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Violenza nei videogiochi: è necessaria?

di Redazione Hynerd.it

Pubblicato il 2020-06-28

Da quando è stato mostrato il gameplay di The Last of Us Parte II allo State of Play, molti non hanno fatto altro che criticare la violenza presente nel nuovo capitolo di Naughty Dog. Molti pensavano fosse solo un becero modo di rendere il titolo più cupo, più maturo. La serie HitmanMafia III Ma in …

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Da quando è stato mostrato il gameplay di The Last of Us Parte II allo State of Play, molti non hanno fatto altro che criticare la violenza presente nel nuovo capitolo di Naughty Dog. Molti pensavano fosse solo un becero modo di rendere il titolo più cupo, più maturo.

Ma in realtà la violenza nel medium videoludico ha due facciate, come sempre. La prima è come sempre il divertimento, tutti si sono divertiti a dilaniare Demoni in DOOM o uccidere nazisti in Wolfestein. Mentre il secondo è “dare un messaggio”.

Che sia rabbia del protagonista o il semplice interpretare un assassino, la violenza nei videogiochi può e deve esserci, ma con buon senso. In questo articolo prendiamo ad esempio due titoli diversi tra loro ma tutti accomunati da un semplice elemento: la violenza.

La serie Hitman

Per quei pochi che ancora non conoscono la lunghissima serie Hitman, in questo titoli noi interpretiamo l’Agente 47, quest’uomo senza nome e anonimo, se non fosse per il codice a barre dietro la testa, sa solo fare una cosa: uccidere. Infatti, lavora per una agenzia che firma contratti per omicidi su commissione, e sarà compito nostro capire come eliminare il bersaglio senza farci vedere.

In questo titolo, la violenza è solo l’obiettivo. Mentre il protagonista è il procedimento mentale. Ogni contratto può essere concluso in modo diverso, starà noi a decidere quale, se utilizzare una violenza sanguinolenta o più raffinata, come per esempio l’uso dei veleni.

Il giocatore si dovrebbe sentire soddisfatto di uccidere il bersaglio? Assolutamente no. Il giocatore si sentirà soddisfatto solo quando riuscirà a raggiungere quell’obiettivo come pensava di fare. Nulla gli vieta di piantare una pallottola in testa a ogni NPC nemico, ma Hitman è un titolo prettamente stealth, e con tutte le opzioni che si hanno, è davvero uno spreco giocare “alla Rambo”.

Questo non significa che gli sviluppatori pensino che gli umani siano “carne da macello”, semplicemente è un titolo che punta all’intrattenimento tramite il ragionamento, così come molti videogiochi.

Uno screenshot dell’Agente 47, che riassume la sua freddezza e organizzazione nell’uccidere.

Mafia III

L’ultimo capitolo della serie Mafia è stato il più criticato. Secondo i fan e la stampa, Hangar 13 non ha fatto centro. Ma escludiamo un attimo tutte le magagne tecniche, cosa impressiona di Mafia III? La violenza di Lincoln Clay, il protagonista, un uomo distrutto e che ha perso tutto, dopo essere tornato dalla guerra in Vietnam.

Rimanere tutti quegli anni nel campo di battaglia gli ha fatto comprendere che l’unico modo per farla pagare a Sal Marcano, è fargli cadere il mondo addosso. Come? Smantellando pezzo dopo pezzo il suo impero mafioso. Dunque uccidendo tutti.

Ogni volta che si eliminerà uno sgherro oppure un “boss”, lo si farà nel modo più cruento possibile. Infatti, per coloro che sono sensibili al sangue, è stata data l’opportunità di eseguire eliminazioni “non letali”, in modo da non vedere ogni volta Lincoln che taglia giugulari con una freddezza da far impallidire.

Ma cosa vogliono dirci gli sviluppatori con tutta quella violenza, che in certi punti raggiunge il teatrale? Vogliono farci percepire la rabbia e l’instabilità mentale di Lincoln, la sua voglia di eliminare davvero ogni singolo nemico uno dopo l’altro, senza perdono e senza pietà.

Questo significa che è un pazzo senza un briciolo di umanità? Assolutamente no. Significa solo che il suo obiettivo è farli soffrire come loro hanno fatto soffrire lui e la sua famiglia. È semplicemente vendetta pura.

Mafia III

Dunque, Hangar 13 ha voluto veicolare un messaggio, farci percepire lo stato d’animo del protagonista, profondamente turbato da ciò che ha vissuto. La violenza non è sbagliato mostrarla in un videogioco, così come non è sbagliato mostrarla in un film o in una serie TV. Bisogna sempre contestualizzarla, anche se si tratta di andare sulla Terra ed eliminare tutti i Demoni. L’intro di DOOM Eternal ne è un esempio perfetto.

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