Ghostrunner, una corsa in stile cyberpunk – Recensione
Ghostrunner è un videogioco appartenente al genere azione/platform, con visuale in prima persona. Sviluppato dallo studio polacco One More Level e distribuito da 505 games, è disponibile per PC, Xbox One, PlayStation 4 e Nintendo Switch (è prevista anche la release per console next-gen nel 2021). Sin dalle prime immagini trapelate dal trailer, è possibile […]
Ghostrunner è un videogioco appartenente al genere azione/platform, con visuale in prima persona. Sviluppato dallo studio polacco One More Level e distribuito da 505 games, è disponibile per PC, Xbox One, PlayStation 4 e Nintendo Switch (è prevista anche la release per console next-gen nel 2021).
Sin dalle prime immagini trapelate dal trailer, è possibile notare come il mondo virtuale di Ghostrunner sia fortemente caratterizzato dall’estetica cyberpunk, con luci al neon e graffiti che delineano lo skyline di Dharma City, una città post-futuristica e post-apocalittica. Il giocatore veste i panni di Ghostrunner, un cyborg nato con lo scopo di uccidere, impiegato come guardia del corpo, pacificatore, giudice o assassino, il cui obiettivo è porsi come ultima linea di difesa contro un tiranno assettato di sangue.
“La morte è solo il principio”
La storia del gioco inizia con la morte del protagonista e di altri suoi simili. In un limbo digitale a cavallo tra la vita e la morte, il robotico protagonista muove i primi passi nel mondo di gioco, imparando (attraverso una serie di tutorial) a correre, arrampicarsi, attaccare e difendersi. Una volta “tornati in vita”, l’esperienza di gioco si configura come una risalita dai bassifondi della città, con il compito di eliminare il malvagio dittatore che ha causato la morte precoce dei cyborg.
Sin dai primi passi (e salti) attraverso la città, è possibile notare l’elemento che meglio caratterizza Ghostrunner: il sistema di combattimento. Estremamente fluido, libero (e liberatorio), permette di eseguire movimenti sofisticati, combinando corsa, salto e arrampicata e terminando con un fendente micidiale sul collo dei nemici. Di fatto, sia esteticamente sia concettualmente, il Ghostrunner non è altro che un ninja cyborg che ricerca la perfezione in ogni movimento; questo anche perché spesso un singolo colpo nemico porta alla morte.
Ogni scontro richiede quindi un’estrema attenzione sia ai propri movimenti che a quelli altrui. Il giocatore ha a disposizione una spada e alcune abilità che intensificano e migliorano i già rapidi movimenti e lo spostamento, riuscendo ad evitare i proiettili (quasi) fermando il tempo. Grazie alla visuale in prima persona tutto risulta più fluido ma allo stesso tempo più complesso, a causa della rapidità del gioco e della prontezza necessaria ad eseguire i vari comandi.
Sotto molti punti di vista, Ghostrunner ricorda l’ormai noto Mirror’s Edge (Electronic Arts, 2007): la corsa sui muri, lo scavalcamento di ostacoli in rapida successione e l’utilizzo di corde e punti di ancoraggio, utili ad attraversare alcune zone della città cyberpunk, sono tutti elementi presenti, in parte o del tutto, in Mirror’s Edge. Tutte le azioni sopra elencate, così come il sistema di combattimento, risultano estremamente fluidi.
Essere un Ghostrunner
Man mano che si procede nella risalita della città, il fluido gameplay di Ghostrunner permette al giocatore di poter prendere decisioni su come affrontare i nemici e gli ostacoli, preferendo un’interazione vis a vis con gli avversari o una corsa perimetrale atta a schivare o deviare ogni singolo colpo sparato.
