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Recensione

Futurama 11×02, Recensione – Problematiche di maternità surrogata

Secondo appuntamento stagionale con Futurama: una puntata più leggera nella forma, ma particolarmente profonda nei temi trattati.

Futurama 11×02, Recensione – Problematiche di maternità surrogata

Dopo l'atteso ritorno della serie concretizzato con Il Flusso Impossibileovvero il primo episodio di questa entusiasmante nuova stagione – Futurama si ripresenta al suo secondo appuntamento stagionale su Disney+ con una puntata più leggera nella forma, anche se particolarmente profonda nei temi trattati.

Figli di una palude minore è il titolo di questo secondo episodio che, come spesso accade all'interno della serie, gioca sapientemente con un'opera del passato: in questo caso il riferimento è – anche se limitato esclusivamente al titolo – rivolto ad un'opera teatrale del 1980, intitolata Figli di un dio minore, che ha goduto anche di un adattamento cinematografico diretto da Randa Haines.

Dopo un primo episodio particolarmente critico nei confronti del sistema dello streaming e delle incomprensibili logiche produttive all'interno mondo del cinema contemporaneo, Futurama ritorna con un breve ma interessante approfondimento sulla genitorialità e sul razzismo, utilizzando una premessa che farà impazzire i fan di lunga data della serie.

zapp e kif futurama

Futurama, vent'anni di attesa

Figli di una palude minore si collega direttamente – a distanza di quasi vent'anni – all'episodio Aliena vita da alieno, in cui Kif, il fidanzato di Amy Wong originario del pianeta Amphibios 9, a causa di un imprevisto rimane “incinto” di Leela; la puntata della quinta stagione si concludeva con la risoluzione del malinteso tra i tre personaggi coinvolti, con la promessa da parte di Amy e Kif di prepararsi a diventare dei genitori affidabili alla nascita effettiva della loro prole, posticipata di vent'anni nel futuro.

Giunti al 3023, con la parentesi irriverente e comica di Fry e Bender che sfruttano il business delle caramelle al miele appartenenti al ventesimo secolo, finalmente si concretizzano gli anni di attesa dei due neo-genitori: atterrati sul pianeta Amphibios 9 e concluso il rito del battesimo dei piccoli, Amy e Kif fanno ritorno sulla Terra con tre splendidi bambini alieni, diversi nella forma ma uguali nell'età effettiva.

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Lui, Lei e... Leela

Superato un primo momento di tenerezza ecco che subentrano le prime difficoltà: la vita da genitore è dura e non sembra lasciare nemmeno un istante di tregua, ma l'amore per i propri figli è in grado di abbattere ogni ostacolo. Tuttavia, la costante presenza di Leela, vera madre biologica dei piccoli, complica le cose ed Amy vede immediatamente minacciata la sua figura genitoriale.

Sebbene la puntata riesca a trovare una semplice e diretta risoluzione positiva, come sempre la serie offre la possibilità di approfondire tematiche delicate e tremendamente attuali. Che si tratti di maltrattamenti sugli animali – una parentesi dell'episodio affronta lo sfruttamento, ai fini di una superflua ricerca scientifica, di bizzarri orsi-tardigradi di origine aliena – o delle difficoltà e dei pregiudizi sociali nei confronti di una madre surrogata, Figli di una palude minore rappresenta un ottimo pretesto per sensibilizzare su alcuni cardini della genitorialità: non si tratta di sangue e genetica, il vero protagonista di un solido legame famigliare è l'amore reciproco, in grado di superare ogni insormontabile barriera.

Futurama 11×02, Recensione – Problematiche di maternità surrogata

7.5

Futurama 11x02

In “Figli di una palude minore”, secondo episodio dell'undicesima stagione di Futurama, Amy e Kif sono i protagonisti indiscussi della vicenda. I due personaggi rispecchiano importanti tematiche che, per anni, sono state al centro della nostra contemporaneità: da un lato le immense difficoltà e i pregiudizi che si incontrano quando si vuole adottare, dall'altro – in modo decisamente più velato – le coppie omosessuali a cui viene negata la possibilità di avere figli. Un secondo episodio forse meno denso rispetto al precedente, ma tutt'altro che banale.