sequel, che è una perfetta rappresentazione dell’essenza poliedrica di Taika Waititi, ma per chi invece sperava in un carattere più moderato ed equilibrato dell’amato Dio del Tuono rispetto al suo terzo film, sicuramente non farà i salti di gioia dopo aver guardato questo Thor: Love and Thunder.

Un’avventura cosmica

In Thor: Love and Thunder il Dio del Tuono viene da un periodo difficile dovuto alla perdita di persone care e al fallimento di diverse missioni, ma decide finalmente di lasciarsi tutto alle spalle e di ricominciare da zero, rimettersi in forma e provare a fare qualcosa che non ha mai fatto, ovvero vivere il momento. Ad aiutarlo in questo momento delicato della sua vita ci sono Korg ed i Guardiani della Galassia, con cui Thor stringe un forte legame e con cui si avventura in giro per l’universo.

A minare questo suo periodo di transizione è una nuova minaccia per il cosmo di nome Gorr, il Macellatore di Dei. Thor quindi decide di partire in cerca di questo spaventoso essere insieme a Korg, Valchiria, ormai re di Asgard, e ad un’inaspettata vecchia conoscenza, Jane Foster, nonché La Potente Thor.

thor: love and thunder

Un difficile equilibrio

Il cinema di Taika Waititi è conosciuto per il suo saper mescolare commedia e dramma in una sola soluzione, ma non sempre è facile trovare il giusto equilibrio e questo Thor: Love and Thunder ne è la prova. Il film riesce molto bene ad intrattenere e a strappare sorrisi, tanto da far volare le due ore di durata, ma riesce meno bene nei momenti in cui c’è da essere seriosi. Il problema principale è che lo spettatore non può fisiologicamente passare dal sorridere al piangere nel giro di qualche secondo senza soluzione di continuità, e questo comporta una minore incisività nei momenti drammatici del film, che appunto non riescono ad entrare in empatia con chi guarda.

La scrittura di Waititi è evidente, sia nel bene che nel male. Difatti, la sceneggiatura risulta semplice ma efficace, diretta e senza troppi giri a vuoto, una scrittura che punta dritta al sodo, ma forse anche troppo. Sicuramente dedicare qualche minuto in più ai momenti di difficoltà dei personaggi sarebbe servito per mitigare il film ed equilibrare la bilancia. Al contrario, invece, il lato comedy di Thor: Love and Thunder è ottimo, ben studiato e con i giusti tempi comici, eccezion fatta per qualche sbavatura di imbarazzo in un paio di scene.

Tra ombre e colori

Visivamente Thor: Love and Thunder non si discute, la regia di Taika Waititi è puntuale e si fonde da Dio con la fotografia dai colori saturi e spigliati, merito anche di scenografie ampie e ben realizzate, che lasciano respirare una luminosità dalle vibrazioni positive. Ben realizzate anche le scene del film in bianco e nero, che non sono utilizzate per una scelta stilistica casuale, ma che vengono utilizzate con cognizione di causa, dandone anche spiegazione all’interno della pellicola.

Il cast d’eccezione aiuta una resa interpretativa generale di buon livello. Ottima la gestione del personaggio di Jane Foster e ottimo l’approccio di Natalie Portman, lo stesso vale per il Thor di Chris Hemsworth, che in questa versione più comica del personaggio si trova molto a suo agio. L’interpretazione migliore però è sicuramente quella di Christian Bale nei panni di Gorr, che sforna un’eccezionale personalizzazione del personaggio, che fa paura quando deve e che riesce a creare un rapporto con lo spettatore di comprensione reciproca, spinto anche da delle motivazioni valide. Buono anche lo Zeus di Russell Crowe, che è volutamente ridotto alla divinità dell’arte classica, presentandone tutti i difetti e le accezioni negative.

thor: love and thunder

Questione di punti di vista

Sono presenti nel film tematiche dallo spessore importante, che vengono trattate con sapienza, evitando di renderle un mattone pesante fuori contesto per quello che è Thor: Love and Thunder. La linea sottile che separa leggerezza e superficialità però è molto labile e risulta semplice confondere l’una con l’altra, quindi la valutazione in tal senso è rimandata alla sensibilità personale dello spettatore.

Thor: Love and Thunder risulta quindi sicuramente come un buon film, lasciando tuttavia preoccupazione per la direzione che i Marvel Studios stanno prendendo, ignota e apparentemente confusa, che non lascia presagire (per il momento) nessuna unitarietà concettuale concreta per il futuro del Marvel Cinematic Universe.

7

Thor: Love and Thunder, diretto e scritto da Taika Waititi, convince e rappresenta al meglio l'essenza poliedrica del proprio regista, una visione in precario equilibrio tra commedia e dramma, con delle scelte stilistiche che lasciano qualche dubbio sul secondo elemento. La freschezza visiva, l'intrattenimento e l'estremo fascino del villain aiutano il quarto film di Thor ad essere più che promosso.

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