Oltre a correre, saltare e uccidere, Ghostrunner include alcune sessioni di puzzle game, dedicate ai potenziamenti e alla prosecuzione della narrazione. Di fatto, si tratta di enigmi che hanno lo scopo di insegnare una nuova abilità al giocatore o di dialoghi utili alla svolgimento narrativo. I rompicapi in questione non sono difficili, richiedono qualche minuto per la risoluzione e sono estremamente utili poiché, attraverso i potenziamenti ottenuti, rendono il protagonista ancora più rapido e letale (arrivando a sbloccare abilità in grado di bloccare i proiettili, ricordando le dinamiche che caratterizzano il protagonista Neo, in Matrix).
La libertà di movimento, garantita dal gioco nelle sezioni di platforming, dà spesso la sensazione di essere in una cutscene e non in un banale gameplay. Nonostante ciò, è possibile riscontrare alcuni errori legati alla fisica dei personaggi e soprattutto del Ghostrunner: capita di cadere da una parete durante la corsa, senza apparente motivo. La possibilità che si verifichi un evento del genere è comunque piuttosto rara, il che elimina quasi totalmente l’eventuale sentimento di frustrazione.
Quello che può essere concepito come il “banale” attraversamento della città, può essere approfondito attraverso la ricerca di elementi rari, unici e segreti sparsi per il territorio, collocati in luoghi difficilmente raggiungibili e la cui collezione comporta l’ottenimento di oggetti di personalizzazione dell’avatar.
Inoltre, le battaglie con i boss, presenti ogni qual volta si sia completata l’esplorazione di un’area di gioco, mettono a dura prova la conoscenza e soprattutto l’uso dell’ambiente di gioco. Il giocatore è portato a scegliere rapidamente come muoversi, evitando colpi letali e cercando a sua volta di sferrare fendenti micidiali. C’è da dire che le boss fight di Ghostrunner non siano particolarmente stimolanti e anzi, lasciano un po’a desiderare in termini di originalità e complessità scenica.
Oltre Ghostrunner
Un altro elemento che contribuisce a considerare Ghostrunner come un titolo valido agli sgoccioli dell’attuale generazione di console è il fattore musica. L’eccellente colonna sonora originale composta da Daniel Deluxe accompagna ogni momento del gioco, alimentando il valore estetico della città cyberpunk e i movimenti liberi del protagonista.
Nonostante ciò, la fluidità concessa dal gioco costituisce anche un elemento paradossale, se si pensa alla differenza che caratterizza il gameplay se giocato su PC o console. Di fatto, Ghostrunner è percepito come un gioco pensato e sviluppato per mouse e tastiera. Ne consegue che la sua fruizione con un gamepad (sia di Xbox One, PS4 o Switch) comporta la difficoltà in alcuni aspetti del gioco, tra cui la corsa sui muri e l’utilizzo dei punti di ancoraggio per arrampicarsi.
La difficoltà d’esplorazione e attraversamento di alcune aree di gioco, unita ad una padronanza non ottimale attraverso il gamepad, alla presenza (seppur rara) di bug fisici e alla morte dovuta ad un singolo colpo da parte dei nemici, porta talvolta a frustrazione e rabbia, che possono causare un abbandono precoce del gioco.
La ripetizione fa parte dell’essenza del gioco e, se non eccessivamente reiterata, può essere considerata come un elemento in grado di stimolare il giocatore, che può provare e riprovare a percorrere i propri passi migliorandosi di volta in volta.
Ghostrunner richiede indubbiamente un pensiero fuori dagli schemi. Nonostante si presenti come un platform lineare, il suo gameplay, e il focus sul movimento, richiedono una forte inventiva da parte del giocatore, che deve essere capace di reinventarsi in ogni area di gioco, capendo rapidamente quale strada scegliere e come affrontare i nemici.
La componente narrativa del gioco ha una durata complessiva che supera di poco le 8 ore. Raggiungere il finale sarà soddisfacente perché la frustrazione e il divertimento si vedranno realizzati alla linea d’arrivo di questa lunga e frenetica maratona omicida. Con l’uscita sempre più prossima di Cyberpunk 2077, Ghostrunner è un ottimo terreno di scontro e incontro con l’estetica fantascientifica che segnerà una generazione di console.
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